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Opzione Irap: le regole per imprese e società di persone

 Scade proprio nella giornata di oggi il termine ultimo per l’opzione ai fini Irap: si tratta, per la precisione, della scadenza irrevocabile relativa a tre periodi d’imposta, terminata la quale essa si intende rinnovata in maniera tacita. L’opzione in questione può essere esercitata dalle società di persone e dalle imprese individuali che rientrano nell’ambito applicativo del decreto 446 del 1997 e che si trovano in regime di contabilità ordinaria. La preferenza per la determinazione del valore della produzione netta ai fini Irap deve essere necessariamente trasmessa attraverso la modalità telematica, utilizzando l’apposito modello che è disponibile online sul sito dell’Agenzia delle Entrate. L’opportunità, messa a disposizione dalla Finanziaria 2008, consente di “sfuggire” alle normali regole, a patto però che si tratti di soggetti in contabilità ordinaria: la comunicazione deve essere effettuata entro 60 giorni dall’inizio del periodo d’imposta per cui si vuole esercitare l’opzione.

 

Le stesse modalità e gli stessi termini appena esaminati sono validi anche per quel che concerne la revoca: tra l’altro, il sito delle Entrate mette a disposizione il software Comirap per la corretta compilazione del modello. Bisogna comunque tenere a mente quelli che sono i cosiddetti “elementi neutri”, vale a dire quegli elementi che non hanno alcuna rilevanza ai fini della stessa opzione. In questo senso, nel novero delle voci non rilevanti possiamo includere i compensi che vengono erogati per le attività commerciali e per le prestazioni di lavoro autonomo non abituali, i costi per le collaborazioni coordinate e continuative, gli utili che spettano agli associati in partecipazione, la quota di interessi dei canoni di leasing, l’Ici e le perdite su crediti.

 

Al contrario, occorre invece considerare come elementi imprescindibili ai fini dell’opzione Irap l’ammortamento e le spese per le autovetture, le spese di telefonia, le spese di rappresentanza, le spese di manutenzione e di riparazione che eccedono il 5%, oltre ai canoni di leasing.

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