Si apre una nuova stagione di caccia agli evasori e Microsoft e Skype finiscono nel mirino del fisco. In particolare, la compagnia fondata da Bill Gates sarebbe tra le aziende che hanno usato il regime fiscale del Lussemburgo per diminuire al minimo il pagamento delle tasse aziendali.
Nello specifico, Microsoft avrebbe usato due compagnie lussemburghesi e una controllata irlandese per far in modo che Skype Technologies, divisione con sede in Lussemburgo, versasse il minimo delle imposte per un periodo di cinque anni. Entrando maggiormente nei particolari dell’operazione, i guadagni di SkypeOut finivano nella lussemburghese Skype Communications; questa pagava delle royalty sulla proprietà intellettuale a un’altra azienda lussemburghese, Skype Technologies, che a sua volta possiede l’irlandese Skype Limited. Siccome Skype Technologies possiede il 100% di Skype Limited, per il fisco del Lussemburgo tutto il sistema equivaleva a un pagamento di licenze e successiva restituzione di dividendi da Skype Limited a Skype Technologies, che otteneva così un abbattimento del 95% sul carico fiscale sui guadagni dalle licenze di Skype Communications.
Scrive in proposito il quotidiano Guardian:
Da un punto di vista strettamente legale, nessuna legge è stata violata da Skype; sotto accusa sono però gli accordi di favore che le multinazionali hanno ottenuto da parte di piccolo Paesi europei, come il Lussemburgo, che permettono alle aziende di abbattere il carico fiscale e agli stessi Paesi di garantirsi la presenza sul loro territorio di grandi multinazionali che comunque versano soldi nelle loro casse: questo, però, a scapito però dei Paesi più grandi, Italia compresa, dove il grosso del fatturato e degli utili delle società viene prodotto.