In Australia la lotta all’evasione fiscale entra finalmente nel vivo: l’Australian Taxation Office, vale a dire il fisco della nazione oceaniana, sta infatti chiudendo sempre più il cerchio attorno al fenomeno dell’offshore, richiedendo, in particolare, un buon numero di informazioni agli istituti di credito per comprendere meglio quali sono quei contribuenti che hanno trasferito al di fuori dei confini australiani i redditi non dichiarati o deduzioni fiscali eccessive. Tutte queste informazioni risulteranno ovviamente molto utili all’amministrazione finanziaria, visto che sarà così possibile confrontare i dati ottenuti con quelli già presenti nei propri database. Il periodo di riferimento per quel che riguarda il monitoraggio delle dichiarazioni dei redditi è quello che va dal 1° luglio 2005 al 30 giugno 2009.
Secondo Michael D’Ascenzo, commissario per la fiscalità australiana, l’intento di queste indagini tributarie è quello di identificare i contribuenti evasori: detenere dei patrimoni offshore o effettuare investimenti oltreoceano non è un reato per il governo di Canberra, ma il discorso cambia quando i redditi vengono nascosti ai controlli del fisco. C’è comunque da aggiungere che la stessa Australian Taxation Office ha lasciato qualche residua speranza ai contribuenti interessati dai controlli; in effetti, tutti coloro che, dopo aver valutato l’inasprimento e l’aumento dei controlli fiscali, decidessero di presentarsi spontaneamente prima ancora di ricevere una specifica lettera di avvertimento da parte del fisco potranno comunque provvedere a regolarizzare la propria situazione fiscale. Come si procederà in questo senso?
Chi è in possesso di attività finanziarie in uno Stato estero e non ha provveduto a dichiararle nei modelli forniti dall’amministrazione può usufruire della cosiddetta “voluntary disclosure”, vale a dire una vera e propria regolarizzazione in forma agevolata che consente a ogni contribuente di versare le sanzioni pecuniarie dovute in forma ridotta, una sorta di “sconto sulla pena”: in base a quanto è stato annunciato dall’Australian Taxation Office, questa procedura sarà valida fino al prossimo 30 giugno e metterà a disposizione una copertura dal rischio degli accertamenti che verranno attuati in futuro.
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