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Addizionale Irpef: rischio aumenti in cinque Regioni

 Sicilia, Calabria, Lazio, Molise e Campania. Sono queste le cinque Regioni italiane che, a causa di un eccessivo deficit nei conti della sanità, rischiano un inasprimento delle addizionali ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), con la conseguenza che i contribuenti residenti nelle Regioni citate rischiano di dover far fronte ad una maggiore pressione fiscale. Secondo il Segretario confederale della UIL, Guglielmo Loy, l’aumento delle addizionali dell’Irpef sarebbe intollerabile in quanto si andrebbe tra l’altro contro la filosofia che sta alla base di un federalismo fiscale che possa definirsi sia equo, sia sostenibile. Ma in cifre a quanto corrisponderebbe tale aumento? Ebbene, gli aumenti a carico di ogni contribuente possono variare da un minimo di 41 euro medi nella Regione Sicilia fino a ben 64 euro medi pro-capite nella Regione Lazio e passando per i 57 euro medi di incremento di addizionale Irpef nella Regione Campania.

I contribuenti delle cinque Regioni interessati a questo possibile aumento della tasse sono ben 7,5 milioni a fronte di un aumento medio dell’addizionale pari a 56 all’anno che farebbe innalzare l’esborso dagli attuali 262 euro a ben 318 euro, in media, per ogni singolo contribuente. Perché dunque, per l’ennesima volta, devono essere i lavoratori ed i pensionati a pagare per le inefficienze del sistema sanitario nelle Regioni in cui risiedono?

A pagare sarebbero in sostanza i soliti noti, ovverosia i lavoratori ed i pensionati che, con il prelievo delle tasse alla fonte, contribuiscono annualmente per l’85% del totale del gettito dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef). Inoltre, il Segretario Guglielmo Loy ha messo in risalto come una decisione simile di aumentare le addizionali Irpef andrebbe contro le promesse fatte di recente da tutti i candidati alla Presidenza della Regione, i quali avevano affermato che i deficit della sanità non sarebbero stati ripianati attraverso un aumento delle tasse.