Da tre giorni anche la città di Perugia ha la sua tassa di soggiorno: oggi, inoltre, sarà compito del Consiglio Comunale del capoluogo umbro esaminare nel dettaglio quali modifiche devono essere apportate al regolamento che è stato approvato ormai da quasi nove mesi. Uno dei cambiamenti più importanti è quello che prevede la fissazione dell’aliquota a un importo minimo di cinquanta centesimi a notte e per persone (in precedenza si era parlato di un euro, con una riduzione del 50% dunque), fino a un massimo di cinque euro. A cosa servirà di preciso tale gettito tributario?
L’obiettivo primario è quello di finanziare degli interventi importanti in materia di turismo, senza dimenticare la manutenzione, la fruizione e il recupero dei beni culturali e di quelli ambientali. D’altronde, moltissimi enti locali sono in difficoltà economiche, pertanto una tassa simile non può che essere una manna dal cielo, nonostante le continue polemiche. Molte associazioni sono state chiamate in causa per perfezionare il tutto: gli operatori sono a dir poco inquieti per via della crisi economica, tanto che i contenziosi relativi alla tassa hanno di fatto imposto una nuova e più accurata definizione del ruolo dei gestori delle strutture in questione. Questi ultimi, infatti, non possono essere qualificati come dei veri e propri responsabili di imposta, ma avranno delle responsabilità limitate per quel che concerne la gestione tributaria.
Tra l’altro, le sanzioni pecuniarie previste arrivano fino a un massimo di cinquecento euro. La Confcommercio perugina dovrà presentare proprio stamattina il proprio rapporto sulle performance del settore turistico e dei servizi. I gestori saranno obbligati anche a comunicare il numero complessivo di chi ha pernottato e di chi ha beneficiato delle varie esenzioni (minori di quattordici anni, pazienti ricoverati in strutture pubbliche e altre ancora), con la multa più bassa che sarà pari a cinquanta euro. Perugia sta pensando ora a come investire in maniera mirata per promuovere il turismo culturale.