Ben 309.900.000.000,58 euro, (trecentonove miliardi, avete letto bene), da pagarsi subito presso gli sportelli dell’Agente della riscossione. Ecco cosa sono le cartelle pazze. Equitalia, la società incaricata della riscossione dei tributi a quanto pare sbaglia nei conteggi. I miliardi in questione sono stati richiesti ad un operaio 40enne di Reggio Emilia.
Ma non solo. Ansa parla anche di M. P., 54 anni, di Jolanda di Savoia (Ferrara) che, a seguito della ricezione di una cartella pazza é addirittura svenuto. Lo afferma il Codacons, che assieme al contribuente, contra altri 4.500 cittadini che in questi giorni hanno ricevuto una cartella pazza.
Inizia a leggere la comunicazione – si legge in una nota del Codacons – e scopre che l’ente ha disposto il fermo amministrativo del suo veicolo per il mancato pagamento di un tributo. Prosegue nella lettura e rimane sconvolto quando apprende che la somma richiestagli da Equitalia ammontava a 800 milioni di euro! Dopo aver controllato bene la cifra M.P.inizia a sentirsi poco bene: battito cardiaco impazzito, sudarazione incontrollata, annebbiamento della vista, ed è così che finisce a terra svenuto. I familiari, allarmati dall’improvviso svenimento, lo portano immediatamente al pronto soccorso dell’ospedale di Ferrara, dove M.P. viene visitato e sottoposto ai controlli di rito. Il referto rilasciato dai medici non lascia spazio ad interpretazioni: ‘stress acuto secondario ad inaspettata comunicazione di Equitalia’.
Equitalia sarà ovviamente chiamata a rispondere degli ingiusti danni – continua Codacons – e dell’enorme stress fisico e psicologico che ha prodotto al contribuente protagonista della vicenda. Stiamo preparando una durissima denuncia che depositeremo in Procura, e assisteremo legalmente M.P. chiedendo in Tribunale la condanna di Equitalia ad un risarcimento danni record.
Urge un provvedimento urgente del governo per fermare il fenomeno delle cartelle pazze – continua Contribuenti.it -. Il sistema informatico di Equitalia non riconosce e non blocca le cartelle sbagliate. Se è vero che i vertici di Equitalia hanno finalmente riconosciuto questi macroscopici errori abbiano ora il buon gusto di rassegnare le proprie dimissioni, senza attendere auspicabili provvedimenti disciplinari.