Il dato relativo all’apertura di partite IVA in Italia aiuta a comprendere in maniera precisa e completa la situazione riguardo l’attuale crisi economia e l’impatto sugli italiani. Durante lo scorso giugno 2012 sono state aperte 40444 partite iva; il dato è inferiore allo stesso periodo dell’anno precedente del 3,3% secondo i dati del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia e la ripartizione è leggermente diversa rispetto a giugno 2011.
Il 42% delle nuove aperture è avvenuta al Nord, il 23% al centro ed il restante 35% al sud ed isole. La flessione interessa tutta l’Italia fatta eccezione per la Valle d’Aosta, il Piemonte, il Lazio e la Sicilia. I cali più drastici si sono registrati nella Provincia Autonoma di Bolzano con un -23,8%, nel Friuli Venezia Giulia (-11,3%), in Calabria (-9,6%) ed in Liguria (-8%).
Ancora più interessante è la ripartizione delle aperture di nuove partite IVA secondo la classificazione per settore produttivo. Il commercio si conferma come uno dei settori maggiormente quotati con un 24,4% del totale, seguito dalle attività professionali con il 13,5% del totale delle aperture e d infine il settore delle costruzioni con il 10,2% delle aperture di partite iva, quest’ultimo comunque in netto calo rispetto a giugno 2011 (-15.4%). In calo anche il settore manifatturiero (-7.3%) ed il settore immobiliare (-24.5%).
Praticamente invariato il settore del commercio, mentre gli aumenti significativi riguardano il settore sanitario (+6.4%) il settore agricolo (+5.6%) e dell’alloggio e ristorazione (+4.1%).
Anche se la crisi ha cambiato il volto del Paese e continua a farlo, un dato positivo si riesce comunque a trovare tra le righe; il fatto che certi settori siano in crescita potrebbe aprire uno spiraglio di luce nel futuro che fin’ora sembrava completamente buio e gli imprenditori italiani potrebbero avere ancora una possibilità di convertire la loro attività adeguandosi all’andamento del mercato attuale.
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