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Aliquote Irpef: andrebbero ridotte di almeno cinque punti

 Qual è il modo più efficiente per combattere in Italia l’evasione fiscale? Di sicuro, una grossa mano la può dare l’abbattimento delle pressione fiscale, visto che le aliquote sono fin troppo elevate e rischiano di rimanere tali ancora per qualche anno visto che il Governo di recente ha fatto presente come per il momento nulla si possa fare a causa della congiuntura sfavorevole e della bassa crescita economica. Ma di quanto occorre tagliare le aliquote per far in modo che le tasse a pagarle siano tutti in modo tale da pagare di meno? Ebbene, al riguardo, Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, ritiene che una delle cose da fare sia quella di tagliare le aliquote fiscali di almeno cinque punti. Il nostro Paese, infatti, in base ad un’indagine che, per conto dell’Associazione, ha realizzato KRLS Network of Business Ethics, detiene e mantiene il triste primato di primo Paese in Europa per evasione fiscale.

In base alle rilevazioni di KRLS Network of Business Ethics, prendendo a riferimento i dati forniti in tutta Europa dalle Polizie tributarie, nel nostro Paese il 51,1% dell’imponibile non viene dichiarato, e solo nel 2009 l’imponibile annuo che è sfuggito al fisco si è attestato a 366 miliardi di euro, con un incremento dell’11,4% rispetto al 2008. Sono chiaramente numeri da brividi che, in sostanza, lasciano intendere come nonostante gli sforzi della Guardia di Finanza, e la raffica di accertamenti del Fisco, ci sia ancora molta strada da fare per debellare quella che nel nostro Paese sembra essere diventata non solo una prassi, ma anche una cattiva abitudine la quale addirittura, molto spesso, rappresenta motivo vanto.

E se l’Italia è prima nel Vecchio Continente con il 51,1% di imponibile evaso, dall’indagine di KRLS Network of Business Ethics è emerso come in Europa, al secondo posto, con un sensibile distacco, ci sia la Romania, dove la percentuale di imponibile evaso è al 42,4%. Al terzo posto c’è la Bulgaria con il 39,5% ed a seguire l’Estonia (37,1%) e la Slovacchia (34,5%).