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Evasione fiscale: Lazio, giro di vite sui beni di lusso

 Nella Regione Lazio il Fisco ha “scovato” un contribuente che, a fronte di redditi dichiarati per 21 mila euro in media all’anno, possedeva ben quattro automezzi a lui intestati, di cui tra questi una bella Mercedes ed una moto; inoltre, è stato rilevato come il contribuente, apparentemente con un reddito nella media, fosse proprietario di ben quattro immobili. O ancora, a seguito dell’avvio di accertamenti sintetici, sempre nel Lazio un contribuente, pur dichiarando meno di 20 mila euro all’anno, aveva a proprio carico rate di leasing e di premi assicurativi, per l’acquisto di macchine ed imbarcazioni, pari all’incirca a 130 mila euro. Sono questi due dei casi che hanno portato nel Lazio alla scoperta di ben 29 milioni di euro di evasione fiscale, a seguito di un giro di vite sui beni di lusso scattato attraverso gli accertamenti sintetici.

In particolare, sono ben 1.400 gli accertamenti sintetici che nella Regione Lazio sono scattati dall’inizio dell’anno e fino alla metà dello scorso mese di novembre in accordo con quanto riferisce la Direzione regionale dell’Amministrazione finanziaria. I contribuenti “pizzicati” dal Fisco sono stati quelli che, sfruttando il “redditometro”, hanno portato a rilevare una capacità contributiva ben superiore rispetto ai livelli di reddito dichiarati. Complessivamente, gli accertamenti hanno portato a far emergere ben 87 milioni di euro di imponibile evaso a fronte di 29 milioni di euro di imposte evase ma su cui ora si procederà al totale recupero.

Mediamente, ogni contribuente tra quelli accertati ha evaso per un ammontare di 18.600 euro, cui si vanno ad aggiungere, pesantemente, sanzioni per 16 mila euro. Di queste somme, lo Stato ha già incassato in media 14.200 euro di imposte e 9.200 euro di sanzioni in virtù delle adesioni da parte dei contribuenti soggetti all’accertamento. Anche per questa nuova raffica di accertamenti sintetici, nel Lazio, così come su tutto il territorio italiano, l’Agenzia delle Entrate estrae le “liste” dei contribuenti “sospetti” effettuando incroci di dati tra il reddito dichiarato, le banche dati sulle proprietà immobiliari ed i “movimenti” presso maneggi e capitanerie di porto.