Cinque per mille: iscrizione enti entro il 20 aprile

 Con la Legge Finanziaria del 2006, lo Stato ha stabilito di destinare in base alla scelta del contribuente, una quota pari al 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche a finalità di sostegno di particolari enti. Si tratta di una forma di finanziamento che non comporta oneri aggiuntivi al contribuente, difatti, tramite la compilazione dell’apposita sezione nella dichiarazione dei redditi, il contribuente sceglie semplicemente la destinazione di una quota della propria IRPEF che ha già pagato.

Quali sono gli enti beneficiari? Il palco dei partecipanti é variegato: vi sono anche numerosi enti non Onlus come ad esempio associazioni di promozione sociale ed associazioni di volontariato. La somma comunque é per il sostegno dei quattro settori rappresentativi del:

L’Irap sui call center accentua la crisi

 Siete studenti universitari o disoccupati in cerca del primo impiego? In attesa di trovare altro, molti inviano il curriculum ai call center, soprattutto al Sud sono diventati quasi una moda, dove giovani ed anche meno giovani, alcune volte rassegnati dalla mancanza di altri posti di lavoro, si apprestano a fare quest’esperienza. Ma anche qui inizia a farsi sentire la crisi. E non solo, qualcuno comincia a lamentarsi per le tasse. Renato Rabellino, segretario della Slc-Cgil, dichiara relativamente alla provincia di Torino:

In altre province, fuori Torino, già sono stati persi appalti, in qualche caso anche della pubblica amministrazione, a favore di call center del Sud. Nella crisi molte grandi aziende e anche banche e assicurazioni portano all’esterno, per abbattere i costi, l’assistenza o la gestione dei clienti. La tentazione è scegliere quelli che costano meno. Sono ben lieto se al Sud si creano posti di lavoro, ma non a scapito dei lavoratori piemontesi. Qui siamo riusciti negli anni ad arrivare a un buon numero di aziende dove è tutto regolare, non ci sono più co.co.pro, ogni anno si fanno le verifiche e si assume per non eccedere il 40% di tempo determinati sul totale. In molti dei nuovi call center del Sud non è così.

Codacons avvìa ricorso rimborso Iva: i tempi potrebbero essere lunghi

 Il Codacons ha annunciato d’aver avviato l’azione collettiva a tutela dei cittadini italiani in merito all’imposta sul valore aggiunto (IVA) pagata sinora dai cittadini sullo smaltimento dei rifiuti. Il Codacons si schiera quindi dalla parte dei cittadini aiutandoli a far valere i propri diritti per il risarcimento dell’IVA pagata in maniera illegittima. La ratio dell’iniziativa è una sentenza della Corte di Cassazione che, in linea con l’orientamento comunitario, ha stabilito che

il corrispettivo che i cittadini devono pagare per la raccolta e smaltimento dei rifiuti – afferma il Codacons – è una tassa e non una tariffa. Se fosse una tariffa l’Iva sarebbe applicabile, ma essendo una tassa questo non è legittimo! Afferma infatti la Corte: “Gli atti con i quali i gestori manifestano la pretesa creditoria hanno natura intrinseca di atti amministrativi. Ne discende che gli stessi devono possedere tutti i requisiti fondamentali dei provvedimenti impositivi e, segnatamente, la motivazione che giustifica la richiesta di pagamento del gestore.

Fisco: l’italiano medio dichiara 18.300 euro l’anno

 Solo il 10% degli italiani paga oltre la metà delle tasse di tutto il Paese, ossia quasi 70 miliardi di euro. Lo conferma uno studio del dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia, basato sulle ultime dichiarazioni dei redditi disponibili, ovvero quelle del 2007 sull’anno di imposta 2006. Secondo l’indagine un contribuente su tre paga poco più di 800 euro al mese, e uno su quattro rientra nella cosiddetta «no tax area» (cioè non paga imposte a causa del basso reddito e dell’effetto delle deduzioni e delle detrazioni). Vediamo nello specifico i dati della rilevazione:

Ocse pubblica lista grigia e lista nera paradisi fiscali

 L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ha pubblicato ieri le liste di paradisi fiscali. Decisivo é stato l’incontro del G20 dove si é concluso di agire contro gli Stati che non collaborano in campo fiscale. Come é facile immaginare la lista nera comprende i paesi che non si sono mai impegnati a rispettare gli standard internazionali; quella grigia comprende 38 paesi che pur essendosi impegnati a rispettare le regole dell’Ocse non le hanno concretamente applicate.

Forse il dito puntatp contro darà i suoi effetti? Proprio oggi il Principato del Liechtenstein, che di recente ha allentato il principio del segreto bancario, ha avviato lo scambio di informazioni in materia fiscale con la Gran Bretagna per “controllare” la conformità fiscale dei clienti britannici che hanno conti in Liechtenstein.

Rimborso Iva tassa sui rifiuti

 Un bel pò di denaro gettato nell’immondizia. Non si può esprimere in altri termini l’Iva pagata sulla tassa dei rifiuti. Già perchè se avete conservato la ricevuta delle tasse e su di esse vi é stata applicata l’Iva allora potrete chiederne il rimborso immediato. L’azione legale sarà avviata dal Codacons per ottenere la restituzione dell’Iva pagata sulla tassa per lo smaltimento rifiuti. La Corte di Cassazione ha infatti stabilito che il corrispettivo che i cittadini devono pagare per la raccolta e smaltimento dei rifiuti è una tassa e non una tariffa e quindi l’Iva é inapplicabile. Non si può infatti ‘Ivare’ una tassa. La tariffa di igiene ambientale (TIA) si rivela iin realtà nella fattispecie una Tassa per lo smaltimento dei rifiuti urbani (TARSU). Questa IVA al 10% non doveva essere pagata, e ora può essere recuperata attraverso il ricorso alle Commissioni tributarie.

No tasse per nuovi imprenditori e cassa integrazione per precari

 Buone notizie per chi ha deciso di intraprendere una nuova attività imprenditoriale. il governo annuncia di essere deciso a dare degli incentivi a coloro che decidono di affidarsi a sè stessi e dare vita ad un’attività economica. Chi aprirà un’azienda sarà escluso dalla tassazione per i primi tre anni. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nella conferenza stampa conclusiva del G8 Lavoro:

Stiamo studiando un aiuto per chi vuole diventare imprenditore e fondare un’impresa escludendolo dalla tassazione per i primi tre anni.

Inoltre il presidente del Consiglio ha poi confermato che la cassa integrazione sarà allargata anche ai precari. A sentirla dire così sembra quasi un miraggio, ma Berlusconi continua sicuro:

Lo Stato tarda nel rimborsare le tasse

 In Italia non esiste solo l’evasione, ma ci sono tanti onesti cittadini che pagano le tasse e a volte pagano anche più del dovuto e attendono, con ansia, il rimborso da parte dello Stato. Ma molti attendono invano, o comunque, tempi biblici. Nuovo record europeo negativo per il fisco italiano che a febbraio ha raggiunto la cifra di 30,4 miliardi di euro da rimborsare agli oltre 12,6 milioni di contribuenti – secondo i dati da Contribuenti.it, Associazione Contribuenti Italiani -.

Un’Italia debitrice nei confronti dei cittadini quindi ma che aspetta per rimborsare quanto dovuto. Pare infatti che per ottenere un rimborso Irpef i contribuenti italiani debbano aspettare dai 13 ai 27 anni. E siamo veramente messi male, direbbe qualcuno.  In Turchia l’attesa è di soli 4 anni, negli Stati Uniti sono sufficienti appena 2 mesi per un rimborso totale.

Chocolate tax presentata (e bocciata) in Scozia

 Tassa che va e tassa che viene. mentre qualcuno pensa ad abolire le tasse aeroportuali (per la gioia di tutti i viaggiatori costretti a pagare più al fisco che alle compagnie aeree), qualcun’altro pensa a tassare la cioccolata. La singolare proposta arriva dalla Scozia dove il medico David Walker propone tassare il cioccolato proprio come l’alcool e le sigarette allo scopo di combattere l’obesità e il diabete di tipo 2. Quali i “pericoli” che si insidiano nelle barrette? Una confezione di cioccolatini da 225 grammi corrisponde a più di 1.200 calorie, cioè metà del fabbisogno energetico giornaliero raccomandato per l’alimentazione giornaliera dell’uomo.

Tassando il cioccolato il fisco aumenterebbe le sue entrate e il medico in questione ha anche un’idea su come utilizzare i nuovi introiti: il denaro potrebbe essere destinato proprio alla lotta all’obesità.

Aumenta lo stipendio, ma anche le tasse

 Le nostre tasche sono diventate più leggere o, nel migliore dei casi, di ugual peso rispetto al passato. I salari dei dipendenti italiani infatti, dal 1993 sino a oggi hanno fatto registrare una crescita che è pari allo zero. Possibile che non ci sia stato un aumento in quindici anni? Il motivo risiede nella forte pressione fiscale. L’elaborazione è stata effettuata dall’Ires, il centro studi della Cgil, che ha lavorato con un pool di economisti. Durante questi anni i lavoratori dipendenti hanno lasciato nelle casse del fisco 6.738 euro cumulati. Nel totale, perciò, lo Stato ha riscosso ben dodici miliardi di euro reperiti con l’aumento della pressione fiscale.

Saranno soppresse (o almeno ridotte) le tasse aeroportuali?

 Solo alla fine dello scorso anno, entrava in vigore un nuovo regolamento dell’Unione Europea che di fatto ha reso obbligatoria per le compagnie aeree l’inclusione di tutte le componenti del prezzo finale del biglietto già dall’inizio della transazione o sulla pubblicità. Quanti di noi infatti fino allo scorso anno hanno acquistato a prezzi stracciati biglietti aerei, o meglio, credevano di acuistarli a prezzi irrisori, ma una volta conclusa la trattativa finale on line, compariva il verdetto finale con costi comprensivi di tasse e quant’altro? Dal primo gennaio del 2008 l’Antitrust ha comminato ben sei condanne con sanzioni per 47.500 euro.

Le multe riguardavano pubblicità di tariffe aeree considerate ingannevoli. Spesso appunto su riviste e giornale apparivano strepitose offerte che promettevano viaggi a prezzi molto bassi, omettendo di dichiarare tasse e supplementi aggiuntivi che ci veniva rivelato solo quando si arrivava, quasi, a scrivere il numero della carta di credito. Ora grazie alla cosiddetta trasparenza dei prezzi é piu facile comparare i prezzi tra le diverse compagnie aeree.

Tassa sulle cremazioni a Roma

 In Italia hanno deciso di far rivoltare nostri cari nella tomba. Dopo la “tassa sui morti” in provincia di Napoli, anche il capoluogo ha deciso di non lasciar in pace coloro che sono passati a miglior dimora ai quali fa recapitare una bella tassa, che però incomberà ovviamente non sui diretti interessati ma sugli interdetti eredi.

Oltre alla tassa sui matrimoni, che il sindaco Alemanno si e’ subito rimangiato dopo la denuncia del Pd, ha posto una tassa anche sulle cremazioni che fino ad oggi erano gratuite per i romani (a pagamento solo per i non residenti)”.

Commenta il consigliere comunale del Pd Athos De Luca, Vicepresidente della Commissione Ambiente.

Veloce la risposta di Federico Guidi, presidente della commissione Bilancio del Comune di Roma:

Tassa sul matrimonio a Roma? Alemanno: No grazie

 Desiderate sposarvi nella città più bella del mondo? Tutto ha un prezzo e dopo spese ricevimento, abiti, fedi e luna di miele, arriva anche la tassa sul matrimonio. Qualcuno ha pensato di introdurre nella città di Roma un aumento delle tariffe per gli sposi da weekend (causa straordinari dei dipendenti). La proposta era stata infatti inserita all’interno della manovra finanziaria. La tassa imponeva si anche ai romani, come già accade per i non residenti, la celebrazione delle nozze programmate nei week-end (200 euro) e nei giorni feriali fuori dagli orari previsti (150 euro). E non erano pochi i romani “costretti” a sposarsi nel week end dato che la settimana era spesso occupata.

Ecco come commentava il consigliere comunale di Roma del Pd, Athos De Luca:

Tassa sul lusso sui fuoriclasse del calcio

 Volete Buffon e Ronaldo? Nessuno ostacolerà il vostro desiderio, ma se desiderate nella vostra squadra dei fuoriclasse, dovrete pagare la “tassa sul lusso“. Il calcio europeo affronta la crisi economica e rileva lo squilibrio economico che già preoccupa Michel Platini, presidente del calcio europeo. La Uefa a Copenaghen commenta il critico momento economico e le conseguenze sui club. Un’idea? Una tassa sul lusso per ridistribuire la ricchezza tra le società e una commissione di controllo per migliorare il fair play finanziario nelle competizioni Uefa per club. Una tassa sul lusso perequativa, per evitare che siano sempre le stesse squadre a contendersi il campionato.

In cosa consisterebbe la tassa? Si basa sul modello fiscale della Major League statunitense di baseball: far sì che le grandi potenze del calcio europeo, in futuro, debbano versare un’imposta sui fuoriclasse che hanno in rosa, sui trasferimenti e sugli stipendi. Il ricavato della tassa, poi, verrebbe distribuito fra i piccoli club allo scopo che questi possano effettuare nuovi investimenti ed evitare quindi quello squilibrio che negli ultimi anni ha contraddistinto diversi campionati nazionali, dominati da una o al massimo due squadre.