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Banche italiane tra tasse, fiscalità e regolamentazione

 La pressione fiscale in Italia non è opprimente solo per i lavoratori dipendenti, i liberi professionisti, i lavoratori autonomi, i commercianti e gli artigiani, ma anche per gli Istituti di credito. Non a caso, nel corso di un Workshop dell’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, è emerso come in base agli ultimi dati disponibili sulle dichiarazioni dei redditi, relative all’anno 2008, le banche italiane rispetto ai competitor europei siano in una posizione di svantaggio competitivo proprio per effetto di una pressione fiscale più elevata, con quella effettiva che, tra l’altro, nell’anno di riferimento è salita al 44%; in più, secondo l’Associazione Bancaria Italiana questo svantaggio competitivo potrebbe ulteriormente aggravarsi a seguito delle ultime proposte finalizzate a rivedere gli accordi di Basilea sul tema del patrimonio di vigilanza.

A conti fatti, quindi, le banche italiane rischiano in questa fase congiunturale, tutt’altro che facile e senza precedenti, delle penalizzazioni dal fronte delle tasse, della fiscalità e della regolamentazione. Secondo Giovanni Sabatini, Direttore generale dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi), trattasi di fattori che incidono negativamente sulla competitività delle imprese in un contesto nel quale le banche italiane hanno mostrato forza e solidità di fronte allo scenario di crisi continuando ad operare a favore di famiglie ed imprese.

Pur tuttavia, i fattori sopra citati intervengono con ripercussioni negative per quel che riguarda i tassi di remunerazione del capitale investito unitamente ad una minor forza nel poter svolgere un ruolo attivo nei processi di aggregazione. Di conseguenza, il Direttore dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi), anche considerando il fatto che in Italia il Governo, contrariamente a quanto avvenuto in altri Paesi (leggasi ad esempio gli Usa ed il Regno Unito), dove gli istituti di credito sono stati salvati con il denaro pubblico, non è intervenuto, provveda a rimuovere i fattori e le componenti di svantaggio competitivo per le banche italiane introducendo in materia fiscale una nuova forma di prelievo.