La giornata odierna assume una rilevanza fondamentale per quel che concerne la cosiddetta inversione contabile, o “reverse charge”: da oggi, infatti, tale applicazione fiscale va a riguardare da vicino anche la cessione di dispositivi a circuito integrato. In effetti, quando il cellulare viene ceduto e questa cessione è accessoria alla fornitura di traffico, allora non si applica l’inversione, altrimenti quest’ultima rimane valida nell’ipotesi di server destinati alle aziende. Tutte queste precisazioni possono essere facilmente rinvenute nella risoluzione 36/E che la nostra amministrazione finanziaria ha provveduto a pubblicare ieri, un documento che si è reso necessario alla luce di una consulenza giuridica richiesta da un’associazione in tal senso. Quindi, occorre demarcare in maniera precisa la distinzione tra telefoni cellulari e dispositivi a circuito integrato.
Agenzia delle Entrate
Zone di confine, pronti i modelli Cdc e 69 in versione bilingue
Le zone di confine del nostro paese, in particolare quelle a diretto contatto con l’Austria e la Slovenia, si trovano spesso ad affrontare problemi non indifferenti di comprensione linguistica: questo ostacolo diventa ancora di più insormontabile quando si tratta di parlare di dichiarazioni fiscali. L’Agenzia delle Entrate ha quindi deciso di aggiornare le versioni in tedesco e in sloveno dei modelli Cdc e 69, alla luce delle ultime disposizioni normative che sono intervenute nel settore. Che funzionalità hanno questi modelli? Il Cdc viene sfruttato per comunicare i dati catastali relativi alla cessione o alla proroga dei contratti posti in essere alla data del 1° luglio del 2010; il modello 69, invece, è stato ideato per venire incontro a chi deve richiedere la registrazione dei contratti di locazione e affitto. Dunque, si tratta di due adempimenti che riguardano da vicino il comparto immobiliare.
Inventari: in caso di assenza scattano gli studi di settore
La sentenza di due giorni fa della Corte di Cassazione ha chiarito alcuni aspetti relativi all’applicazione degli studi di settore: in base a questa pronuncia, infatti, l’accertamento posto in essere mediante questi specifici strumenti tributari diventa automatico nel momento in cui una società non riesce a provare l’esistenza del libro degli inventari. Questo documento ricostruisce in maniera precisa tutto l’imponibile aziendale, anche attraverso delle presunzioni o con l’inversione dell’onere della prova a carico del contribuente che viene coinvolto. La precisazione si era resa necessaria alla luce di un ricorso della nostra amministrazione finanziaria, la quale voleva riconosciuto come valido un accertamento di questo tipo. Piazza Cavour ha preso spunto direttamente da un testo normativo, il Dpr 600 del 1973 (“Disposizioni comuni in materia di accertamento delle imposte sui redditi”), visto che l’ufficio delle imposte ha la facoltà di ricavare il reddito d’impresa partendo dalle stime e dalle informazioni che sono state raccolte, decidendo se è opportuno o meno prescindere da quanto risulta dal bilancio e dalle scritture della contabilità.
Elusione fiscale: una questione di famiglia a Milano e Vicenza
L’elusione fiscale è un fenomeno di cui si parla meno diffusamente rispetto all’evasione, eppure anch’esso rappresenta una piaga da contrastare nella maniera più efficace possibile: come è noto, si tratta di una serie di tentativi di ridurre il carico tributario attraverso lo sfruttamento opportuno di agevolazioni, esenzioni e facilitazioni. Uno degli ultimi accertamenti posto in essere dalle direzioni provinciali di Milano e Vicenza della nostra amministrazione finanziaria ha consentito di portare alla luce proprio una vicenda di questo tipo. In effetti, quattro fratelli che risiedono nelle due province avevano posto in essere una operazione elusiva piuttosto complessa; al termine dei controlli di rito è stato possibile accertare il mancato versamento di ben quindici milioni di euro nelle casse statali, pagamento a cui i contribuenti coinvolti hanno provveduto immediatamente.
Friuli Venezia Giulia: disponibile il 730 in lingua slovena
Come accade di consueto, l’Agenzia delle Entrate ha deciso di venire incontro alle esigenze linguistiche di quei contribuenti che risiedono nella regione Friuli Venezia Giulia, ma che parlano in sloveno: Obrazec 730/2011 e le sue relative istruzioni sono già presenti online, all’interno del sito web della nostra amministrazione finanziaria, insieme alle istruzioni per la compilazione del documento relativo alla dichiarazione dei redditi pensato appositamente per questa minoranza presente in Italia. L’obiettivo è quello di rendere ancora più semplice questo adempimento tributario. Tra l’altro, il sito internet delle Entrate diventa in questo modo ancora più internazionale e globalizzato, con una gamma di prodotti e software a disposizione di un vasto novero di contribuenti. Cosa c’è da dire in merito a questi nuovi documenti redatti appositamente in sloveno? Il 730 in questione deve essere usato da quei soggetti che sono lavoratori dipendenti o anche dai pensionati, in modo che abbiano l’opportunità di dichiarare i redditi che sono stati percepiti e guadagnati nel corso dell’ultimo anno.
Cassazione: nessun vincolo dalle circolari del Fisco
L’ultima sentenza dal forte carattere fiscale che è stata emessa dalla Corte di Cassazione risale a quattro giorni fa: si tratta, nello specifico, dell’ordinanza 6056, la quale ha chiarito il reale valore delle circolari e risoluzioni che periodicamente la nostra amministrazione finanziaria è abituata a rendere pubbliche. Ebbene, questi documenti, in base a quanto deciso dalla stessa Suprema Corte, non sono in alcun modo vincolanti per i contribuenti interessati, anzi non rappresentano nemmeno delle fonti o diritti a cui fare riferimento, tanto che nell’ipotesi di un soggetto che si è conformato all’interpretazione di una circolare che poi è stata modificata, allora si deve scongiurare la sanzione, dato che in caso opposto si andrebbe contro il principio di tutela dell’affidamento. La pronuncia è dunque molto chiara e bisognerà tenerne conto in futuro. Quali scenari si possono prevedere?
Entrate e Comuni Emilia-Romagna, aggiornamento sul patto anti-evasione
Sono positivi i dati aggiornati in Emilia-Romagna per quel che riguarda l’alleanza anti-evasione tra i Comuni e l’Agenzia delle Entrate. La Direzione regionale ha infatti reso noto che sinora è stato scovato un maggiore imponibile pari a 75 milioni di euro a fronte di una maggiore imposta accertata pari a 13,2 milioni di euro, di cui 4 milioni di euro già incassati da parte dell’Erario. Il maggiore imponibile scovato, in accordo con una nota ufficiale emessa dalla Direzione dell’Agenzia delle Entrate della Regione Emilia-Romagna, è frutto delle 9.000 segnalazioni qualificate che i Comuni, aderenti al protocollo Entrate-Anci, hanno inviato al Fisco; queste segnalazioni hanno poi portato sinora all’avvio di oltre 1.500 accertamenti; in merito ricordiamo come agli Enti locali spetti il 33%, a valere sulle segnalazioni qualificate e gli eventuali accertamenti, delle maggiori somme che poi il Fisco va ad incassare a titolo definitivo.
Fisco e Scuola: l’iniziativa approda negli istituti siciliani
La Sicilia, e in particolare la città di Trapani, saranno le protagoniste della prossima tappa dell’iniziativa Fisco e Scuola: il progetto dell’Agenzia delle Entrate, finalizzato ad educare gli studenti al rispetto della cultura e della legalità fiscale, beneficia infatti di tre nuovi protocolli siglati tra la Direzione Provinciale della nostra amministrazione finanziaria e la “città del sale e della vela”. Di cosa si tratta esattamente? Gli istituti coinvolti da questa tappa sono il Professionale Gesualdo Bufalino, la scuola secondaria Nunzio Nasi e il Liceo scientifico Vincenzo Fardella, i quali accoglieranno in questi giorni le consuete iniziative ideate dagli uffici finanziari. In particolare, si è già cominciato con un ampio dibattito con i funzionari delle Entrate che ha preso spunto dalla visione di un dvd, altro strumento di supporto fondamentale al kit “Insieme per la legalità fiscale”.
Prima casa: eredi esclusi dal bonus in caso di falsa dichiarazione
Una delle ultime risoluzioni dell’Agenzia delle Entrate è stata piuttosto chiara in merito alla disciplina fiscale della prima casa: si tratta, per la precisione, della circolare 33/E che è stata pubblicata giusto due giorni fa e che ha contemplato una fattispecie particolare, vale a dire la falsa dichiarazione collegata all’agevolazione fiscale dell’abitazione. In effetti, nell’ipotesi di dichiarazione non veritiera, il bonus in questione viene inevitabilmente a decadere in relazione all’immobile, ma ciò non vale soltanto per chi ha dichiarato, ma anche per tutti coloro che sono coinvolti nella successione o nella donazione. Il falso è quello viene espresso in merito al possesso dei requisiti per conseguire il beneficio tributario, quindi le sanzioni pecuniarie del caso operano ad ampio raggio. La differenza con gli altri casi di decadenza è notevole: quando la residenza non viene sottoposta a trasferimento entro il termine di un anno e mezzo, o quando la casa viene ceduta nei cinque anni senza un contemporaneo riacquisto, l’imposta maggiorata della sanzione riguarda soltanto il dichiarante e non anche gli altri contribuenti menzionati in precedenza.
Entrate, inaugurazione per la nuova sede di Trieste
La Direzione Regionale delle Entrate del Friuli Venezia Giulia sta vivendo un momento di importanti novità in questi giorni: oltre alla pubblicazione ufficiale dei risultati che sono stati ottenuti nel corso dell’anno precedente, l’amministrazione finanziaria potrà ora contare su una nuova sede nella città di Trieste, visto che è stata decisa l’istituzione in via Giulia. Qualcosa già si muoveva in tal senso, ma il trasferimento ufficiale è avvenuto soltanto in questi ultimi giorni, tanto che il passaggio di consegne dalla vecchia sede di viale Miramare è avvenuto alla presenza del direttore generale dell’Agenzia, Attilio Befera. Quest’ultimo ha molto apprezzato la velocità con cui sono stati condotti i lavori per l’edificio, ma ha analizzato anche nel dettaglio quella che è la situazione attuale sull’ambito socio-economico dell’Italia, sulla lotta e il contrasto all’evasione del fisco, sugli atteggiamenti che le stesse Entrate devono assumere in merito al controllo tributario e sui servizi.
Regione Veneto: accordo Agenzia delle Entrate e Confindustria
Mercoledì scorso, 9 marzo 2011, nella Regione Veneto, ed in particolare a Venezia, l’Agenzia delle Entrate e la Confindustria hanno siglato un importante accordo al fine di rendere sempre più efficaci i processi e le azioni di cooperazione, di informazione, ma anche di dialogo e di collaborazione tra il Fisco ed il mondo imprenditoriale. A firmare il protocollo di intesa, nello specifico, sono stati mercoledì scorso da un lato Giovanni Achille Sanzò, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate della Regione Veneto, e dall’altro Andrea Tomat, il Presidente di Confindustria Veneto. L’intesa, come sopra accennato, nasce con il chiaro obiettivo di semplificare il rapporto tra il contribuente e l’Amministrazione Finanziaria dello Stato per quel che riguarda gli adempimenti fiscali, ma anche l’informazione e l’assistenza affinché nel contesto socio-economico in cui le due parti operano ci sia una conoscenza uniforme della normativa fiscale, ma anche una contestuale e corretta applicazione.
Immobili storici: il canone può essere ignorato nel 730
La categoria degli immobili di interesse storico presenta molto spesso dei dubbi e delle difficoltà di interpretazione dal punto di vista fiscale: è proprio per questo motivo che l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a pubblicare la risoluzione 28/E due giorni fa, cercando di portare un maggiore ordine e una migliore chiarezza in relazione al reddito di quei fabbricati che sono soggetti a un vincolo di interesse storico o artistico. Come era già noto in base alla legge 413 del 1991, questo specifico reddito viene a essere determinato applicando la minore tariffa d’estimo relativa alle abitazioni. Che cosa bisogna tenere bene a mente per quel che concerne le dichiarazioni di questo anno? Le principali perplessità derivavano proprio dal testo normativo di venti anni fa, tanto che già nel 2005 si è arrivati a una importante pronuncia da parte della Corte di Cassazione.
Evasione fiscale: Lombardia, maxi-recupero nel settore immobiliare
In Lombardia l’Amministrazione finanziaria dello Stato, ed in particolare l’Ufficio Territoriale di Milano 2 dell’Agenzia delle Entrate, ha scovato nel settore immobiliare una maxi-evasione, superiore ai cinque milioni di euro, dopo tutta una serie di controlli che, nello specifico, hanno portato letteralmente a “smontare” una complessa operazione finanziaria basata sul cosiddetto leveraged buyout. Trattasi, nello specifico, di una tecnica di acquisizione societaria valida quando questa risulta essere giustificata da ragioni valide di natura economica. Pur tuttavia il Fisco ha rilevato come con poco più di 300 euro sia stata messa in atto una cessione d’azienda che, in realtà, aveva un valore superiore ai cinque milioni di euro. Nel mirino al riguardo sono finite due aziende immobiliari che, attraverso il meccanismo sopra citato, al fine di dribblare il Fisco avevano fatto transitare il ramo d’azienda da un’azienda all’altra attraverso il leveraged buyout al fine di ottenere un risparmio d’imposta rilevante.
Contribuenti minimi: il reddito agrario non esclude l’adesione
Il regime dei contribuenti minimi è stato ideato dal legislatore per rendere ancora più semplice la vita fiscale di coloro che esercitano attività d’impresa, arti e professioni: l’accesso è previsto per coloro che in un anno solare hanno realizzato ricavi non superiori ai 30.000 euro e consente l’esonero da alcuni adempimenti, quali quello dell’Iva e dell’Irap. La risoluzione 27/E che l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a pubblicare due giorni fa ha fatto tornare d’attualità proprio questo argomento, precisando come l’esclusione da questo specifico regime tributario non abbia alcuna ragione di esistere nel caso di un reddito di partecipazione diverso da quello d’impresa e autonomo. Il documento si è reso necessario soprattutto a seguito di una vicenda che aveva visto coinvolto un contribuente, socio di una società semplice, il quale era intenzionato ad accedere al novero in questione per la propria attività di consulenza.