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Boom del fisco britannico: Iva sugli scudi

 L’amministrazione finanziaria della Gran Bretagna ha letteralmente messo le ali: il gettito fiscale conseguito infatti dall’HMRC (acronimo che sta per Her Majesty’s Revenue and Customs, l’Agenzia delle Entrate britannica) è tornato in territorio positivo ad aprile dopo oltre due anni, mettendo anche a tacere il pessimismo che era sorto alla luce della recente introduzione della legge di Bilancio. Il paese dovrà quindi riscrivere in qualche modo la propria agenda economica, soprattutto dal punto di vista fiscale. Come è stato possibile raggiungere un simile traguardo in un momento così travagliato? L’Imposta sul Valore Aggiunto è stata quella che ha messo a segno il rialzo più evidente, addirittura un incremento di 34 punti percentuali; da cinque anni è stata fissata un’aliquota pari al 17,5%, dopo la lunga transizione da parte di quella al 15%, ma gli incrementi non sono dovuti in gran parte a ciò.

 

In effetti, secondo quanto rilevato dagli analisti, tutto sarebbe la conseguenza dell’uscita del Regno Unito dalla recessione e l’ingresso in un ciclo economico finalmente positivo, con una maggiore domanda interna (i consumi comportano un rialzo dell’Iva per gli acquisti). Rimane comunque il problema del bilancio, ancora dai vivaci colori rossi, visto che ormai il deficit totale si aggira attorno ai 145 miliardi di sterline, seppur in diminuzione rispetto a quanto previsto. Un altro risultato molto importante è stato ottenuto anche dalle ritenute. Si tratta, in questo caso, di una rilevazione insolita, quella delle trattenute operate dai datori di lavoro e da versare appunto all’erario.

 

Il pagamento in anticipo è stato favorito senza dubbio dalla nuova aliquota al 50% su tutti quegli introiti che superano il limite delle 150.000 sterline all’anno. La scelta di rimandare al prossimo anno il versamento tributario in questione potrebbe dunque funzionare. Ma da Londra fanno sapere che l’inatteso boom delle entrate fiscali non impedirà comunque l’introduzione di nuove spese per quel che concerne il settore pubblico, le cui misure verranno pertanto confermate in blocco.