Il periodo attuale viene considerato da diversi paesi il più propizio per intensificare la lotta all’evasione fiscale: se in Italia sono ben noti i blitz della Guardia di Finanza e degli ispettori turistici in diverse località, anche il Brasile si sta caratterizzando in questo senso, con un’amministrazione agguerrita e senza scrupoli, non a caso ribattezzata “il leone”. Si tratta, nello specifico, della Receita Federal do Brasil, l’ente che gestisce le tasse e le imposte del vasto paese sudamericano, davvero poco tenero nei confronti degli evasori. Già il 2011 si era contraddistinto per dei numeri davvero interessanti, vale a dire il recupero di un gettito pari a 109 miliardi di reale e oltre il 10% di aumento per quel che concerne le entrate fiscali.
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Ma come si spiegano questi risultati così brillanti? Il Fisco carioca si avvale di ben dodicimila persone implacabili contro chi vuole fare il furbo in ambito tributario: il territorio brasiliano è molto vasto, ma le squadre in questione sono capaci di controllare e stanare chi si è reso protagonista di dichiarazioni dei redditi fasulle. Tra l’altro, non sono poche le proteste per i comportamenti di questi stessi agenti, ma è lo stesso governo di Brasilia che ha voluto imporre dei metodi chiari e che non badano al sodo.
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Il presidente Dilma Russeff è stata molto chiara nel suo programma politico e il mancato raggiungimento di questi traguardi relativi alle tasse comporterebbe delle conseguenze gravi dal punto di vista finanziario, come ad esempio l’aumento dell’inflazione. I numeri sono finora dalla parte dell’esecutivo, tanto che anche i primi mesi del 2012 sono stati caratterizzati da recuperi importanti: non è un caso, quindi, se il modello in questione viene addirittura esportato in altre nazioni, come ad esempio la Cina, la Tanzania e il Cile, una chiara testimonianza del successo del piano anti-evasione.