Fini ritorna a parlare della questione Nord, motore economico del Paese e come riuscire a farlo ripartire, ma, allo stesso tempo, non dimenticando la questione meridionale purtroppo nelle mani della criminalità organizzata. Il presidente chiede così una riduzione delle tasse e una semplificazione della burocrazia. La pressione fiscale in Italia è molto alta: dopo i 30.000 euro di reddito l’aliquota marginale irpef sale al 40 %, l’irap supera il 5%, l’IVA su ogni acquisto incombe sui prodotti. Le tasse troppo alte, sono tra i motivi principali che inducono gli italiani ad evadere.
Il vero problema é come permettere al motore economico dell’Italia di essere competitivo e vincente nell’economia globalizzata. E quindi meno tasse, meno burocrazia, meno lacci e lacciuoli. Queste sono le esigenze reali del Nord. Non sventolare una bandiera verde – sostiene il presidente della Camera sul sito di Generazione Italia -. Ieri ho avuto modo di dire quello che tanti pensano, anche al Nord. La Padania non esiste, come ci ha ricordato anche la Società geografica italiana. Non è solo il Nord a lavorare e pagare le tasse e non tutti i cittadini del Nord che lavorano e pagano le tasse si sentono ‘padani’.
La somma dei redditi non dichiarati al fisco scoperta dalla Guardia di finanza in soli 5 mesi del 2010 ammonta a 22,2 miliardi di euro. Ad essa bisogna aggiungere omessi versamenti Iva per 3,1 miliardi. Lo afferma in una nota la Guardia di Finanza, per la quale la lotta all’evasione fiscale e’, nel 2010, il principale obiettivo dell’attività del corpo d’armata.
Gianfranco Fini non è piaciuto per niente ai cittadini leghisti, arriva anche prontamente la risposta del presidente della regione Piemonte, Roberto Cota:
Gianfranco Fini può dire quello ciò che preferisce, ma la Padania esiste. È sempre esistita nella storia; esiste anche nella realtà socio-economica e la controprova sono i nostri consensi, che aumentano sempre di più.
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