L’Australia vive ancora con fervore il dibattito relativo alla cosiddetta “carbon tax”: come è noto, si tratta della misura fiscale volta a colpire le risorse energetiche più inquinanti, un argomento molto sentito nella nazione oceaniana. Talmente sentito che una alleanza industriale sta preparando nel dettaglio il lancio di una campagna di svariati milioni di dollari, in modo da scoraggiare il premiere Julia Gillard dall’introdurre questa imposta. La spaccatura è dunque profonda, da una parte c’è il governo con le sue ambiziose politiche green, dall’altra la Australian Trade and Industry Alliance, la quale è composta dalla Minerals Council nazionale, dall’Australian Food and Grocery Council e dall’Australian Coal Association, tutte pronte a difendere gli interessi dei loro settori.
La convinzione che è radicata in questi enti è che una tassa del genere possa avere un impatto nettamente negativo sul paese, oltre che ridurre la loro competitività, in particolare quella delle piccole e medie imprese. Tale campagna anti-tributaria beneficerà di un appoggio mediatico mai visto, con le televisioni, le radio, la stampa e internet che saranno pronti a dare battaglia, il tutto quando l’esecutivo australiano concluderà gli ultimi dettagli dello schema fiscale. Il governo di Canberra ha intenzione di tassare i mille primi soggetti che si saranno resi protagonisti delle emissioni più inquinanti nell’atmosfera, una sorta di deterrente: l’imposizione diverrebbe realtà concreta a partire dal secondo semestre del 2012, con un prezzo fisso che durerà all’incirca cinque anni.
L’ammontare complessivo in dollari australiani non è ancora noto, ma il partito di maggioranza è pronto a richiedere una tariffa alle imprese per ogni tonnellata di anidride carbonica, cercando poi di ridistribuire queste risorse tra le famiglie e le aziende virtuose. La stessa Gillard rimane convinta che si tratti della cosa più giusta da fare in questo momento: le proteste sono molte, ma il governo va avanti per la sua strada, nella speranza di creare una nazione completamente dipendente dall’energia pulita.