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A breve sarà possibile utilizzare il grande fratello fiscale

 A partire dalla prossima settimana il Garante della privacy potrebbe dare il via libera all’accesso all’archivio dei rapporti bancari dei contribuenti italiani. La misura, introdotta dal Decreto Salva Italia, permetterà agli ispettori del fisco di accedere alle transazioni bancarie effettuate e ad altri movimenti di operazioni finanziarie effettuate da contribuenti.

Rispetto alla precedente versione dell’archivio dei rapporti finanziari, la nuova versione è molto più sofisticata e permetterà agli impiegati del fisco ed ai militari della Guardia di Finanza di accedere direttamente alle informazioni necessarie. Le informazioni saranno elaborate dall’intelligence degli uffici centrali per elaborare le cosiddette “black list”, ed i dati  verranno successivamente trasferiti agli uffici decentrati che, utilizzando tutti i mezzi e le informazioni a disposizione, potranno approfondire il controllo.

Il cambiamento rispetto al passato è evidente visto che adesso le liste verranno utilizzate per scovare i potenziali evasori, mentre con le vecchie regole le indagini bancarie avallavano le ipotesi di contribuenti che avevano sottratto materia imponibile al fisco. Inoltre anche la tempistica di accesso alle informazioni finanziarie sarà molto più veloce. Infatti la normativa tuttora in vigore consente l’accesso ai dati finanziari solo ad una ristretta cerchia di funzionari, e con gradi di autorizzazione successivi. Infatti per poter disporre dei dati i funzionari devono approntare delle richieste che vengono firmate da Capo Area, Direttore Provinciale ed infine Direttore Regionale.

A  partire dal 2013 invece la procedura sarà molto più semplice visto che i funzionari avranno un accesso diretto e sarà comunque garantita la sicurezza.  Attualmente le banche e gli intermediari utilizzano il canale Entratel per trasmettere i dati, mentre in futuro le comunicazione avverranno direttamente tramite un canale privilegiato scelto da Sogei (come voluto del resto dal Garante della privacy). Il nuovo software, che è costato circa 100 mila euro, è stato ritenuto fondamentale dal Garante visto che occorreva garantire la privacy assoluta dei contribuenti.