Il Fondo Monetario Internazionale punta sull’aspetto fiscale per avviare nel migliore dei modi il proprio progetto di exit strategy: l’organizzazione nata a Bretton Woods ha infatti intenzione di introdurre due nuove imposte all’interno del sistema bancario internazionale, in modo da recuperare tutti gli sforzi profusi nel corso della crisi economica. Come è noto, i governi di tutto il mondo hanno versato ingenti somme di denaro presso gli istituti di credito più in difficoltà: l’idea dell’Fmi è quella di mettere da parte, per il momento, la Robin Tax (piccola imposizione sulle operazioni finanziarie) per far spazio invece a una tassa da applicare sul bilancio bancario, così come si sta già verificando in Svezia. Dal Fondo, inoltre, fanno sapere che l’alternativa più valida in questo senso è la tradizionale tassa sui profitti bancari, ma soltanto quando si tratta di determinati livelli economici. Ci troviamo quindi di fronte a due possibili modelli tributari da porre in essere nei principali governi; tassare i bilanci delle banche potrebbe consentire di limitare la creazione di assets troppo grandi, i quali sono solitamente i principali responsabili dell’aumento della base imponibile.
Questo primo modello eviterebbe senza dubbio i problemi legati a molti casi verificatisi nel 2009, come quello di Rbs. La tassazione dei dividendi entro un certo limite, invece, può essere la soluzione più adatta per colpire la capacità delle banche di ripagare gli azionisti piuttosto che gli equilibri finanziari. Come già anticipato, si tratta di un progetto già in vigore in territorio svedese e in fase embrionale negli Stati Uniti.
Tra l’altro, proprio le banche americane sono quelle che si trovano ad avere a che fare con le maggiori richieste di restituzione dei prestiti governativi concessi durante la crisi: oltre alle proposte di tipo fiscale, è in corso una vasta campagna pubblicitaria volta a rendere attuale il problema di questa restituzione, ponendo l’accento soprattutto sul valore della Robin Tax americana sulle transazioni finanziarie (0,05%).
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