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Buffett si rivolge ai miliardari americani: paghino più tasse

 Le ricchezze sono fatte per essere spese: recita così una delle massime del filosofo britannico Francis Bacon, autore empirista che sembra aver ispirato Warren Buffett. In effetti, l’imprenditore statunitense, numero uno della holding Berkshire Hathaway, la pensa allo stesso modo e ha fatto conoscere questa sua riflessione in una intervista rilasciata all’emittente televisiva americana Abc; secondo l’”oracolo di Omaha”, chi possiede ingenti ricchezze dovrebbe pagare un numero maggiore di tasse, con l’auspicio che l’era Bush, contraddistinta da tagli fiscali pensati appositamente per i maggiori contribuenti, possa terminare entro la fine di dicembre. La proposta, poi, prevede anche delle agevolazioni tributarie nei confronti delle classi medie; Buffett ha incluso anche sé stesso nel novero dei nuovi pagatori, una sorta di generosità inattesa in questo preciso momento storico.


Nancy Pelosi, presidente della Camera dei Rappresentanti, sta pianificando un taglio più esteso delle tasse per i cittadini americani, con l’intenzione di applicare ritenute più alte solamente ai primi 250.000 dollari del reddito di una coppia sposata, oppure ai 200.000 dollari di una persona singola. Il discorso del miliardario, terzo uomo più ricco al mondo, è molto chiaro in questo senso:

I ricchi sono soliti asserire che con più denaro a disposizione possono essere in grado di spendere somme maggiori e far girare l’economia. Ma questo atteggiamento non ha ottenuto alcun tipo di successo negli ultimi dieci anni e spero che il pubblico americano lo comprenda.

Il leader dei Democratici alla Camera, Steny Hoyer, ha espresso la sua volontà di discutere col presidente Obama tutti i provvedimenti da adottare in tale campo. Si tratta di un confronto fondamentale, anche perché, nonostante le varie leggi proposte per venire incontro alle esigenze dei contribuenti, i livelli marginali del reddito continueranno a crescere, mentre vi sarà un taglio alle agevolazioni fiscali destinate alle famiglie e un incremento contestuale delle imposte sui dividendi e i cosiddetti capital gains.