Dallo scorso 16 giugno l’Italia è alla presidenza della Iai, acronimo che sta per Iniziativa Adriatico Ionica: il mandato italiano scadrà a maggio 2010 ed è immediatamente successivo a quello tenuto in precedenza dalla Grecia. La Iai è stata istituita con la conferenza sullo Sviluppo e la Sicurezza nel mare Adriatico e Ionio del 2000 ed ha il fine ultimo di rafforzare e migliorare la cooperazione regionale tra le due sponde, soprattutto in ambito economico e fiscale, per agevolare l’avvicinamento dei paesi dei Balcani all’Europa. Si tratta comunque di un progetto tutto italiano, maturato sin dal 1989: tale cooperazione regionale ha il compito di coordinare i settori della sicurezza, il contrasto al crimine organizzato e all’immigrazione irregolare, anche e soprattutto intensificando la lotta alle frodi fiscali. Col tempo, poi, le finalità si sono ampliate e ora molti altri settori sono ricompresi nella sfera d’azione dell’iniziativa. Anche l’operato congiunto con le università e i centri di ricerca e sviluppo dei paesi del bacino dell’Adriatico e dello Ionio ha rafforzato le relazioni economiche.
L’organo decisionale della Iai è il Consiglio dei Ministri degli Esteri (definito come “Consiglio Adriatico-Ionico”), in cui gli alti funzionari svolgono attività di coordinamento dei vari settori di cooperazione. Nel corso dell’ultimo vertice di Zagabria, sono state tracciate le future linee di sviluppo dell’azione della Iai, sempre con l’intento di rafforzare i legami trans-nazionali, promuovere una maggiore stabilizzazione dell’area adriatica e rilanciare dal punto di vista economico l’intero bacino. Sono poi allo studio diversi progetti su cui far convergere i fondi comunitari, al fine di ottenere un buon inserimento nella dimensione del Mediterraneo.
Sono dunque quattro i settori che investono la Iai: le piccole e medie imprese, i trasporti e la cooperazione marittima, turismo, cultura e cooperazione tra le varie università, ambiente e lotta agli incendi. Le varie liberalizzazioni dei visti e gli accordi di stabilizzazione in previsione mirano, tra le altre cose, ad ottenere una fiscalità più coordinata tra le diverse nazioni.
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