Jerry Brown, governatore dello stato della California, ha un pensiero fisso nella sua mente, quello di dar vita a un referendum fiscale da 9,3 miliardi di dollari: l’intenzione è quella di assestare il deficit di bilancio del vasto stato federale, in modo da anticipare la tornata elettorale che si terrà a giugno. Brown sta dunque cercando di ottenere il sostegno dei Repubblicani per quel che concerne alcuni aumenti relativi alle imposte sul reddito e alla cosiddetta “vehicle tax”. Mantenere due tributi di questo tipo potrebbe infatti significare un bilancio più solido e meno tagli a servizi come l’istruzione e la pubblica sicurezza. Il “Partito dell’Elefante” vorrebbe anche adottare misure per smantellare l’attuale sistema pubblico di pensioni, il quale garantisce livelli di beneficio senza far alcuna distinzione per quel che riguarda i rendimenti, puntando invece su un piano più tradizionale.
Comunque, qualsiasi estensione di tasse e tributi dovrebbe venire a conclusione nel giro di diciotto mesi. Entrando maggiormente nel dettaglio fiscale, c’è da dire che il referendum comprenderà molte modifiche a carattere tributario: si tratta, in particolare, degli aumenti delle imposte sui redditi (0,25 punti percentuali in più), l’incremento dell’1% della tassa sulle vendite al dettaglio (la quale arriverebbe così all’8,25%), un rialzo delle tariffe applicate alle immatricolazioni automobilistiche (+0,5%) e una riduzione della cosiddetta “child tax”, l’imposta annuale che potrebbe passare da 309 a 99 dollari complessivi.
Un mancato accordo rappresenterebbe una sconfitta di non poco conto per il governatore californiano, il quale si troverebbe ad affrontare il primo elemento negativo da quando si è insediato a Sacramento (gennaio 2011). La questione fiscale rimarrà quindi un punto cruciale per lo stato americano: la precedente gestione del governatore Arnold Schwarzenegger ha lasciato in eredità un buco finanziario pari a cento miliardi di dollari, un deficit che è stato totalizzato nel corso degli ultimi tre anni e che ha messo più volte a rischio le casse federali.