In Liguria è scattato un giro di vite contro i “party estivi” organizzati in maniera abusiva, ovverosia senza gli opportuni adempimenti fiscali. A tal fine, l’Amministrazione finanziaria ha già provveduto a “stanare” un paio di eventi sulla riviera ligure; il primo, organizzato e promosso facendo leva sulla rete Internet, ha riguardato una serata a base di musica techno che però, a seguito dei controlli congiunti effettuati dalle Entrate e dalla SIAE, si è trasformata in “musica d’evasione”. Questo perché è stato rilevato come gli organizzatori della serata fossero in tutto e per tutto degli evasori totali. Nel dettaglio, il presunto titolare dell’impresa di spettacolo, stando a quanto recita una nota emessa dalle Entrate Liguria, agiva “appoggiandosi” sulla partita IVA di una società che, costituita da ben dieci anni, di tutto si interessava tranne che di spettacolo; la società in questione, infatti, non solo era una società di abbigliamento, ma addirittura è stata dichiarata fallita nell’anno 2001.
La partita IVA, utilizzata in maniera fraudolenta, serviva da vera e propria copertura per stipulare con imprese esterne tutti quei contratti necessari per l’organizzazione di eventi, ma in corrispondenza di tutto ciò gli ispettori del Fisco hanno rilevato la totale assenza di scritture contabili e documenti che la legislazione fiscale prevede e richiede in via obbligatoria. Stessa musica anche sul fronte lavorativo visto che sono state identificate ben undici posizioni lavorative irregolari; il Fisco ha riscontrato altresì la vendita di quasi ottocento biglietti per un totale superiore ai 16 mila euro che, questa volta, saranno assoggettati alla dovuta tassazione.
L’altro evento, per il quale è stato rilevato e stimato un incasso per la serata pari a circa 20 mila euro, ha riguardato un rave party genovese pubblicizzato non solo su Internet, ma anche attraverso l’affissione nella città di manifesti abusivi; in questo caso, il Fisco ha accertato la totale assenza da parte degli organizzatori di partita IVA, registri contabili ma anche scontrini e biglietti di ingresso oltre a nessun tipo di iscrizione alla Camera di Commercio. I lavoratori irregolari identificati sono stati in questo caso ben diciotto a fronte di un afflusso per la serata stimato in ben 1.500 persone. Insomma, senza la necessaria messa in regola i “rave party” rischiano di non poter più durare fino all’alba.
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