Cosa si può fare per uscire indenni (il più possibile) dalla crisi? Come affrontarla? Qualcuno prontamente risponde: una tassa sui redditi alti per aiutare chi é più in difficoltà a causa della crisi. La proposta arriva dal segretario del Pd Franceschini che, immaginando la sua vita da premier elenca le tre iniziative che prenderebbe a favore dei cittadini meno agiati e più colpiti dalla recessione:
– un’assegno mensile di disoccupazione per il co.co.pro e chi poi perde il posto e passa a zero euro;
– una misura per le piccole imprese che garantisca l’accesso al credito e riduca l’acconto Irpef di giugno al 20%;
– una misura per i poveri assoluti, circa 1 milione di famiglie ovvero tre milioni di persone. Per questa ultima categoria Franceschini proporrebbe
giannip
Tasse e contributi: pressione fiscale troppo alta anche nel mondo calcistico
Negli ultimi anni il nostro Campionato di Calcio di Serie A ha perso molti dei suoi talenti, i quali sono andati a giocare all’estero, così come portare in Italia un campione affermato è diventato sempre più difficile. E’ più facile che i fuoriclasse vadano a giovare in Spagna ed in Inghilterra piuttosto che nel nostro Paese, e quando si riesce a mettere a contratto qualche stella gli ingaggi richiesti sono così elevati che solo due/tre squadre di Serie A attualmente se li possono permettere. La causa di tutto ciò non è solamente legata ai soldi, che attualmente nel nostro calcio scarseggiano, ma anche ad una tassazione che rende l’Italia un Paese meno competitivo rispetto a Paesi come la Spagna e l’Inghilterra. A metterlo in evidenza nelle ultime ore, nel corso di un’intervista radiofonica, è stato anche l’attuale Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il quale ha sottolineato come per dare un netto di 100 ad un calciatore la società, tasse comprese, debba pagare in Italia oltre 200, mentre in paesi come Spagna ed Inghilterra su 100 netti dati al giocatore il club spende complessivamente tra i 130 ed i 140.
Compartecipazione: é una tassa sui disabili
Le richieste delle famiglie dei disabili e delle associazioni che li assistono si sono fatte sentire. In questi giorni hanno protestato contro la norma che prevede una compartecipazione alla spesa per l’assistenza sanitaria delle persone disabili in strutture semi-residenziali o residenziali. La norma dovrebbe ancora essere accolta e l’auspicio é, come abbiamo appena detto, che non venga assolutamente approvata. La regione si schiera dalla parte dei disabili e delle loro famiglie: all’unanimità, il consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno con il quale la giunta promette di attivarsi per modificare la norma.
La ratio della norma era quella di colamre il deficit della sanità nazionale portando la Regione ad applicare il vecchio decreto ministeriale che prevede la compartecipazione alla spesa. In realtà la stessa regione si é opposta, definendo la norma una vera e propria tassa sulla disabilità.
Contribuenti minimi: pronto il codice tributo per versare l’imposta sostitutiva
L’Agenzia delle Entrate ha predisposto il codice tributo attraverso il quale i contribuenti minimi, riguardo ai redditi da ricavi/compensi conseguiti lo scorso anno dall’esercizio dell’attività, potranno provvedere al versamento dell’imposta sostitutiva così come prevede il regime agevolato introdotto in via opzionale per alcune classi di contribuenti, con basso giro d’affari, con la Legge Finanziaria 2008. Il codice tributo per il versamento dell’imposta sostitutiva sui redditi, nella misura del 20%, è “1800” da utilizzare per i versamenti o per le compensazioni, rigorosamente con trasmissione telematica, con il modello F24; la messa a punto del codice tributo è susseguente alla pubblicazione della risoluzione numero 127/E, messa a disposizione dei contribuenti per la lettura sul sito Internet dell’Agenzia delle Entrate nella apposita sezione “Circolari e Risoluzioni”. A fronte del pagamento di una “cedolare secca” al 20% sulle tasse, i contribuenti minimi possono usufruire di tutta una serie di agevolazioni che può garantire anche risparmi di imposta non trascurabili rispetto al regime “classico”.
Agenzia delle Entrate: adeguamenti con Gerico 2009
Il sito Internet dell’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione il software Gerico 2009 che consente il calcolo delle congruità per gli studi di settore in vigore per il periodo d’imposta 2008. Novità quindi nel software per quanto riguarda l’analisi della normalità economica e i valori di adeguamento agli studi di settore. Gerico segnala i casi in cui si adeguano le soglie di normalità economica in considerazione della crisi per la quale si concede uno “sconto sulle tasse” stimato intorno al 5%. Inoltre, gli stessi correttivi, dovrebbero impattare in modo differenziato per area territoriale.
Tuttavia lo stesso Ministro dell’Economia Giulio Tremonti ammette:
Fisco e lavoro: uno “studio di settore” anche per i dipendenti?
Quest’anno gli studi di settore saranno “più leggeri” per effetto della crisi finanziaria ed economica che ha in molti casi fatto letteralmente crollare i fatturati delle imprese, in particolar modo quelle medie e piccole; e non a caso la versione 2009 di “Gerico” prevede in materia di calcolo presunto dei compensi e dei ricavi un approccio meno severo in virtù dell’introduzione dei correttivi anticrisi. In questo modo, quindi, potrà essere ridotto il carico fiscale sui dati che scaturiscono da Gerico per il professionisti, le PMI ed i lavoratori autonomi, ma soprattutto si evita che buona parte delle imprese che rientrano negli studi vadano a dichiarare compensi e ricavi non conformi con l’innesco di una raffica di contraddittori pronti a sfociare in procedure di accertamento con costi ed oneri a carico sia dell’Amministrazione finanziaria, sia dell’impresa. Ma se i lavoratori autonomi sono stati agevolati con la revisione degli studi di settore, quali sono invece i vantaggi da poter offrire ai lavoratori dipendenti che di certo non se la passano tanto meglio?
Uil: tagliare tasse sulla tredicesima
L’Italia é al 23° posto per quanto riguarda gli stipendi. L’Ocse ha infatti calcolato gli stipendi medi in 30 Paesi, al netto delle tasse e a parità di potere d’acquisto. Gli italiani hanno buste paga che sono poco più della metà di quelle inglesi e più basse di quelle greche e spagnole. Il salario medio dei lavoratori italiani è infatti 21.374 dollari. Nei Paesi Ue il salario medio è di 27.793 dollari l’anno. Nell’Europa a 19, si ha uno stipendio medio di 24.552 dollari.
Secondo l’Ocse pesano soprattutto le tasse: la differenza tra quanto paga il datore di lavoro e quanto intasca realmente il lavoratore. I dipendenti e i loro datori di lavori pagano troppi contributi. E purtroppo questo é dovuto anche all’evasione fiscale: in Italia tanti evadono e gli unici che non possono farlo sono proprio i dipendenti, ecco perchè questi pagano anche per gli altri. In Italia 2 lavoratori su dieci non pagano le tasse. Eccco perchè sono compressi verso il basso i salari delle imprese in regola. Il peso di tasse e contributi su un lavoratore single è del 46,5%, mentre del 36% per un lavoratore sposato e con due figli a carico. Se a un’impresa un lavoratore costa 100 euro, lo stesso lavoratore finisce per ottenere in busta paga soltanto 54,5 euro.
Tassa affitti unica: lotta all’evasione
Oggi é difficile acquistare una casa, eppure i benestanti che hanno più di un appartamento ci sono. Chi incassa l’affitto deve pagare le tasse e se il proprio reddito supera i 75mila euro annui, si paga sull’affitto incassato il 43 per cento. Si tratta della cosiddetta aliquota marginale che spinge in realtà molti proprietari ad affittare in nero. Eppure qualcosa potrebbbe cambiare. In questi giorni il governo sta preparando un decreto legge annunciato Calderoli, Ministro per la Semplificazione legislativa. La nuova norma mira a far pagare un’aliquota fissa sugli affitti pari al 20 – 22 per cento.
La nuova aliquota si chiama “cedolare secca” e sembra un’ottima idea dato che il governo pensa in questo modo di vincere l’evasione (essendo la tassa più bassa tutti dovrebbero essere incoraggiati a pagarla): pagare meno e pagare tutti. La copertura sarà quindi garantita dall’emersione del nero. L’opposizione in questo caso non si oppone:
Software fiscali: pronto Gerico 2009
Semaforo verde in materia fiscale per tutti i contribuenti soggetti agli studi di settore. L’Agenzia delle Entrate ha infatti messo a disposizione da poche ore “Gerico 2009”, il software per determinare e verificare la congruità dei compensi e dei ricavi in sede di dichiarazione dei redditi. La versione 2009 di Gerico si presenta per i lavoratori autonomi e per le imprese sotto una nuova veste in scia ai correttivi apportati per tenere conto, ai fini della determinazione dei compensi e dei ricavi, delle difficoltà congiunturali cui si è dovuto far fronte lo scorso anno, specie nel secondo semestre del 2008. E non a caso, l’Agenzia delle Entrate definisce la versione 2009 di Gerico “a prova di crisi”, visto che per i 206 studi di settore c’è una sezione tutta nuova che, ai fini del calcolo delle soglie cosiddette di “normalità economica“, tiene conto degli effetti negativi della crisi. Sono tre, in particolare, le “aree correttive” del software Gerico 2009 che permettono, specie ai settori dell’economia che più degli altri hanno risentito della crisi, di rientrare nelle soglie di “normalità economica“.
La prima nota o brogliaccio: il primo impatto con le scritture contabili
La prima nota detta anche brogliaccio è una scrittura elementare ovvero una scrittura che serve di preparazione, di analisi e di completamento alle scritture complesse, é dipreparazione per la compilazione del libro giornale. Siamo quindi di fronte a un registro elementare, per cui la prima nota non richiede nessuna forma obbligatoria. Ciò significa che ogni impresa può crearne una propria, ovvero un foglio di calcolo creato appositamente dall’azienda: ad esempio, la prima nota potrebbe essere tenuta anche con un semplice foglio excel. Non esistono neanche particolari regole da seguire per la sua compilazione, ma una caratteristica é importantissima: chiarezza e precisione di tutte le informazioni che andremo a inserire nella prima nota.
Le operazioni devono essere riportate in ordine di data. Su di essa dovranno essere riportati tutti i fatti esterni di gestione e per ognuno di essi si dovrà indicare appunto la data, i riferimenti ai documenti originari, la descrizione, l’importo e qualsiasi riferimento ad altri atti di gestione.
Studi di settore: come difendersi in caso di accertamento
A causa della crisi finanziaria ed economica, è probabile che quest’anno molti contribuenti, in particolar modo i liberi professionisti, i lavoratori autonomi e le piccole imprese rientranti negli studi di settore, vadano a dichiarare in sede di Unico 2009 un ammontare di reddito 2008 inferiore a quello che, in via presuntiva, è emerso attraverso il software Ge.Ri.Co. 2009. In tal caso, il contribuente, pur dichiarando l’effettivo ammontare dei redditi, è potenzialmente sottoposto a verifiche che, in sede di contraddittorio, dovranno indurre il contribuente stesso a presentare in tutto e per tutto delle “attenuanti” all’Amministrazione finanziaria, ovverosia delle motivazioni valide per cui sono stati conseguiti redditi inferiori a quelli presunti. Il contribuente onesto può comunque stare sostanzialmente tranquillo, visto che, in accordo con quanto previsto dalla Legge Finanziaria 2005, prima che l’Ufficio delle Entrate emetta l’avviso di accertamento, il contribuente viene avvisato con una lettera nella quale vengono esplicitati gli elementi relativi all’accertamento, e nella quale si viene invitati a presentarsi presso l’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate.
Tasse: più equità con una riforma profonda ed incisiva
Le inefficienze del nostro sistema fiscale creano disuguaglianze e penalizzano quelle categorie sulle quali il prelievo è alla fonte, ovverosia i pensionati ed i lavoratori dipendenti. Per questo, secondo quanto messo in evidenza dal leader della CISL Raffaele Bonanni nella sua relazione al congresso del Sindacato, è necessaria una profonda e incisiva riforma del nostro sistema fiscale senza sostanzialmente continuare con interventi “tampone” parziali e/o occasionali. Il leader della CISL, di conseguenza, ritiene che l’azione di lotta e di contrasto all’evasione fiscale possa affermarsi solamente se c’è una diffusione e l’affermazione di una cultura della legalità a livello fiscale, ed in tal senso Bonanni ritiene giusto che così come il lavoro dipendente paga le tasse alla luce del sole, allo stesso modo per quello autonomo è necessario che venga reintrodotto l’obbligo della tracciabilità dei pagamenti. La perdita di potere d’acquisto per i salari e le pensioni è infatti oramai una vera e propria emergenza nazionale, al punto che l’OCSE in un recente rapporto ci ha relegato al 23-esimo posto su trenta Paesi monitorati.
San Francisco: per fumatori maleducati tassa sulle sigarette
Mentre in alcune zone del mondo si incentivano i dipendenti pubblici a fumare, qualcuno indiscutibilmente più civile invita i cittadini fumatori a essere più educati. Non che il popolo dei fumatori sia composto prevalentemente da persone poco inclini al vivere civile, ma oltre coloro che gettano i mozziconi nelle spazzature ci sono purtroppo altri che, incuranti, lasciano gli avanzi di sigaretta dappertutto. E lo vediamo anche sulle nostre strade, dove spesso spostando lo sguardo non possiamo far altro che notare la sporcizia causata dai mozziconi di sigaretta.
Fumatori maleducati e che sporcano? Se appartenete a questa categoria e abitate a New YorkGavin Newsom probabilmente sarete costretti a pagare una tassa sulle vostre amate sigarette. Chi sporca paga. Questo deve essere stato il pensiero di , sindaco di San Francisco, che presenterà al Consiglio comunale la sua proposta per un’extra-tassa sulle sigarette.
Cooperative e agevolazioni fiscali
La società cooperativa è una società composta da almeno tre soggetti che gestiscono in comune una impresa allo scopo di fornire aloro stessi dei beni, dei servizi o del lavoro. Quindi mentre negli altri tipi di impresa si produce per vendere, nelle cooperative si produce per sè stessi.
Qui si evince lo scopo mutualistico delle cooperative: ovvero il fine della cooperativa é il soddisfacimento dei bisogni degli stessi soci. Bisogni che possono essere: bisogno della casa, di un lavoro, di beni di consumo. L’articolo 45 della Costituzione la Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. Alla base della cooperativa c’è dunque la comune volontà dei suoi membri di tutelare i propri interessi di consumatori, lavoratori, agricoltori, operatori culturali, e la volontà deve tramutarsi in fatti concreti ovviamente. Mentre il fine ultimo delle società è la realizzazione del lucro e si concretizza nel riparto degli utili patrimoniali, le cooperative hanno invece uno scopo mutualistico.