La Bulgaria ha dunque deciso di introdurre nella propria legge finanziaria per il 2010 una norma specifica per l’assoggettamento dell’Imposta sul Valore Aggiunto anche nei confronti delle attività professionali: in effetti, fino a questo momento, proprio tali attività erano escluse dalla tassa. Per essere più precisi, bisogna dire che potrà rientrare nell’ambito dell’operatività dell’Iva anche l’attività di difesa legale. Quali sono le motivazioni che hanno spinto il Parlamento di Sofia ad adottare una simile misura fiscale? Anzitutto, era necessario adempiere agli obblighi comunitari assunti verso la Commissione Europea; ciò nonostante, l’applicazione dell’Iva al 20% in queste specifiche attività ha provocato alcune prese di posizione. Il sindacato forense bulgaro, in particolare, ha lamentato una ricaduta negativa sui consumatori finali, i quali dovranno sostenere un aumento delle tariffe che verranno praticate dagli avvocati.
Inoltre, il presidente della Repubblica, Gheorghi Parvanov, ha avanzato un ricorso presso la Corte Costituzionale bulgara, in modo da accertare i possibili effetti della modifica fiscale sulla costituzione. Dallo scorso 1° gennaio, dunque, le attività strettamente processuali hanno subito un aggravio: il problema principale, a questo punto, sarebbe l’impossibilità di molti cittadini di pagare le parcelle degli avvocati, schizzate verso l’alto a causa dell’introduzione dell’Iva, un fattore che potrebbe far aumentare il numero delle cause per cui nominare un difensore d’ufficio. È ovvio che questa applicazione tributaria risponde principalmente a delle motivazioni di politica fiscale e, come già accennato, comunitaria; ma è anche vero che una situazione del genere può comportare l’aumento delle condanne contro la Bulgaria per la trasgressione dei diritti a Strasburgo.
Il dibattito è molto acceso, ma un po’ di chiarezza è stata portata da Simeon Dyankov, ministro delle Finanze, il quale, illustrando questo progetto di riforma della legge sull’Iva, ha fatto cenno a un’ipotesi di riduzione dell’aliquota a partire dal 2011 (per la precisione, si tratta di un calo di due punti percentuali).