Nel nostro Paese non tutti i lavoratori ed i pensionati sono obbligati ai fini IRPEF a pagare le tasse. Con l’ultima revisione degli scaglioni effettuata negli anni scorsi, infatti, la vecchia “no tax area” ha lasciato spazio ad un’area di esenzione dall’IRPEF in concomitanza con l’entrata in vigore del meccanismo delle detrazioni di imposta al posto delle “vecchie” deduzioni fiscali dal reddito. Ebbene, lo ricordiamo, l’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) è progressiva, ragion per cui si applica a scaglioni in base al reddito conseguito ed ai componenti del proprio nucleo familiare. Pur tuttavia, se il reddito del lavoratore o del pensionato è al di sotto di una determinata soglia, scatta l’esenzione con la conseguenza che ai fini IRPEF il contribuente non è tenuto a pagare nulla; l’area di esenzione, inoltre, tende ad ampliarsi in funzione del numero di familiari a carico.
Ad esempio, è esente dall’IRPEF un pensionato con un’età uguale o superiore ai 75 anni con un reddito, riferito al periodo annuale di riscossione della pensione, non superiore ai 7.750 euro; il limite scende invece a 7.500 euro per i pensionati che hanno un’età inferiore ai 75 anni. Questo significa che un pensionato sotto i 75 anni che mensilmente, compresa la tredicesima, percepisce non più di 625 euro di pensione, e non ha altri redditi, non deve pagare nulla ai fini IRPEF.
Per quanto riguarda invece i lavoratori dipendenti, in passato la vecchia “no tax area” era pari a 7.500 euro, mentre adesso la nuova soglia di esenzione dall’IRPEF è di 8.000 euro per i periodi di lavoro che coincidono con l’intero anno solare; in tale casistica di norma rientrano i lavoratori dipendenti con contratto subordinato part time che non hanno altri redditi. Per quanto riguarda invece gli altri tipi di reddito che non siano da pensione o da lavoro dipendente, la soglia di esenzione dall’IRPEF è pari a 4.800 euro annui rispetto ai 4.500 fissati con la vecchia “no tax area“; in tale casistica di norma rientrano coloro che effettuano prestazioni di lavoro di tipo occasionale, che non hanno altri redditi, e che percepiscono in media 400 euro mensili.
Buongiorno, sono convinto che l’esosità dell’Erario, per quanto riguarda l’irpef, non trova limiti. Vero è che il precedente Governo Prodi si è “preoccupato” di aumentare le aliquote irpef “fuori ogni cognizione” per il solo fatto che i suoi tecnici non erano professionalmente preparati alla formulazione della legge finanziaria, ma non per questo il Governo Berlusconi si è preoccupato minimamente di “rivedere ” le aliquote irpef. Quindi, secondo me, anche il Governo Berlusconi non dispone di tecnici professionalmente preparati.
Quanto l’aliquota minima dell’irpef era del 19%, tale aliquota del 19% era anche applicabile anche deduzione delle spese sanitarie. Però con gli aumenti dell’aliquota minima, non ha trovato, a sua volta, applicazione delle spese sanitarie nella nuova aliquota minima introdotta. L’aliquota applicabile sulle spese sanitarie è stata ed è rimasta sempre del 19%, ignorando il concetto iniziale che, al contribuente, spettasse, di principio, la stessa aliquota minima applicabile per l’esborso dell’irpef.
Mi propongo di fornire altre notizie in merito alle aliquote irpef attuali.
fernando