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Agenzia delle Entrate: aiuti diluiti nel tempo per gli agriturismi

 La risoluzione 2/E che l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a pubblicare oggi è entrata nel merito del trattamento fiscale da riservare alle associazioni di categoria del settore agricolo; in particolare, è stato specificato in che modo i finanziamenti regionali per gli agriturismi devono essere considerati contributi in conto impianti. Nello specifico, i finanziamenti volti alla ristrutturazione degli immobili e all’acquisto dei macchinari sono contributi in questo senso: il destino di tali somme si ricollega agli ammortamenti o alle vicende che determinano la rilevanza fiscale del costo del cespite. Si tratta di un chiarimento non irrilevante, se si pensa che i contributi in conto capitale possono essere tassati nel momento in cui entrano nella disponibilità del soggetto che ne beneficia. Invece, gli aiuti in conto impianti hanno come diretta conseguenza una diminuzione del costo che viene riconosciuto dal punto di vista fiscale al bene: per le Entrate, dunque, essi non hanno alcuna rilevanza autonoma ma devono essere suddivisi a seconda della vita utile del bene stesso.

 

Questa distinzione fondamentale tra contributi, comunque, non trova sempre riscontro nella normativa regionale, così come hanno dichiarato le associazioni che si sono rivolte all’Agenzia; in particolare, il termine “contributi in conto capitale” verrebbe utilizzato senza tener conto delle finalità dei vari sussidi. In base a ciò, sono stati qualificati come contributi in conto impianti quelli che vengono erogati per l’acquisizione o la realizzazione di beni strumentali, i quali possono essere ammortizzati.

 

I finanziamenti che sono concessi dalle regioni agli agriturismi sono proprio un tipico esempio di questi contributi: infatti, essi vengono utilizzati, a pena di revoca, per andare a ristrutturare i fabbricati rurali e per l’acquisto dei macchinari e delle attrezzature necessarie per lo svolgimento dell’attività agrituristica. Con lo stesso ragionamento, tra l’altro, le Entrate avevano qualificato come contributi in conto impianti anche i crediti d’imposta riconosciuti all’imprenditore, a norma della legge 288 del 2000 (cosiddetta legge “Visco sud”).

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