Emma Marcegaglia non ha fatto attendere la sua opinione e alla tassa sugli intermediari finanziari risponde con un secco no. Barnier, il commissario dell’Unione Europea per il mercato interno e i servizi finanziari, ha illustrato l’idea del «fondo pagato dalle banche per le banche» per evitare che gli oneri delle crisi bancarie in futuro ricadano solo sui contribuenti. E mentre il ministro Tremonti si augura una maggiore flessibilita’ da Paese a Paese, a proposito della tassa Ue sulle banche, la presidente di Confindustria, ha ribadito oggi a Bruxelles la sua contrarietà alla raccomandazione del Consiglio europeo, di attivare, in tutti gli Stati membri una tassa sulle banche per farle contribuire ai costi della crisi. Rimane quindi ferma l’opposizione di Confindustria a una tassa sulle banche per creare un fondo anti-crisi Ue.
In Italia – ha detto la presidente -, dove sono giù molto alte le tasse sia sulle banche che per le società, significherebbe un immediato aumento deli spread e delle commissioni a carico dei clienti e delle imprese. Non sono d’accordo con la creazione del fonfo, usare il prelievo sulle banche per finanziare un fondo per la risoluzione delle crisi, sarebbe come dire: creiamo un fondo adesso per la prossima crisi, facendo pagare i lavoratori e le imprese. No a nuove tasse da parte della Ue.
Marcegaglia ha anche accennato a ‘Basilea III‘ (al momento in corso di discussione e riguardante le regole internazionali sui requisiti di capitalizzazione delle banche):
Basilea III va bene, ma solo se sarà introdotta gradualmente, perché siamo ancora in una fase di riduzione del credito. Ma a medio termine è giusto che il sistema bancario sia meglio capitalizzato – E infine, sulla carbon tax, aggiunge: la nostra posizione è chiara: è una proposta che spaventa, e che potrebbe tradursi quindi in un vero e proprio disincentivo a investire nell’Unione Europea.