Il Consiglio di Stato, tramite una sentenza depositata oggi, dà ragione ai disabili e alle loro famiglie in relazione al nuovo Isee: l’indennità di accompagnamento non può essere conteggiata come reddito.
Al Consiglio di Stato si era appellato il Governo, facendo ricorso contro la sentenza del Tar sulla materia. Si legge nella sentenza odierna:
Deve il Collegio condividere l’affermazione degli appellanti incidentali quando dicono che ‘ricomprendere tra i redditi i trattamenti indennitari percepiti dai disabili significa allora considerare la disabilità alla stregua di una fonte di reddito – come se fosse un lavoro o un patrimonio – e i trattamenti erogati dalle pubbliche amministrazioni non un sostegno al disabile, ma una ‘remunerazione’ del suo stato di invalidità oltremodo irragionevole, oltre che in contrasto con l’art. 3 della Costituzione. In pratica, le provvidenze economiche previste per la disabilità non possono e non devono essere conteggiate come reddito.
“Il nostro Governo – ha dichiarato il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti – ha applicato una normativa approvata in precedenza dal Governo e sulla quale si erano espresse positivamente le commissioni parlamentari. Ci siamo impegnati nell’attuazione del nuovo Isee ritenendolo un indicatore più veritiero e meglio costruito del precedente, oltre che con un sistema di controlli rafforzato: come sta dimostrando il monitoraggio che pubblichiamo ogni trimestre, è infatti complessivamente un indicatore piu’ equo e che garantisce un accesso piu’ giusto alle prestazioni sociali, anche nel caso delle persone con disabilita’”.
“Come Governo non possiamo che prendere atto della sentenza appena depositata dal Consiglio di Stato -ha poi detto in conclusione Poletti- e provvederemo ad agire in coerenza con questa decisione”.