“Banca Popolare di Bari ha operato nel pieno rispetto delle normative vigenti, con una costante e fattiva interlocuzione con il Regolatore”, lo rende noto tramite un comunicato l’istituto di credito pugliese in risposta ai procedimenti sanzionatori deliberati da Consob.
La Commissione nazionale per le società e la Borsa in due delibere approvate il 13 settembre, scrive di violazioni riscontrate presso la Popolare di Bari nei periodi tra il 2014-16. Il contenuto di questi provvedimenti è stato reso noto nei giorni scorsi dai media.
“La Banca – si legge nel comunicato – esprime anzitutto sorpresa e rammarico per la diffusione, con dovizia di particolari tuttavia estrapolati rispetto a un contesto generale ben più ampio, di informazioni riservate riferite a rapporti diretti tra l’Autorità e l’intermediario vigilato”.
La Popolare di Bari precisa inoltre che la Consob non ha “bloccato la vendita di azioni”, così come le sanzioni non sono state comminate “alla famiglia Jacobini e all’ex dg De Bustis”, ma i destinatari delle sanzioni, che si riferiscono a due distinti procedimenti, sono una ventina di esponenti ed ex esponenti e la Banca stessa.
Tutti i chiarimenti e le puntualizzazioni sul contenuto delle due delibere, sono state inviate dalla Banca Popolare di Bari alla alla Consob, corredando il tutto con la documentazione necessaria a rendere chiara la posizione della Banca.
La Banca evidenzia inoltre che “il fenomeno dei ‘finanziamenti baciati’ non esiste e questo è confermato anche dalle risultanze delle approfondite verifiche effettuate nell’ispezione della Banca d’Italia”.
“Le indagine interne – scrive la Banca Popolare di Bari – hanno autonomamente rilevato un numero molto contenuto di fenomeni che la Banca stessa ha ritenuto di evidenziare, come peraltro riportato anche nel fascicolo di bilancio 2017. I 10 fenomeni, come detto rilevati dalla Banca, si rapportano ad oltre 16.000 operazioni perfezionate nell’ambito dei due aumenti di capitale. Non è inoltre vero che tali operazioni riguardavano soggetti con profili di rischio non adeguato”.
Per l’istituto di credito di Bari la decisione della Consob “non è fondata nel merito” e soprattutto riguarda “in massima parte aspetti procedurali già oggetto di precedenti, approfondite ispezioni, in particolare quella avvenuta nel 2013”.
“La decisione – osserva la Banca – non tiene conto del fatto che, in occasione di tutte le operazioni straordinarie degli ultimi anni (a partire dall’aumento di capitale del 2012), le concrete modalità operative sono state in piena trasparenza continuamente condivise con l’Autorità, che ha avuto modo di conoscerne ogni aspetto di dettaglio, nel contesto di una continua e intensa interlocuzione, in particolare in occasione degli aumenti di capitale 2014 e 2015, funzionali al salvataggio del Gruppo Tercas”.
La Banca, oltre a ritenere di “non aver commesso alcuna violazione della normativa di vigilanza”, ritiene di aver subito “un provvedimento sanzionatorio a fronte di aspetti tecnico/operativi già esaminati in passate ispezioni e, comunque noti alla Consob da molti anni e mai oggetto di rilievo”.
“Ritenendo tali sanzioni – fa sapere Banca Popolare di Bari – non rispondenti ai comportamenti mantenuti nel tempo e pertanto ingiuste, intendiamo continuare a far valere le nostre ragioni nelle sedi competenti”.