Non c’e’ unanimita’ tra i 27 ministri finanziari dell’Unione europea sul prelievo sulle banche che dovrebbe finanziare il fondo anticrisi, c’è chi dice sì alla tassa, ma diverse sono le posizioni sulle modalita’ applicative. La Banca centrale europea ha voluto ieri lanciare un messaggio, subito dopo un vertice governativo a Bruxelles: le prime proposte per rafforzare il Patto di Stabilità non sono sufficienti e vanno rese più stringenti, inoltre é fuori luogo la possibilità di introdurre nuove tasse sulle banche in un momento in cui le istituzioni finanziarie sono chiamate a nuove e urgenti ricapitalizzazioni.
Ora non e’ il momento di tassare le banche, la priorita’ e’ usare le risorse per ricapitalizzarle, gli istituti di credito non vanno indeboliti – ha sottolineato personalmente il membro del board Bce Lorenzo Bini Smaghi -, intervenuto all’Europarlamento per una audizione sulla ‘governance economica’ riferendosi sia al prelievo sulle banche sia alla tassazione delle transazioni finanziarie. Spesso in passato abbiamo potuto notare come le procedure siano troppo lente e laboriose prima che si possa finalmente agire per incentivare o forzare gli stati membri a correggere l’evoluzione delle proprie finanze pubbliche. Sarebbe un errore pensare che i rischi emersi in primavera non riemergeranno più. A meno che le debolezze venute alla luce durante la crisi non verranno corrette, nuove ondate di instabilità potrebbero riaffiorare.
Il Commisssario Ue al mercato interno, Michel Barnier, ha inoltre sottolineato che il mese prossimo e’ prevista un’ulteriore comunicazione sul fondo anticrisi finanziato dalle banche. La discussione in Europa sulla tasse sulle banche rimane così aperta e ci sono posizioni diverse da paese a paese. Lo ha confermato anche il ministro dell’Econonomia, Giulio Tremonti, nel corso di una conferenza stampa al termine dell’Ecofin.
Nel corso del vertice – ha concluso il ministro dell’Economia – ci siamo solo chiariti su che tipo di tassa è, e a cosa serve.