L’Agenzia delle Entrate apre ufficialmente la stagione con la nuova dichiarazione dei redditi, quella da presentare l’anno prossimo a valere sui redditi percepiti quest’anno, e lo fa presentando la bozza, rigorosamente on line, del nuovo modello 730/2010. La pubblicazione del modello, disponibile sul sito Internet dell’Amministrazione finanziaria, arriva quest’anno, in accordo con quanto mette in evidenza l’Agenzia delle Entrate, con ben due settimane di anticipo rispetto alla pubblicazione, lo scorso anno, della bozza del modello 730/2009. Il modello di dichiarazione, nella forma di bozza semplificata, contiene anche quest’anno delle novità, a partire dal beneficio della detrazione per l’acquisto di mobili riguardanti l’arredamento di una casa in ristrutturazione; il beneficio, nella misura del 20% di detrazione, è valido anche per l’acquisto di televisori, computer ed elettrodomestici sempre con la finalità di arredare un immobile ad uso residenziale ed in ristrutturazione.
Dichiarazione dei Redditi
Sono in arrivo i fondi del 5 per mille 2007
Le varie associazioni degli enti di volontariato e della ricerca scientifica e sanitaria attendevano questo momento: sono infatti in dirittura d’arrivo i fondi relativi al 5 per mille 2007 in loro favore, dopo che l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a ripartire le somme in questione. Si tratta di un “tesoretto” abbastanza consistente, 373,5 milioni di euro, e, dopo lo sblocco da parte del ministero dell’Economia, potranno beneficiarne gli organismi scelti dai contribuenti mediante la dichiarazione dei redditi. Per essere più precisi, l’intera somma verrà così suddivisa: 234,5 milioni di euro saranno destinati al volontariato, 62,9 milioni alla ricerca sanitaria, 57,8 milioni a quella scientifica. C’è anche da ricordare, comunque, che 18,3 milioni non sono stati sottoposti a ripartizione a causa soprattutto di requisiti non rispondenti. Un’assegnazione che ha luogo dunque dopo due anni, visto che nel corso degli ultimi mesi sono intervenute delle modifiche normative volte a disciplinare la materia: tra l’altro, nel ritardo hanno giocato un ruolo fondamentale anche gli slittamenti nei termini di presentazione delle domande.
Affitti in nero: si possono contrastare con la leva fiscale
Nel nostro Paese una buona fetta di affitti sono “rigorosamente” in nero con ricadute negative sulle casse dello Stato, ma anche con palesi distorsioni sul mercato privato dei canoni di locazione, caratterizzato oramai da prezzi oggettivamente inaccessibili per una quota sempre più elevata di studenti e di famiglie. Ebbene, in merito, Gianni Verga, assessore alla casa del Comune di Milano, nel corso di un incontro a Torino organizzato dalla Consulta Casa dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci), ha presentato un pacchetto di proposte finalizzate proprio a rimettere in moto nel nostro Paese il mercato delle locazioni. Secondo l’Assessore del Comune di Milano, è necessario contrastare il fenomeno degli affitti in nero agendo sulla leva fiscale, garantendo la tracciabilità del canone di locazione e la trasparenza nei contratti di affitto. Ma come far emergere i tantissimi affitti in nero?
Chirurgia estetica: detraibilità nel mondo
Liposuzioni e lifting, aumento del seno e delle labbra. Sono solo alcuni degli interventi di chirurgia estetica che potrebbero presto costare cari agli americani. Il presidente Usa Barack Obama con la sua riforma sanitaria contempla anche gli interventi di chirurgia plastica il fisco potrebbe abbattersi su di essa.
La Commissione Finanze del Senato, infatti, sta valutando l’ipotesi di tassare con un’imposta fissa del dieci per cento i ritocchi estetici e non terapeutici. Fino a pochi anni fa la chirurgia estetica era sottoposta ad un regime fiscale favorevole, che consentiva la detrazione delle spese sostenute per gli interventi chirurgici dalla propria dichiarazione dei redditi. Ora non é più consentita alcuna detrazione delle spese sostenute per chirurgia estetica.
Nuovi incontri tra Fisco ed enti per discutere di modello Eas
Lo scorso 30 settembre non ha rappresentato l’ultimo giorno del mese che sancisce l’inizio dell’autunno, ma anche e soprattutto la data in cui l’Amministrazione finanziaria e le organizzazioni di categoria e del terzo settore si sono incontrati presso la sede centrale dell’Agenzia delle Entrate di via Cristoforo Colombo a Roma: si è trattato sostanzialmente, e per essere più precisi, di due incontri molto importanti, volti a dare un senso al dialogo, al confronto e alla collaborazione reciproca circa l’ambito di applicazione e alcune specifiche sul cosiddetto modello Eas. In particolare, si è provveduto a discutere alcuni aspetti strettamente collegati alla compilazione di tali documenti fiscali.
In Piemonte lo sportello virtuale elimina le code in ufficio
Un nuovo servizio dell’Agenzia delle Entrate è ora disponibile per i professionisti del settore fiscale del Piemonte: è partito infatti da Torino il cosiddetto “sportello virtuale per i professionisti”, una interessante innovazione che dovrebbe consentire notevoli vantaggi dal punto di vista tributario. In effetti, si potranno, attraverso tale strumento, seguire le pratiche dei clienti direttamente dallo studio, eliminando quindi del tutto la classica coda dell’ufficio. Per i commercialisti piemontesi si prospetta dunque la velocizzazione dell’intero lavoro. L’iniziativa è stata promossa dalla Direzione regionale della stessa Agenzia, la quale aveva per l’appunto l’intenzione di rendere più agevoli e rapide le pratiche maggiormente frequenti, oltre che di evitare eccessive code ai front office. Non si tratta comunque di un progetto unicamente regionale, in quanto il programma rientra in un altro progetto più ampio, a livello nazionale, con cui le Entrate mirano a fornire agli intermediari del settore fiscale degli strumenti assistenziali a distanza.
Lotta ai paradisi fiscali: nuovi dati a disposizione del Fisco
Riguardo alla lotta ai “paradisi fiscali“, l’Agenzia delle Entrate ha reso noto che gli archivi per le verifiche si arricchiranno di nuovi dati. Trattasi, nello specifico, dei dati di quegli intermediari ed istituti di credito italiani che hanno filiali all’estero; le banche e gli intermediari italiani, infatti, sono tenuti ad inoltrare, all’Archivio dei conti correnti dell’Amministrazione finanziaria, anche i dati e le operazioni effettuate dai cittadini italiani che intrattengono rapporti con filiali italiane all’estero. Anche i dati che arriveranno dalle filiali bancarie italiane all’estero e dagli intermediari potranno essere utilizzati dal Fisco per verificare se, come prevede il nostro sistema fiscale, i cittadini italiani che intrattengono dei rapporti abbiano regolarmente comunicato/dichiarato i soldi depositati all’estero nel quadro Rw della dichiarazione dei redditi; ed in merito, tra l’altro, l’Agenzia delle entrate ha reso noto d’aver diffuso in data odierna una circolare. Ma cosa contiene l’Archivio dei conti correnti dell’Amministrazione finanziaria?
Studi di settore Basilicata: redditi avvocati sotto la media nazionale
In Basilicata esercitare la professione di avvocato non sembra facile. Basti pensare che alla Cassa forense gli iscritti sono poco più di 1.300, ma di questi ben 900 conseguono un reddito che non supera i 13 mila euro annui. Il dato, in particolare, è stato reso noto dal rappresentante degli Ordini professionali all’Osservatorio regionale istituito di recente per mettere a punto in materia di studi di settore degli adeguamenti in linea con le tendenze economiche locali. Su scala nazionale, gli iscritti alla Cassa forense sono quasi 137 mila, ragion per cui solo l’1% circa degli avvocati iscritti è lucano; il reddito medio degli avvocati della Basilicata, in base ai dati del 2006, è pari a 26.272 euro rispetto ad una media nazionale di 49.213 euro annui, ragion per cui sono evidenti le difficoltà dei legali della Basilicata nel poter dichiarare somme che possano essere congrue e coerenti con gli studi di settore. Nella regione il 63,7% degli avvocati iscritti alla Cassa forense è uomo, ed il 36,3% è donna, mentre in termini numerici gli avvocati sono maggiormente iscritti all’ordine di Potenza, ed a seguire Matera, Melfi e Lagonegro.
Un codice tributo anche per le imprese che acquistano mezzi pesanti
La novità dei codici tributo relativi alla dichiarazione dei redditi non si riferisce solamente alle persone fisiche: la risoluzione 247/E che l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a pubblicare nella giornata di ieri ha infatti istituito il codice 6882, il quale offrirà alle imprese di autotrasporto la possibilità di usufruire del credito d’imposta sempre in riferimento alla compensazione con il modello F24, al fine di acquistare mezzi pesanti di ultima generazione. In sostanza, dunque, si tratta di mezzi che presentano una massa complessiva pari o superiore alle 11,5 tonnellate, considerati “ecologici” in quanto facenti parte di una delle categorie superiori all’Euro 5. Tra l’altro, bisogna ricordare che tale tipo di agevolazione mediante compensazione è stata fissata dal decreto legge 78 del 2009 (recante “provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni internazionali”) e rappresenta una sorta di alternativa al contributo diretto.
Compensazioni in eccesso: con l’F24 ecco i nuovi codici tributo
Ci sono delle importanti novità per quel che riguarda le comunicazioni che sono state inviate dall’Agenzia delle Entrate a conclusione dell’operazione di controllo automatico messo a punto sulle dichiarazioni dei redditi (in questo senso, assume una notevole importanza l’articolo 36-bis – Liquidazioni delle imposte, dei contributi, dei premi e dei rimborsi dovuti in base alle dichiarazioni – del Dpr 600 del 1973, vale a dire le “Disposizioni comuni in materia di accertamento delle imposte sui redditi”) e relative al maggior uso in compensazione degli importi sottoposti a recupero da parte dei sostituti di imposta: tali compensazioni sono associate all’erogazione del bonus fiscale previsto sin dal 2007 con un decreto specifico, per agevolare la situazione dei contribuenti a più basso reddito e potranno ora contare su tre nuovi codici tributo, i quali sono stati istituiti al fine di versare, tramite il modello F24, le somme dovute in proposito. Per essere più precisi, i tre codici sopracitati sono il 9761, il 9762 e il 9763.
Yacht e auto di lusso nel mirino della Gdf
Dopo i tanti controlli sulle coste italiane svolti dalla Guardia di Finanza tra il primo luglio a ferragosto, sono venuti a galla 36 milioni di euro più 13 milioni di Iva sottratti al Fisco da 44 evasori totali.
Spiagge, ristoranti hotel e non solo. Come qualcuno può immaginare, nel mirino della Gdf sono finiti anche numerosi vip. Nei mille proprietari di yacht e imbarcazioni di lusso controllati, e 13.673 persone trovate alla guida di auto di lusso é emersa una sproporzione fra beni posseduti e redditi dichiarati. Differenza che risulta considerevole.
Di questi – afferma la GdF – sono stati selezionati quelli a più alto rischio di evasione, cioè quelli relativamente ai quali è stata riscontrata una sproporzione fra i beni posseduti e i redditi dichiarati in misura superiore a 100.000 euro.
Dichiarazione redditi: 5xmille all’Unicef, ma su 10 euro solo 6 ai poveri
Quante volte al supermercato troviamo dinanzi a noi giovani studenti che chiedono un contributo per associazioni ummanitarie: la fame nel mondo, l’Aids, sclerosi multipla, sono solo alcuni dei mali che attanagliano il pianeta in questo secolo.
Piccoli gesti, pochi euro che possono fare qualcosa, se siamo in tanti a contribuire. Per dovere di cronaca dobbiamo però dire che non tutto il denaro che doniamo va realmente ai bambini poveri. L’Unicef per esempio si avvale di quasi un milione di euro di consulenze in Italia e 16 milioni di dollari di altre collaborazioni esterne a New York, 956mila euro di spedizioni postali a Roma e 74 milioni di dollari investiti dall’ufficio centrale negli Stati Uniti per la comunicazione interna e istituzionale.
Ci sono quindi parecchi costi da sostenere. Sono inoltre da aggiungere l’affitto delle sedi e l’acquisto di beni per la raccolta dei fondi: quasi un miliardo di dollari di gestione generale.
Fisco: col redditometro non in regola tre italiani su quattro
Allo stato attuale, applicando in materia fiscale il cosiddetto “redditometro” sui redditi del 2008, ben tre italiani su quattro non sarebbero in regola con il reddito imponibile dichiarato, con la conseguenza che l’Erario reclamerebbe al contribuente il pagamento di tasse aggiuntive al fine di rendere congrui i propri redditi con l’applicazione dello strumento. Ad affermarlo è Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, sottolineando come, a livello percentuale, i redditi non congrui con il redditometro nel 2007 siano stati pari al 72,6% del totale, mentre per il 2008 la stima balza al 76,3%. La conseguenza di tutto ciò, secondo Vittorio Carlomagno, Presidente dell’Associazione, è che il redditometro così come è adesso strutturato non è in grado da un lato di contrastare ed intercettare l’evasione fiscale, e dall’altro di rappresentare la reale situazione reddituale dei contribuenti, al punto che poi ad essere colpiti dall’applicazione di tale strumento sono proprio quei contribuenti che si vedono notificati accertamenti su redditi stimati dallo strumento ma che nella realtà il cittadino non ha mai conseguito.
Sostituti d’imposta: il Fisco “apre” alla conservazione digitale delle dichiarazioni
Riguardo alle richieste dei contribuenti, siano esse persone fisiche, sia persone giuridiche, il Fisco a domanda risponde. A farlo presente è l’Agenzia delle Entrate in scia ad una richiesta di informazioni e di chiarimenti presentata da un’azienda operante nel settore del credito in merito alla propria attività di sostituto di imposta che la vede impegnata, quindi, nel fornire assistenza fiscale ai propri dipendenti. In particolare, l’azienda ha chiesto al Fisco se, potendosi equiparare ai Centri di Assistenza Fiscale, può effettuare l’archiviazione delle dichiarazioni che sono state elaborate e trasmesse in via digitale attraverso la conservazione “informatizzata” delle copie e non attraverso le solite “vecchie carte”. Ebbene, il Fisco “apre” alla conservazione digitale delle dichiarazioni, che possono essere così archiviate dal sostituto di imposta in forma digitale e quindi “leggera” senza la necessità che debba esserci la firma autografa che invece deve essere apposta in via obbligatoria sul documento originale consegnato.