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Finanziaria: tasse più alte per Regioni con sanità in rosso

 I principali emendamenti del governo per quel che concerne la Finanziaria 2010 riguardano soprattutto dei provvedimenti fiscali. Anzitutto, è stato approvato l’accordo sul Patto per la salute instaurato tra lo stesso esecutivo e le Regioni; in particolare, l’emendamento in questione contiene le disposizioni per mettere a punto il nuovo livello di finanziamento del Servizio sanitario nazionale in relazione al triennio 2010-2012. Per essere più precisi, per il 2010 è previsto un incremento di spesa pari a 1,6 miliardi di euro, mentre per il 2011 la cifra stanziata sarà pari a 1,72 miliardi; il 2012, che inizialmente non aveva alcuna previsione economica, vedrà il governo finanziare il settore con una somma pari a quella del 2011, incrementata del 2,8%. Il denaro in questione verrà reperito attraverso l’utilizzo delle somme di Trattamento di fine rapporto trasferite all’Inps: sarà poi compito dello Stato provvedere ad assicurare gli importi con disposizioni successive.

 

Questa norma della legge Finanziaria ha una certa rilevanza tributaria, perché, come è stato sottolineato dai deputati della Lega Nord, proprio nel Patto per la salute vi sarà il rimborso del minor gettito dell’Ici sulle abitazioni principali per il biennio 2009-2010; in questo senso, è stata prevista un’integrazione pari a 760 milioni per quest’anno. L’altro importante provvedimento fiscale, sempre contenuto nel Patto della salute, prevede un aumento della tasse per quelle Regioni che presentano un settore sanitario in rosso; ciò vuol dire che quelle Regioni che non hanno presentato i piani di rientro o i cui piano non abbiano superato le verifiche previste, rischiano seriamente un aumento dell’Irap e dell’addizionale Irpef.

 

La sanità in rosso deve essere rappresentata da uno squilibrio di bilancio pari o superiore al 5%; nel caso di mancata presentazione del piano, il presidente della giunta regionale diviene commissario ad acta e si provvede ad aumentare l’aliquota Irap dello 0,15%, mentre l’addizionale Irpef viene incrementata di 0,30 punti percentuali.