I prossimi quarant’anni della Terra a livello ambientale non sono purtroppo incoraggianti: le stime più accreditate parlano infatti del 2050 come di un anno complicato da questo punto di vista, dato che i dieci miliardi di popolazione che vi sarà allora dovrà fare i conti con un’emergenza importante, quella dell’acqua potabile. A dire il vero, però, questo problema esiste già ora, con 1,6 miliardi di persone che non hanno accesso al prezioso liquido. Ecco allora che si stanno studiando delle misure volte a scongiurare gli eventi più negativi, come ad esempio il razionamento graduale delle risorse idriche, ma anche e soprattutto il pagamento dell’acqua da imporre a chi la utilizza. L’acqua è un diritto irrinunciabile dell’umanità secondo le Nazioni Unite, dunque non è un caso che le discussioni siano così approfondite.
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L’ipotesi di Lars Thunell, vicepresidente esecutivo della International Finance Corporation (una delle principali divisioni della Banca Mondiale), è quella di imporre una tassa per imprese e agricoltori, in modo che sia possibile portare il bene in questione in quelle zone in cui ce n’è maggiormente bisogno. In pratica, si tratta di una vera e propria imposta di scopo, come ne abbiamo conosciute tante nel nostro paese, ma lo stesso Thunell ha ricordato che spesso si dimenticano gli utilizzi dell’acqua che non riguardano l’ambito alimentare, vale a dire quelli industriali, quelli domestici e quelli agricoli.
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Potrà essere questa la soluzione definitiva a una piaga che esiste da tantissimo tempo? L’Unione Europea ha più volte invitato e incoraggiato i vari governi a implementare in maniera concreta politiche efficienti di risparmio per quel che riguarda la distribuzione idrica, se questa tassa fosse davvero utile per migliorare il quadro allora forse diventerebbe più accettabile. Si attendono altri dettagli per quel che riguarda il profilo fiscale di questo provvedimento, ad esempio l’aliquota e gli importi da sostenere.