Canone Rai e paradisi fiscali televisivi

 La detenzione di apparati atti alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive è disciplinata da un regio decreto che risale al 193. Ecco perchè é obbligatorio, purtroppo, pagare il canone Rai anche se non lo si utilizza. Non molto tempo fa abbiamo difatti pubblicato un post di un preside costretto a pagare gli arretrati per non aver ottemperato al debito verso la televisione di stato. Il signore in questione, non amando la tv, non ne possedeva neanche una in casa e si è quindi sentito legittimato a non pagarne il canone e a stracciare i relativi bollettini.

Indipendentemente dalla qualità o dalla quantità del relativo utilizzo, è statuito dall’articolo 1 del regio decreto n. 246 del 21 febbraio 1938 e confermato dalle sentenze della Corte costituzionale n. 535 del 12 maggio 1998 e della cassazione (n. 8549 del 3 maggio 1993), il canone Rai deve essere pagato. Il ministero dell’Economia e delle Finanze, per il tramite del dipartimento del Tesoro, partecipa per la quota del 99,56 per cento sulla RAI Radio Televisione Italiana Spa (lo 0,44 appartiene alla Siae).

In arrivo i rimborsi fiscali dell’Agenzia delle entrate

 Più di 900 mila rimborsi fiscali a persone fisiche per ben 600 milioni di euro. Sono i dati comunicati dall’Agenzia delle entrate la quale spiega che i rimborsi sono relativi per la maggior parte all’Irpef e sono stati chiesti nelle dichiarazioni dei redditi presentate fino al 2007.

Quest’ultima tornata – si legge in una nota dell’Agenzia – porta quasi a quota 9 miliardi le somme restituite a famiglie e imprese nel solo primo semestre del 2009.

I 600 milioni di rimborso da parte del Fisco riguardano quindi in gran parte l’Irpef. L’Agenzia delle Entrate consiglia di ricorrere alla modalità di accredito sul conto corrente. Occorrerà comunicare le proprie coordinate bancarie esclusivamente presso un ufficio o in via telematica (tramite i sistemi telematici attivati dal Fisco).

Comunicazioni di irregolarità: un canale dedicato anche per Unico Società di Persone

 All’inizio dello scorso mese di giugno, l’Agenzia delle Entrate aveva provveduto ad attivare, a favore degli intermediari autorizzati, ovverosia ai consulenti del lavoro, esperti contabili, dottori commercialisti e consulenti tributari, un canale dedicato riguardo alle comunicazioni di irregolarità del periodo di imposta 2006, ed in particolare per i modelli Unico 2007 Società di Capitali. Ebbene, a partire dalla data di ieri, mercoledì 15 luglio 2009, è stato attivato allo stesso modo un canale dedicato che riguarda sempre il periodo di imposta 2006, ed in special modo il modello Unico 2007 Società di Persone. L’Amministrazione finanziaria ha deciso di estendere il servizio anche alle comunicazioni di irregolarità per il modello Unico 2007 Società di Persone a seguito dei riscontri positivi ottenuti dalla gestione delle comunicazioni di irregolarità, attraverso il controllo automatizzato, per il modelli Unico 2007 Società di Capitali.

Scudo fiscale: serve l’approvazione dell’UE

 In linea con quanto emerso negli ultimi giorni, il Governo ha inserito nel Decreto fiscale un emendamento che reintroduce in Italia lo “scudo fiscale“, ovverosia quello strumento che serve per far rientrare dall’estero i capitali illecitamente esportati. Quella odierna in merito è stata una giornata movimentata a livello politico, visto che da un lato l’Esecutivo ha cercato di giustificare tale scelta, mentre dall’altro l’opposizione, con in testa il Partito Democratico e l’Italia dei Valori, ha attaccato senza riserve la maggioranza di Governo sottolineando come tale strumento sia a conti fatti non solo un condono vero e proprio, ma anche un regalo ai più furbi a danno dei cittadini che invece pagano onestamente le tasse. Altrettanto accesa è stata anche la conferenza stampa tenuta da Giulio Tremonti, Ministro dell’Economia e delle Finanze, il qualche ha avuto uno scambio di idee un po’ “fuori dagli schemi” con un corrispondente americano.

Tassa passi sull’Adriatica e sulla Romea: rivolta degli imprenditori

 Siamo alla ricerca di un posto da mezz’ora, iniziamo a innervosirci, ma si sa, il traffico cittadino genera nervosismo che dobbiamo cercare di tenere a bada se non vogliamo rovinarci la giornata…Durante questi ragionamenti però il posto non sbuca…invece no, eccolo lì, sembra proprio ci stia aspettando, ci avviciniamo prima che qualche altro automobilista noti la preda e siamo lì pronti ad effettuare la manovra. Delusione: é un passo carrabile. Croce per gli automobilisti costretti a continuare la loro ricerca e croce e delizia dei proprietari di casa che hanno sì il posto libero ma sono costretti a pagare la tassa.

E le tasse aumentano vertiginosamente. Parla Ermano Chieregatti, titolare di un noto bar di Polesella, che si affaccia sul territorio extraurbano della Statale 16 Adriatica, dai primi anni 2000 e che, per una legge del 1997, ha visto un aumento esponenziale della tassa di concessione dell’Anas che lo ha messo in condizioni di non riuscire più a pagare.

Ha ben 60mila euro di arretrati da pagare per il suo passo carraio:

Un contribuente su due dichiara meno di 15 mila euro

 Per chi dice che il Pil italiano é diminuzione: certo, ci crediamo! E se annoverassimo nel conteggio del Pil anche tutta l’economia sommersa? Sicuramente i risultati del Pil lieviterebbero: un italiano su due dichiara al Fisco meno di 15mila euro lordi di reddito, uno su quattro tra i lavoratori autonomi. L’80% dichiara meno di 26 mila euro. I ricchi sono solo lo 0,2% della popolazione e denunciano al fisco un reddito superiore ai 200mila euro (43.006 lavoratori dipendenti e 20.061 autonomi).

I dati sono stati rilevati dalle prime elaborazioni statistiche che il ministero dell’Economia ha realizzato sulle dichiarazioni presentate da circa 41 milioni di italiani nel 2008 (si tratta quindi di redditi relativi al 2007). Italiani poverelli quindi, ma anche le imprese non sono da meno: dalle dichiarazioni delle società di capitale emerge che metà dichiarano di essere in perdita. Sono state circa 520 mila le società che hanno mostrato un utile, mentre sono state 419 mila quelle in perdita. Le società di capitali sono ormai quasi un milione, con una crescita del 2,9% rispetto all’anno precedente, oltre un quinto di esse risiede in Lombardia.

Partita IVA: impariamo a conoscerla

 Per chi nel nostro Paese punta ad intraprendere un’attività di lavoro autonomo, o imprenditoriale, una delle prime cose da fare è quella di richiedere l’attribuzione della partita IVA; la partita IVA, infatti, definisce univocamente il contribuente, sia esso persona fisica o società, e rimane invariata fino alla cessazione dell’attività. Nel dettaglio, la partita IVA si compone di undici caratteri numerici: i primi sette numeri identificano il contribuente mediante l’attribuzione di un numero progressivo; i successivi tre numeri individuano il codice identificativo dell’Ufficio delle Entrate, mentre l’ultimo numero funge da carattere di controllo. Per ottenere la partita IVA, così come fa presente l’Agenzia delle Entrate nell’Annuario del Contribuente 2009, occorre presentare il relativo modulo di domanda entro e non oltre il termine di trenta giorni dall’inizio dell’attività o della costituzione della nuova società.

Spese rappresentanza: nuove regole e limiti per la deducibilità fiscale

 In scia al Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze dello scorso mese di novembre, ed a seguito delle norme contenute nella Legge Finanziaria 2008, in Italia sono state introdotte delle importanti novità e regole in materia di deducibilità fiscale riguardo alle spese di rappresentanza: dai costi legati alla inaugurazione di nuove sedi e di nuovi uffici ai ricevimenti per ricorrenze nazionali e religiose, e passando per i party aziendali. Tutte quelle citate, in accordo con quanto fa presente l’Agenzia delle Entrate, costituiscono quelle che, agli occhi del Fisco, rientrano tra le “spese di rappresentanza“, a patto che però il soggetto che sostiene la spesa provveda a documentare quali siano i destinatari dei costi sostenuti. Al fine di “fare ordine” in merito alle spese di rappresentanza, mettendo nero su bianco requisiti e condizioni di deducibilità fiscale, l’Agenzia delle Entrate ha provveduto ad emettere una Circolare, la numero 34/E, che illustra le novità contenute nella Legge Finanziaria 2008.

L’Agenzia delle Entrate al Giffoni Film Festival

 Il Giffoni Film Festival nasce nel 1971: Claudio Gubitosi desidera promuovere e far sviluppare il cinema per ragazzi. L’edizione del 2009 sarà segnata da nuove svolte, ma non possiamo certo evitare di menzionare ospiti del calibro di John Travolta, Robert De Niro, Jeremy Irons, Wim Wenders, Ben Kingsley, Kathy Bates, Oliver Stone, Meryl Streep, Krzystof Kieslowsky, Roman Polanski, Danny de Vito… Celebrità che sono state presenti durante i 39 anni di storia del festival.

Anche quest’anno una giuria composta da soli ragazzi. Nel corso del tempo il numero dei giurati è cresciuto fino superare i 2000 provenienti da 44 Paesi di tutti i contnenti. I ragazzi della giuria sono di età compresa tra i 3 e 17 anni, divisi in 4 sezioni il cui é compito sarà sicuramente molto divertente: vedere e votare i film.

Anche quest’anno l’Agenzia delle Entrate partecipa al Giffoni Film Festival. L’Amministrazione finanziaria presenta per il quarto anno consecutivo, il kit “Insieme per la legalità fiscale”.

Tasse universitarie: si possono pagare anche col prestito d’onore

 A Palermo, in scia ad un accordo stipulato tra l’Agenzia delle Entrate e l’Ateneo della città, scatteranno a campione i controlli riguardo alle autocertificazioni presentate dagli studenti universitari per fruire dei benefici legati, ad esempio, alla riduzione dell’ammontare di tasse da pagare per l’iscrizione. Ma l’Università di Palermo, oltre a contrastare i fenomeni di evasione contributiva, punta anche a premiare gli studenti più meritevoli appartenenti a basse fasce di reddito; non a caso, il Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo ha deliberato la stipula con un istituto di credito di un accordo finalizzato a permettere agli studenti meritevoli di accedere ai prestiti d’onore. Nel dettaglio, il prestito d’onore potrà essere concesso sia con la finalità di poter pagare le tasse universitarie, sia di poter coprire le spese derivanti dalla mobilità degli studenti universitari all’estero sia per i progetti Erasmus, sia per il dottorato.

Tassa di successione: i guadagni del fisco Usa sulla morte del re del pop

Da quello che so di testamento ce n’è uno solo, ed esso nomina l’avvocato John Branca e l’impresario musicale John McClain esecutori testamentari di Michael Jackson. Voglio essere chiaro: da oggi al timone della nave ci sono solo Branca e McClain.

Questa la sentenza dei giorni scorsi del giudice Mitchell Beckloff, che ha escluso Katherine Jackson dall’amministrazione del patrimonio del figlio scomparso. La donna avrà solo la possibilità di dimostrare l’esistenza di presunti “conflitti di interesse” per far sì che John Branca non amministri la successione del re del pop.

Così, mentre i fans di Michael Jackson ne piangono ancora la scomparsa (forse più dei familiari), anche il fisco statunitense prende la sua parte: potrebbe appropriarsi di almeno 80 milioni di dollari di tasse di successione. Il patrimonio di Jackson non è stato ancora accertato ma nel 2007 aveva dichiarato 567,6 milioni di dollari di attività e 333,1 milioni di dollari di debiti, per un netto totale di 236 milioni di dollari, ecco quindi una tassa di circa 80 milioni di dollari.

Certificati di residenza: niente imposta di bollo per gli elettori comunitari

 Nel trattato istitutivo della Cee vengono enunciati due principi fondamentali: uno riguarda l’assoluto divieto di discriminazioni in base alla nazionalità; l’altro riguarda la libertà di soggiornare e circolare liberamente nel territorio della Comunità Europea. In applicazione dei due principi, l’Agenzia delle Entrate, con la risoluzione numero 181 di ieri, 10 luglio 2009, ha fatto presente come per gli elettori comunitari i certificati di residenza, richiesti al fine di esercitare il diritto di voto all’estero, siano esenti dall’applicazione dell’imposta di bollo. In base ai due principi citati, quindi, il documento di prassi prevede l’agevolazione relativa all’esenzione dall’imposta di bollo di tutti i documenti e gli atti emessi, ai fini di esercitare il diritto di voto, sia nei confronti degli elettori italiani, sia nei confronti di quelli che risultano essere originari di un qualsiasi Stato appartenente all’Unione Europea.

Regolarizzazione contributiva per le badanti

 A breve sarà presentato al Parlamento un emendamento al decreto anticrisi per la ‘regolarizzazione selettiva’ di colf e badanti, allo scopo di far emergere il lavoro nero.

Per regolarizzare i propri badanti occorrerà denunciare la ‘sussistenza del rapporto di lavoro‘, versando un contributo forfettario che per ora e’ stato fissato in 500 euro. L’autodenuncia esclude le ‘sanzioni penali, civili e amministrative connesse al rapporto di lavoro irregolare’: viene quindi sanato il pregresso. Ogni famiglia potrà regolarizzare al massimo una colf e due badanti. Regolarizzare significa che occorrerà pagare, a favore del dipendente, i contributi previdenziali, ferie e Tfr e tutte le altre voci previste dai contratti di categoria, disponibili presso l’Inps.

Tasse universitarie Palermo: scattano i controlli sulle autocertificazioni

 L’evasione non si annida solo nel lavoro autonomo, nell’attività dei liberi professionisti o nella creazione di società fittizie nei paradisi fiscali, ma anche con il meccanismo delle false dichiarazioni in virtù delle quali si acquisiscono vantaggi e benefici di cui a conti fatti non se ne ha il diritto. Ecco allora che presso l’Università di Palermo è scattato il giro di vite sulle autocertificazioni presentate dagli studenti; a tal fine, l’Ateneo ha siglato un’intesa con l’Agenzia delle Entrate. Quest’ultima effettuerà ogni anno dei controlli a campione sulle autocertificazioni presentate dagli studenti unitamente ai dati reddituali presentati per il nucleo familiare; i dati e le informazioni presentate dagli studenti per l’accesso ai benefici e per l’iscrizione all’Ateneo saranno “incrociati” con quelli dell’anagrafe tributaria.