Negli ultimi anni abbiamo assistito a un aumento disoccupazionale, a un calo di investimenti e spese, sono le conseguenze della crisi finanziaria globale si stanno ancora facendo sentire. Secondo gli ultimi dati diffusi da Bankitalia, nel 2009 la pressione fiscale è passata dal 42,9 al 43,2%, una pressione fiscale in aumento nonostante la crisi, segno che in Italia la ripresa economica è ancora debole. Nel 2009 la disoccupazione è salita all’8,5%, quasi 300 mila persone sono entrate nella schiera degli “inoccupati”, cioè di coloro che sono disoccupati ma sono troppo scoraggiati per cercare un nuovo lavoro.
Diminuisce il reddito delle famiglie di oltre due punti percentuali in termini reali nella media dello scorso anno, conseguentemente dopo la contrazione dell’1,8% registrata nel 2009, i segnali per i primi mesi del 2010 non mostrano miglioramenti. Ormai il debito delle famiglie ha raggiunto il 60% del reddito disponibile; è un livello ancora basso, rispetto alla media europea, che è il 95%.
E il calo dei consumi non sembra arrestarsi neanche quest’anno: trend che non è stato cambiato neanche dalle rilevazioni dei primi mesi di quest’anno. Non sono più ottimistiche le rilevazioni sui conti pubblici. In particolare l’indebitamento pubblico è stato quantificato al 5,3% del Pil nel 2009, praticamente raddoppiato rispetto al 2,7% del 2008.
La lotta all’evasione deve avere come obiettivo quello di abbassare le tasse – afferma Luca Cordero di Montezemolo in un convegno sul sistema sanitario promosso dalla fondazione “Italia Futura” – . Occorre mettere al centro alcune priorità: fisco, lavoro e giovani per poi cominciare a lavorare e a prendere decisioni. Il fisco e le tasse credo debbano essere affrontate per uscire da due estremi inaccettabili: la pressione fiscale asfissiante su famiglie, imprese e lavoratori da una parte, dall’altra un tasso di evasione fiscale non accettabile da un paese civile. Ogni euro va destinato ad abbassare le tasse. C’è anche un aspetto etico: uno sa che se paga le tasse serve anche per ridurle.
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