Abbiamo trovato un modo di rinunciare ad alcune spese e limitare gli sprechi – afferma il premier Berlusconi in Abruzzo – E venerdì prossimo, nel Consiglio dei ministri che terremo nel capoluogo, avremo pronto il piano, il decreto Abruzzo, con i fondi da investire per la ricostruzione. I finanziamenti li abbiamo, quindi non aumenteremo l’imposizione fiscale, visto che la filosofia del governo è diminuire e non aumentare le tasse. Non chiederemo soldi agli italiani, che se vorranno, potranno essere vicini agli abruzzesi anche con le donazioni.
Il presidente del Consiglio continuando, prova a infondere fiducia:
State tranquilli, non vi lasceremo soli. Stiamo operando senza sosta, presto riavrete le vostre case e saranno tutte rimesse su dallo Stato. – Agli anziani il premier : Siete trattati benissimo, grazie allo sforzo dei 13.000 soccorritori che lavorano notte e giorno, ma qui bisogna starci il meno possibile. Pensate a trasferirvi in albergo e tra 5-6 mesi riavrete tutti un tetto. Tra l’altro realizzeremo presto nuove abitazioni con i migliori sistemi antisismici, in cui verrete subito alloggiati. E poi, una volta che rientrerete nelle vostre case, le destineremo alle giovani coppie e agli studenti.
Così parla Berlusconi agli sfollati che hanno visto le loro case andare in pezzi meno di un mese fa. Intanto ringrazia l’Arci, che gestisce il campo, con 94 tende e una cucina che fornisce 1.700 pasti. Intanto va avanti l’inchiesta della procura de L’Aquila sulle responsabilità dei crolli. Saranno ascoltati costruttori, manager e amministratori. Anche il ministro dell’Economia Tremonti ha negato la necessità di nuove tasse per finanziare la ricostruzione. La decisione del premier dovrebbe essere ratificata al prossimo consiglio dei ministri che si terrà all’Aquila venerdì prossimo, 24 aprile, come ha precisato Berlusconi. Sulle responsabilità dei controlli sulla costruzione delle case crollate il presidente del Consiglio risponde:
La responsabilità era in mano alle amministrazioni locali, che non rappresentano la mia parte politica.
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