Germania auspica tassazione su transazioni finanziarie Ue

Le discussioni in materia fiscale nell’Unione Europea stanno entrando nel vivo e si segnalano sempre più proposte di maggiore o minore interesse da parte dei principali esecutivi: l’ultima iniziativa in ordine di tempo è quella del governo tedesco, il quale è fortemente intenzionato a porre in essere una imposizione tributaria che riguardi le transazioni finanziarie effettuate all’interno dell’area dell’euro e, più ampiamente, in tutta l’Unione Europea. Si tratta, a dire il vero, di una tassazione piuttosto controversa, visto che l’opinione pubblica è spaccata a metà in questo senso. Da una parte, infatti, esiste una linea di pensiero secondo la quale in questo modo si costringeranno i gruppi della finanza locale a spostare la propria attività in altre nazioni. Ciò nonostante, il ministro teutonico delle Finanze, Wolfang Schaeuble, ha già spiegato in che modo verrà applicata la nuova imposta: un’applicazione unilaterale verrà ovviamente scongiurata, per evitare spostamenti fin troppo semplici da parte delle aziende, più propriamente l’implementazione verrà allargata a tutta l’eurozona.

 

Tra l’altro, è già da qualche mese che la Germania e il governo Merkel stanno propugnando una tassazione di questo tipo, addirittura a livello globale. La scure delle elezioni anticipate è sempre più minacciosa e la materia potrebbe andare presto in porto; portavoce del progetto fiscale è soprattutto la Spd, il partito socialdemocratico, il quale ha già ricevuto l’accoglienza più che positiva da parte di una frangia della coalizione di governo, tra cui la stessa Cdu, ma l’impressione netta che si avverte è quella di un esecutivo disposto a tutto pur di adottare una decisione di tipo unilaterale.

Un programma simile è anche quello della Francia, paese in cui si vuole adottare un inasprimento tributario a carico dei redditi medio-alti: una strada simile quella percorsa dal governo Sarkozy, intenzionato a lavorare sulle rendite da capitale e sui meccanismi di solidarietà finanziati dai proventi più alti.