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Pagare le tasse con le opere d’arte é possibile

 Avete evaso le tasse ma anche lapidato il vostro patrimonio e ora il Fisco vi chiede di reintegrare la vostra posizione fiscale. Niente paura, se mancano i liquidi per pagare le tasse, il debito con il Fisco può essere saldato con un’opera d’arte. Lo consente la legge 512/1982, la cosiddetta “legge Guttuso” che permette di chiudere i conti con l’erario barattando il denaro con opere artistiche.

La legge ha così consentito ai debitori del Fisco di saldare la propria posizione versando allo Stato non denaro bensì opere d’arte: quadri, statue, souvenir, gioielli, reperti archeologici, libri antichi. La legge consente in questo modo allo Stato di acquisire dai privati il patrimonio storico e artistico in loro possesso, per garantirne la tutela e la fruibilità del pubblico.

Dall’IRPEF all’IVA, fino alla tassa sulle successioni e donazioni, per tutto si può far ricorso al dipinto della sala da pranzo.

Basta presentare un’istanza al Ministero dei Beni Culturali, chiedendo di risanare la propria situazione tributaria cedendo allo Stato beni d’interesse artistico in suo possesso. Il Ministero risponde emanando un decreto in cui dichiara se è interessato ad accogliere la proposta e valuta la somma corrispondente dell’opera d’arte.

Il contribuente viene informato e ha due mesi di tempo per accettare le condizioni. Se l’accordo é raggiunto si provvederà a recapitare il bene all’Erario e a quel punto la posizione debitoria è chiusa. Addirittura se dovesse risultare un credito a favore del contribuente, egli può chiederla a rimborso. Al contrario, se il bene in questione non ha sanato il debito può integrare con denaro o con altre opere d’arte.

Da quando la legge é stta approvata, quanti sono i casi in cui i contribuenti se ne sono avvalsi? Non molti, ma neanche pochi: in ventisei anni di vigenza di questa legge, in una quarantina di casi si è realizzato lo scambio “tasse contro opere d’arte”.

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