Si può parlare a ragione di un vero e proprio “balletto” per quel che riguarda l’Iva britannica: analisti, economisti e centri di ricerca autorevoli, ma anche bookmakers e scommettitori sono in prima linea nello stilare continue proiezioni e studi sugli effetti che potrebbe produrre un mutamento dell’aliquota dell’imposta sull’economia del Regno Unito. L’ultima decisione del governo attualmente in carica è stata quella di mettere a punto un taglio dell’Iva, con l’intento principale di dare nuovo vigore alla domanda interna e ai consumi, sempre più messi in difficoltà dalla crisi; tra l’altro, bisogna anche fare i conti con l’inatteso impoverimento di moltissimi proprietari immobiliari britannici e con il non facile momento delle piccole e medie imprese, in particolare quelle dell’Inghilterra settentrionale. Proprio alla luce di questi fattori negativi, l’Iva era stata portata fino al 15%. Che effetti ha avuto questa revisione al ribasso dell’imposta? Anzitutto, il debito pubblico ha avuto un pericoloso picco verso l’alto (800 miliardi di euro); lo stesso discorso può essere fatto anche per il deficit, facendo dunque sorgere i primi dubbi sull’iniziativa fiscale.
Dubbi che, comunque, non spostano in secondo piano l’importanza dell’Iva in Gran Bretagna: se guardiamo agli altri paesi europei, ci si accorge che il tasso medio è pari solitamente al 20%, pertanto una nuova revisione al rialzo britannica (recentemente si è paventato un ritorno all’aliquota del 17,5% o del 18,5%) rimarrebbe sempre sotto gli standard continentali. Il confronto diventa impietoso, inoltre, quando si analizzano i dati relativi al gettito assicurato dal tributo; già nel 2007 i ricavi totali britannici ammontavano a circa 130 miliardi di euro, inferiori a quelli del fisco francese e ben al di sotto degli introiti tedeschi (166 miliardi di euro, per essere più precisi).
Per Londra, quindi, i dubbi sull’Iva continueranno a rimanere fino al momento in cui i consumi non avranno subito una scossa rialzista: ma per il momento si tratta di un’ipotesi ancora troppo lontana nel tempo per essere seriamente considerata.