La data da segnare con un cerchio rosso sul calendario fiscale è davvero vicina: si tratta del prossimo 25 ottobre, giorno dal quale entrerà in funzione il nuovo redditometro, con la presentazione ufficiale da parte della nostra amministrazione finanziaria, in modo da avviare con una certa rapidità la sperimentazione vera e propria. È uno strumento di cui si sente parlare da parecchio tempo e finalmente sta anche per diventare una realtà concreta. Come verrà strutturato esattamente? Sono previste ben cento voci di spesa, ovviamente solo quelle più importanti a livello tributario, con una opportuna suddivisione in base alle categorie e a undici tipi di famiglia. La sua funzione sarà quella di misurare in modo accurato quanto sono corrispondenti i redditi dichiarati e le spese che sono state effettuate.
Dichiarazione dei Redditi
Ridotte soglie di rilevanza penale dei reati fiscali
Basterà un’imposta evasa di 30 mila euro per far scattare i reati di dichiarazione fraudolenta o di omessa dichiarazione e di 50 mila per quello di dichiarazione infedele. Questo é quanto previsto dalla manovra di ferragosto, che stata la protagonista indiscussa di questa fine estate. Sono le nuove soglie di rilevanza penale dei reati fiscali con cui parte la stagione di lotta all’evasione fiscale. Carcere per l’evasione sopra i 3 milioni di euro. Il provvedimento di fatto dimezza le soglie.
Il nuovo dialogo tra i cittadini e l’Inps
Il rapporto tra i cittadini e l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (Inps) non è più lo stesso da diverso tempo a questa parte: nello specifico, tale dialogo sta mutando in maniera quasi totale, visto che tutte le istanze e le varie richieste che in precedenza venivano effettuate in modo tradizionale ora sono state rimpiazzate dalle più moderne tecniche telematiche ed elettroniche. Come sta procedendo dunque questo mutamento? Il servizio tipico delle Poste, oppure gli sportelli delle varie sedi Inps sembrano un lontano ricordo, ma c’è ancora molto lavoro da fare in tal senso. È per questo motivo che l’ente previdenziale ha deciso di pubblicare di recente un’apposita circolare, la quale ha chiarito diversi aspetti relativi alla tempistica: nello specifico, ora si sa con certezza quali saranno i tempi entro i quali si dovranno presentare, mediante la modalità telematica, le varie istanze, con il 1° aprile del prossimo anno che andrà a rappresentare l’ultima data disponibile per la conclusione di queste revisioni.
Isee, le valutazioni non sono positive
Sono davvero tantissimi i contribuenti che hanno avuto a che fare con l’Isee: l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, come è noto, è lo strumento che consente di misurare la condizione economica delle famiglie italiane, ma quale giudizio si può dare su di esso? Non certo lusinghiero secondo quanto rilevato dall’Arssu, acronimo che sta a indicare l’Azienda Regionale per i Servizi Scolastici e Universitari. Cosa c’è che non va esattamente? In base a queste rilevazioni, l’indicatore dà luogo a fin troppi fenomeni di evasione fiscale, ma non bisogna dimenticare nemmeno i benefici che vengono messi a disposizione degli studenti e che poi vanno appannaggio di contribuenti che non ne avrebbero diritto. Le stime, in particolare, si riferiscono a cento famiglie del nostro paese, le quali sono state controllate al momento della presentazione della relativa domanda.
Chiesa Valdese: le donazioni sono deducibili dal reddito
La Chiesa Evangelica Valdese esiste ormai da un millennio nel nostro paese, una dottrina che ci è nota soprattutto quando si parla dell’otto per mille: in effetti, questo meccanismo di ripartizione fiscale tra Stato e confessioni religiose può andare in favore anche dei Valdesi ed è proprio a questo adempimento che si è riferita l’Agenzia delle Entrate con la risoluzione 69/E, documento che è stato pubblicato proprio nel corso della giornata di ieri. Come è noto, la quota in questione può essere riservata a tale chiesa a scopi di carattere sociale, assistenziale, umanitario o anche culturale. Le ultime precisazioni hanno messo in luce come queste donazioni non necessitino di ricevuta di versamento in conto corrente postale e nemmeno quella del bonifico.
Modello 770: gli avvisi bonari del 2010 sono errati
Gli avvisi bonari sono uno dei principali strumenti di tutela per quel che riguarda le dichiarazioni dei redditi: non si tratta di veri e propri atti impositivi, quindi non possono essere impugnati di fronte alle Commissioni Tributarie, ma permettono al contribuente di conoscere le risultanze dei controlli, con la possibilità di una sanzione pecuniaria da pagare in forma ridotta. Tutto questo, però, vale quando ogni aspetto fiscale fila liscio. Il Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro ha invece segnalato alla nostra amministrazione finanziaria che questi strumenti sono risultati in larga parte erronei per quel che concerne i modelli 770 dello scorso anno: la percentuale è davvero molto alta, addirittura il 90%. Che cosa è successo esattamente?
Modello 770: le novità per i sostituti d’imposta
Il modello 770 si rinnova ancora: la dichiarazione fiscale in cui vanno annotati gli imponibili e i contributi versati a fini pensionistici di Tfr e altri fondi, contiene infatti delle novità piuttosto interessanti per quel che concerne l’anno attualmente in corso. Di quali innovazioni si tratta esattamente? Il quadro SY è stato modificato in maniera piuttosto sostanziale: questo quadro è quello riservato ai dati sui pignoramenti che sono avvenuti nel 2010, senza fare alcuna distinzione tra il terzo erogatore e il debitore principale, e bisognerà prestare attenzione alla nuova struttura. In effetti, il nuovo quadro viene a comporsi di due distinte sezioni, una destinata alla compilazione del terzo erogatore (indipendentemente dalla ritenuta del 20%) e un’altra per il debitore principale, il contribuente che ha l’obbligo di presentare la versione semplificata del modello, fornendo dei dati di identificazione.
Cremona: intesa tra Entrate e Unione Italiana Ciechi
L’Agenzia delle Entrate e l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti sono da questi giorni ancora più vicine grazie alla stretta collaborazione che si è instaurata tra la Direzione Provinciale di Cremona della nostra amministrazione finanziaria e la stessa associazione: che cosa prevede di preciso questa intesa? L’obiettivo è quello di rendere ancora migliore l’assistenza fiscale e le varie informazioni nei confronti di questi particolari contribuenti. Si cercherà quindi di venire maggiormente incontro alle loro principali esigenze, in particolare nell’ambito della compilazione dei modelli tributari e del relativo invio delle dichiarazioni. In realtà, si tratta di un vero e proprio rinnovo della partnership, già attiva da diverso tempo, a conferma del successo dell’iniziativa.
Evasione fiscale, gap tra Nord e Sud
Le tasse non pagate si attestano mediamente al 17,87% e se si sottraggono i redditi di chi le tasse le deve pagare per forza, come i dipendenti e i pensionati, l’evasione media raggiung il 38%. La situazione peggiora al Sud Italia, in alcune zone del Mezzogiorno si registra un’evasione vicina al 66%. I dati arrivano da una nuova banca dati (databasegeomarket) dell’Agenzia delle entrate, da cui emerge un tasso di evasione minima (10,93%) che si riscontra nelle Province dei grandi centri urbani: Milano, Torino, Genova, Roma, Lecco, Cremona, Brescia. Il tasso più alto invece si registra a Caserta, Salerno, Cosenza e Reggio Calabria, Messina, con punte fino al 65,7% dell’imposta evasa, una differenza veramente importante tra Nord e Sud.
Dichiarazione dei redditi e prima casa, chiarimenti Entrate
Non tutti i contribuenti, in sede di dichiarazione dei redditi, sono obbligati a presentarla. In certi casi, ed in particolare per redditi bassi, può infatti scattare l’esonero. E’ il caso, in accordo con una nota ufficiale emessa in data odierna, venerdì 25 marzo 2011, dall’Agenzia delle Entrate, di chi ha solamente redditi da terreni e da fabbricati; se il reddito complessivo è sotto i 500 euro, e non ci sono altri redditi da dichiarare, allora scatta l’esonero per quel che riguarda la dichiarazione dei redditi. Pur tuttavia occorre fare attenzione all’abitazione principale che, relativamente ai casi di esonero con limite di reddito, deve essere inclusa. Quindi, porta ad esempio proprio l’Amministrazione finanziaria dello Stato, se il contribuente possiede solo redditi da terreni e fabbricati, per 450 euro relativi ad un terreno, e per 700 euro dati dall’abitazione principale, allora il totale fa 1.150 euro; essendo 1.150 euro superiori al limite dei 500 euro, allora il contribuente è obbligato alla presentazione della dichiarazione dei redditi e, quindi, non può scattare l’esonero.
Condono fiscale, le notifiche del 2009 non hanno valore
Nel caso in cui la notifica di una determinata cartella di pagamento sia avvenuta subito dopo il 31 dicembre del 2008, allora l’amministrazione finanziaria non può ottenere il denaro relativo al condono fiscale: è questa la conclusione principale che deriva dalla lettura di una sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Palermo, la quale ha accolto il ricorso presentato da un contribuente a tal proposito. La pronuncia in questione si riferisce nello specifico all’annullamento di una cartella di pagamento a causa della decadenza dei termini. In effetti, l’agente di riscossione coinvolto nel caso è stato condannato a versare al soggetto ricorrente le spese relative al giudizio, una vera e propria beffa per l’Agenzia delle Entrate, che deve aggiungere questi due flussi in uscita al proprio bilancio.
Enti non commerciali: via libera al modello Unico ENC 2011
Il tempo delle bozze è finito, anche per Unico ENC 2011 è il momento di entrare a far parte del novero dei documenti fiscali definitivi: si tratta del modello che deve essere utilizzato dagli enti non commerciali per la dichiarazione definitiva di Ires e Iva e per quel che concerne l’ultimo periodo d’imposta, quello del 2010. Modello e istruzioni sono già presenti nel sito web dell’Agenzia delle Entrate. Che cosa si intende per enti non commerciali? Essi non sono altro che enti pubblici e privati che non hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di una attività commerciale. Anche per questi specifici contribuenti sono state introdotte nuove integrazioni e innovazioni, così da adeguare l’adempimento tributario in questione all’evoluzione delle norme giuridiche. Le principali novità riguardano soprattutto il quadro RS di Unico ENC.
Cinque per mille, il ministero dell’Economia favorevole al reintegro
Il cinque per mille, noto meccanismo che prevede la destinazione di una parte dell’Irpef ad enti non profit o socialmente rilevanti, è pronto a tornare alla ribalta: una ribalta fortemente voluta da Giulio Tremonti, titolare del dicastero dell’Economia, il quale, intervenendo con una lettera scritta al Fatto Quotidiano, ha rivendicato la paternità di questa iniziativa fiscale. In effetti, secondo quanto affermato dal numero uno di via XX settembre, il cinque per mille è un’idea nata nel 2004 e presentata a più riprese nelle leggi finanziarie. Attualmente, il fondo che viene messo a disposizione in questo senso è pari a cento milioni di euro, ma dovrebbero essere attuate delle integrazioni; in effetti, il denaro in questione è diminuito in maniera progressiva a causa dei contestuali incrementi di altri fondi, come ad esempio quello per l’editoria e per la televisione. La preferenza di Tremonti va dunque a questa scelta tributaria, una ipotesi realizzabile a fronte di una spesa pubblica invariata.
La crisi ha bruciato miliardi di euro di tasse
Secondo gli artigiani della Cgia di Mestre, la crisi economica, oltre ad un’ elevata perdita di posti di lavoro ha anche sottratto al gettito statale, solo in Italia 15,4 miliardi di euro di tasse. Intervenendo a Firenze al primo Congresso di Sinistra Ecologia e Libertà, il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, ha sottolineato che con la crisi economica nel Paese sono stati persi 800 mila posti di lavoro e sono 600 mila i lavoratori in Cassa integrazione. Inoltre la perdita di gettito registrata dall’Erario italiano negli ultimi tre anni é stata consistente.
Meno ricchezza prodotta e piu’ disoccupazione hanno colpito non solo i bilanci delle aziende e delle famiglie italiane, ma anche le casse dello Stato – ha sottolineato Giuseppe Bertolussi, segretario della Cgia -. In realtà la perdita cumulata in questi ultimi tre anni è stata di 35,8 miliardi. In seguito, questo importo è stato rivisto al ribasso attraverso il taglio del gettito di quelle misure fiscali introdotte dal legislatore in questo periodo di tempo, che nulla hanno avuto a che fare con l’andamento negativo dell’economia.