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Canone Rai e paradisi fiscali televisivi

 La detenzione di apparati atti alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive è disciplinata da un regio decreto che risale al 193. Ecco perchè é obbligatorio, purtroppo, pagare il canone Rai anche se non lo si utilizza. Non molto tempo fa abbiamo difatti pubblicato un post di un preside costretto a pagare gli arretrati per non aver ottemperato al debito verso la televisione di stato. Il signore in questione, non amando la tv, non ne possedeva neanche una in casa e si è quindi sentito legittimato a non pagarne il canone e a stracciare i relativi bollettini.

Indipendentemente dalla qualità o dalla quantità del relativo utilizzo, è statuito dall’articolo 1 del regio decreto n. 246 del 21 febbraio 1938 e confermato dalle sentenze della Corte costituzionale n. 535 del 12 maggio 1998 e della cassazione (n. 8549 del 3 maggio 1993), il canone Rai deve essere pagato. Il ministero dell’Economia e delle Finanze, per il tramite del dipartimento del Tesoro, partecipa per la quota del 99,56 per cento sulla RAI Radio Televisione Italiana Spa (lo 0,44 appartiene alla Siae).

I titolari di abbonamento alla radio o alla televisione devono provvedere al versamento del canone annuale entro il 31 gennaio ovvero in due rate, una a gennaio e una a luglio. Oppure anche in 4 rate trimestrali da 28,56 (entro 31 gennaio, 30 aprile, 31 luglio, 31 ottobre). Si può pagare presso Poste Italiane Spa, tabaccherie, telefonicamente o sul web con carte di credito, bancomat presso gli sportelli automatici).

In Europa esistono anche i paradisi fiscali televisivi. Alcune nazioni, infatti, non prevedonola tassazione sulle tv. Paesi Bassi, Portogallo, Ungheria e Spagna sono nazioni che non pagano canone. Spesso il 50 per cento poggia su sovvenzioni statali, il 40 per cento sugli introiti pubblicitari e il 10 per cento dalla vendita dei programmi tv.

Ognuno fa come meglio crede: per esempio il Parlamento spagnolo ha recentemente approvato la proposta del governo Zapatero di introdurre una tassa sulle compagnie telefoniche e le societa’ televisive per reperire le risorse necessarie ad eliminare gradualmente gli spot televisivi dall’emittente pubblica Rtve.

1 commento su “Canone Rai e paradisi fiscali televisivi”

  1. Salve a tutti,

    non voglio essere una persona diffidente,,,ma fu fatto un referendum inerente al canone rai ed il referendum fu positivo a non pagare il canone ,,,,

    perchè non viene attuato un nostro diritto…….

    grazie

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