La verità porta sempre alla vittoria: il motto ufficiale della Repubblica dell’India può essere applicato in maniera ugualmente utile anche al suo sistema fiscale. In effetti, questo mercato emergente deve sì fare i conti con una contrazione del prodotto interno lordo, ma comunque le entrate tributarie godono ancora di ottima salute. Il gettito dell’ultimo periodo d’imposta, il 2012 per la precisione, ha sfiorato gli ottocento miliardi di dollari: questi 785 miliardi sono un record piuttosto incoraggiante, ma bisogna andarci cauti da questo punto di vista, dato che i metodi di calcolo che vengono sfruttati nel continente asiatico sono differenti da quelli a cui siamo abituati, pertanto si rischiano le approssimazioni.
Di conseguenza, se si vanno a sovrapporre ai flussi in ingresso di tali entrate fiscali tutti i crediti di imposta, i rimborsi e le varie agevolazioni, allora il totale complessivo scende fino a 668 miliardi. Di certo, l’ammontare è inferiore, ma il primato rimane. Più che altro, i dubbi riguardano il fatto che questi incentivi e crediti sono stati introdotti a profusione nel corso del 2011, ma il sistema economico non ne ha beneficiato in alcun modo. Cerchiamo di capire l’andamento delle varie imposte.
Quella sui profitti è cresciuta lo scorso anno di cinque punti percentuali rispetto a un anno prima: questo vuol dire che l’India ha ricevuto dalle imprese 511 miliardi di dollari. Per quel che concerne, al contrario, l’imposta sui redditi delle persone fisiche, quest’ultima è cresciuta del 14%, con un gettito totale di 255 miliardi di dollari nei dodici mesi in questione. C’è da sottolineare, infine, un aumento che forse in pochi si aspettavano, vale a dire quello dell’imposta speciale sui ricchi, una misura tributaria che è stata introdotta in India negli anni Cinquanta del secolo scorso e che ha garantito nel 2012 più di cento milioni di dollari, ovvero l’1,55% rispetto ai dati del 2011.