Home » Agenzia delle Entrate » L’Agenzia delle Entrate si mobilita contro le compensazioni indebite

L’Agenzia delle Entrate si mobilita contro le compensazioni indebite

 Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, ha annunciato l’avvio di un vero e proprio giro di vite volto a contrastare l’utilizzo improprio e illecito delle compensazioni: le compensazioni indebite, usate per lo più come bancomat, hanno già provocato un buco pari a un miliardo di euro, i quali devono essere prontamente recuperati. Non si tratta quindi di un fenomeno sporadico, dato che sono ancora troppi i contribuenti che non pagano al fisco i tributi, indicando di aver diritto a delle compensazioni che in realtà non esistono. L’intento dell’Agenzia è molto chiaro e preciso ed è stato sottolineato dallo stesso Befera:

Si vuole anzitutto stroncare il fenomeno facendo cessare questo utilizzo improprio soprattutto da parte delle imprese, che troppo spesso tendono a non pagare le imposte al fisco.

In proposito, le Entrate hanno già individuato ben 317 milioni di compensazioni indebite in questi primi sei mesi del 2009; ci si riferisce in particolare ai crediti Iva. Luigi Magistro, direttore dell’Accertamento delle Entrate, ha anche aggiunto che sono 8.000 i contribuenti che hanno utilizzato crediti Iva in compensazione nel modello F24.

 

Comunque, si sta già provvedendo al recupero delle imposte che sono state versate in questa maniera, dunque l’intervento dell’Agenzia è stato tempestivo, al fine di evitare un’evasione ancora più consistente. Quali sono gli altri dati interessanti che si possono evincere dall’indagine? Anzitutto, le frodi più comuni hanno riguardato società fittizie e attività illecite compiute da consulenti che emettevano fatture per operazioni inesistenti; un altro elemento importante si riferisce alla dislocazione territoriale del fenomeno.

 

Infatti, le principali operazioni si sono concentrate in Lombardia (56%), seguita poi dal Lazio (11%) e dall’Emilia Romagna (8%): l’edilizia è stato il settore più “gettonato” in tal senso. È già in fase di studio una normativa che consenta all’Agenzia, non solo di reprimere il fenomeno, ma anche di portare avanti una forte azione di prevenzione attraverso controlli accurati e severi.