Rientrano nel Belpase ben 100 miliardi con lo scudo fiscale, permettendo allo Stato un gettito di 5 miliardi tramite l’applicazione dell’aliquota del 5% sulle somme rimpatriate. La scadenza per aderire rimane il 15 dicembre, ma fino al 31 dicembre del 2010 potranno essere concluse le operazioni che per motivi non legati alla volontà del contribuente non sono state concluse nei termini di legge.
Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate precisa che dopo la scadenze previste dallo scudo, coloro che verranno scoperti a lasciare patrimoni in paradisi fiscali rischieranno sanzioni molto severe, fino ad un massimo del 480 per cento della maggior imposta dovuta e non pagata. Infatti con lo scudo fiscale sono entrate in vigore norme antievasione più severe.
Per chi lascia i patrimoni nei paradisi fiscali e viene scoperto – sottolinea Befera – , saranno dolori. I soldi saranno ritenuti frutto di evasione salvo prova contraria, e si pagherà una sanzione che può arrivare fino a un massimo del 480 per cento della maggior imposta dovuta e non pagata. Le nuove norme antievasione, entrate in vigore insieme allo scudo fiscale, sono molto più dure. La stagione dei tesoretti nascosti e dei paradisi fiscali è davvero finita. Non è solo l’Italia, è tutta la comunità internazionale che non è più disposta ad accettarli. È l’Ocse a dire che bisogna svuotare i paradisi fiscali e fare in modo che non si riempiano di nuovo. Lo svuotamento è in corso. I controlli sono molto più intensi e la collaborazione con gli altri paesi industrializzati è molto alta.
Ci aspettiamo grandi notizie – conclude Befera -, abbiamo segnali positivi in tal senso: file agli sportelli bancari, alle fiduciarie e alle finanziarie. Chi aveva soldi all’estero non deve tanto dichiararlo, ma pagare quel cinque per cento previsto dal provvedimento. L’operazione si chiude con il pagamento della tassa e il 15 raccoglieremo i frutti. Nella quasi totalità dei casi c’è un ritorno del denaro portato all’estero. Lo scudo è un’operazione intelligente.