Acquisto medicinali: addio al nome del farmaco sullo “scontrino parlante”

 L’Agenzia delle Entrate ha provveduto ad emanare in data odierna una Circolare, la numero 40/E, grazie alla quale, in ottemperanza tra l’altro a delle richieste avanzate dal Garante per la Privacy, cambiano alcune cose sulle modalità di deduzione e di detrazione fiscale dei farmaci acquistati dal contribuente. Attualmente, in particolare, è in vigore la norma che impone, ai fini della detrazione e della deduzione d’imposta sui farmaci la presenza dello scontrino parlante indicante sia il nome del farmaco, sia la quantità, sia il codice fiscale del contribuente; ebbene, nei mesi scorsi il Garante ha messo in evidenza come la presenza del nome del farmaco sullo “scontrino parlante” violasse la privacy del contribuente, visto che poi ogni anno, tra l’altro, le copie degli scontrini vengono consegnate ai CAF o al commercialista con la conseguenza che si viene gioco forza a sapere di quale patologia soffre il contribuente.

Cinque per mille: anche le erogazioni alle onlus valgono come beneficienza

 Attraverso la risoluzione 192/E, l’Agenzia delle Entrate è tornata a parlare di cinque per mille e dei relativi regimi fiscali agevolati: secondo quanto emerge dal documento, anche quelle erogazioni che derivano dalle quote del cinque per mille, infatti, e da destinare a organismi senza scopo di lucro (le famose onlus) rappresentano una forma di attività di beneficienza e consentono di ottenere i benefici fiscali conseguenti, nel rispetto comunque di determinate e precise condizioni. La nozione e delimitazione del concetto di beneficienza sono attualmente inserite nell’articolo 30 del decreto anti-crisi: gli enti che possono mantenere la qualifica di onlus, e quindi usufruire del regime fiscale agevolato, sono, anzitutto gli enti che offrono erogazioni gratuite in denaro o natura direttamente ai più poveri, ma anche quei soggetti che concedono erogazioni in favore degli enti senza scopo di lucro e che operano, in particolare, in settori di utilità sociale. Come aveva già precisato una precedente circolare dell’Agenzia, gli enti destinatari di queste erogazioni devono essere senza scopo di lucro ed operare in particolari settori di assistenza sanitaria e sociale, dell’istruzione e sport dilettantistico.

 

L’ex socio che non comunica col Fisco rischia di pagare imposte e sanzioni

 La comunicazione col Fisco è da sempre un elemento fondamentale e imprescindibile: tale fattore è ora stato ancor più evidenziato da una sentenza della Corte di Cassazione (la 11548 dello scorso 19 maggio), la quale ha espressamente disposto che un socio che esce da una compagine aziendale è tenuto a pagare imposte, interessi e sanzioni nel caso non abbia comunicato all’Amministrazione Finanziaria la propria uscita dalla società. In questo caso, poi, a tale soggetto non è nemmeno consentito effettuare una rivalsa nei confronti della stessa azienda che lo ha inserito nella dichiarazione dei redditi anche dopo l’allontanamento. La sentenza della Cassazione si riferiva al caso di una richiesta di risarcimento proposta da un agente assicurativo verso un suo ex socio. Non è stato dunque possibile accettare la domanda di risarcimento del danno per l’erronea comunicazione dei dati fiscali: il Fisco ha precisato di non essere a conoscenza della cessazione dell’attività del soggetto, ed ha quindi ritenuto non fedele la dichiarazione di quest’ultimo, che aveva dichiarato un reddito nettamente inferiore. L’onere di comunicare all’Amministrazione la conclusione del rapporto di lavoro spettava solamente al socio, insieme all’impugnazione dell’erroneo accertamento del Fisco.

 

Assistenza fiscale: l’F24 potrà ora contare su otto nuovi codici tributo

 La risoluzione 190/E pubblicata ieri dall’Agenzia delle Entrate è intervenuta per spiegare alcune novità relative alla detassazione degli straordinari e ai versamenti in forma rateizzata nell’ambito dell’assistenza fiscale: in proposito, sono stati resi operativi otto nuovi codici tributo, da utilizzare, per la precisione, per l’imposta sostitutiva sui compensi accessori e per gli interessi sui pagamenti effettuati appunto in maniera dilazionata. Cinque di questi nuovi codici si riferiscono proprio a questa imposta sostitutiva, mentre i restanti tre riguardano gli interessi da saldare e le relative addizionali. È stato il decreto legge 93 del 2008 (“Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie”) a prevedere un’imposta sostitutiva dell’Irpef, con un’aliquota pari al 10%, sulle somme pagate dai datori di lavoro del settore privato ai propri dipendenti, soprattutto per i premi di produttività. Si tratta di importi da sottoporre a tassazione ordinaria: il soggetto che provvede a prestare l’assistenza fiscale in questione deve poi determinare nuovamente l’imposta dovuta, tramite l’applicazione di questa imposta sostitutiva.

 

Studi di settore: un’impresa su tre rischia il contenzioso

 Quest’anno, per la presentazione del Modello Unico 2009, e per gli studi di settore, i contribuenti soggetti agli studi si sono potuti avvalere dei cosiddetti “correttivi anticrisi” al fine di tenere conto della difficile congiuntura economica dello scorso anno. Ma nonostante tali “agevolazioni” disposte del Fisco, molte imprese rischiano comunque di dichiarare un volume d’affari e indicatori di reddito non perfettamente congrui con i parametri che scaturiscono dall’applicazione degli studi di settore. Non a caso, la CGIA di Mestre ha rilevato come, nonostante gli aggiustamenti ed i correttivi introdotti, un’impresa su tre, riguardo all’anno di imposta 2008, dall’applicazione degli studi di settore non dichiarerà ricavi in linea con le pretese che il Fisco avanza con gli studi. Considerando che in Italia sono circa 3,7 milioni i soggetti con partita IVA soggetti agli studi, allora ben 1,2 milioni di contribuenti non presenteranno dichiarazioni “congrue” agli studi proprio in virtù del fatto che la crisi finanziaria ed economica ha avuto sul business un impatto tale e negativo da non poter essere “rilevato” attraverso i correttivi anticrisi applicabili per lo studio di settore di appartenenza.

Un contribuente su due dichiara meno di 15 mila euro

 Per chi dice che il Pil italiano é diminuzione: certo, ci crediamo! E se annoverassimo nel conteggio del Pil anche tutta l’economia sommersa? Sicuramente i risultati del Pil lieviterebbero: un italiano su due dichiara al Fisco meno di 15mila euro lordi di reddito, uno su quattro tra i lavoratori autonomi. L’80% dichiara meno di 26 mila euro. I ricchi sono solo lo 0,2% della popolazione e denunciano al fisco un reddito superiore ai 200mila euro (43.006 lavoratori dipendenti e 20.061 autonomi).

I dati sono stati rilevati dalle prime elaborazioni statistiche che il ministero dell’Economia ha realizzato sulle dichiarazioni presentate da circa 41 milioni di italiani nel 2008 (si tratta quindi di redditi relativi al 2007). Italiani poverelli quindi, ma anche le imprese non sono da meno: dalle dichiarazioni delle società di capitale emerge che metà dichiarano di essere in perdita. Sono state circa 520 mila le società che hanno mostrato un utile, mentre sono state 419 mila quelle in perdita. Le società di capitali sono ormai quasi un milione, con una crescita del 2,9% rispetto all’anno precedente, oltre un quinto di esse risiede in Lombardia.

I modelli Ine allegati a Unico 2009: ecco le novità

 Il modello Ine (Indicatori di Normalità Economica) deve essere compilato e allegato obbligatoriamente ad Unico 2009 anche in relazione al periodo d’imposta 2008, per quel che riguarda i contribuenti che non applicano gli studi di settore: il modello è sicuramente un documento molto utile per l’Agenzia delle Entrate, in quanto consente ad essa di individuare gli indicatori che mettono in luce la presenza di ricavi o compensi non dichiarati. Tra l’altro, la mancata presentazione dell’Ine comporta una sanzione amministrativa compresa tra 258 e 2.065 euro. Non bisogna comunque confondere gli indicatori di normalità che stiamo qui affrontando con quelli inseriti nell’ambito della procedura Gerico, visto che questi ultimi si riferiscono a ricavi e compensi relativi all’attività svolta. Una differenza sostanziale tra i due tipi di indicatore risiede inoltre nel fatto che i contribuenti che compilano l’Ine vedranno utilizzare gli indicatori dall’Amministrazione per selezionare i soggetti da controllare, mentre per Gerico si può verificare la coerenza o meno rispetto all’indicatore stesso.

 

Dichiarazione dei redditi: accordo Carabinieri-Entrate Liguria per l’assistenza fiscale

 Al fine di rafforzare i rapporti di collaborazione tra l’Agenzia delle Entrate e l’Arma dei Carabinieri, nelle scorse settimane, ed in particolare alla fine dello scorso mese di aprile, la Direzione Regionale Liguria dell’Agenzia delle Entrate ed il Comando Regione Liguria dei Carabinieri hanno sottoscritto un accordo finalizzato a fornire assistenza fiscale a tutti i Carabinieri che operano nella Regione. L’intesa, firmata dal Generale dei Carabinieri Regione Liguria Salvatore Scoppa, e da Franco Latti, Direttore dell’Agenzia delle Entrate Liguria, punta infatti a fornire assistenza fiscale ed informazioni, ai fini della presentazione della dichiarazione dei redditi, sia ai Carabinieri in servizio, sia a quelli in pensione, ma anche ai loro familiari.

L’Agenzia delle Entrate si mobilita contro le compensazioni indebite

 Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, ha annunciato l’avvio di un vero e proprio giro di vite volto a contrastare l’utilizzo improprio e illecito delle compensazioni: le compensazioni indebite, usate per lo più come bancomat, hanno già provocato un buco pari a un miliardo di euro, i quali devono essere prontamente recuperati. Non si tratta quindi di un fenomeno sporadico, dato che sono ancora troppi i contribuenti che non pagano al fisco i tributi, indicando di aver diritto a delle compensazioni che in realtà non esistono. L’intento dell’Agenzia è molto chiaro e preciso ed è stato sottolineato dallo stesso Befera:

Si vuole anzitutto stroncare il fenomeno facendo cessare questo utilizzo improprio soprattutto da parte delle imprese, che troppo spesso tendono a non pagare le imposte al fisco.

In proposito, le Entrate hanno già individuato ben 317 milioni di compensazioni indebite in questi primi sei mesi del 2009; ci si riferisce in particolare ai crediti Iva. Luigi Magistro, direttore dell’Accertamento delle Entrate, ha anche aggiunto che sono 8.000 i contribuenti che hanno utilizzato crediti Iva in compensazione nel modello F24.

 

La Gazzetta Ufficiale pubblica le regole del 5 per mille 2009

 Il 5 per mille torna a far parlare di sé: la Gazzetta Ufficiale ha provveduto alla pubblicazione del decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 3 aprile 2009, il quale contiene le disposizioni relative ai soggetti ammessi al beneficio fiscale, nonché le tempistiche e modalità per l’inserimento negli elenchi, il riparto delle somme, i termini per recuperare gli importi percepiti in maniera indebita. Tutti questi aspetti erano ben noti, ma ora hanno assunto il carattere dell’ufficialità: sono stati ammessi al riparto del 5 per mille 2009 le associazioni di volontariato, le Onlus, gli enti di ricerca scientifica, associazioni sportive e Comuni. Come è noto, il cinque per mille dell’Irpef relativo all’anno finanziario 2009 verrà destinato a cinque diverse finalità: sostegno del volontariato e di altre organizzazioni non lucrative, finanziamento della ricerca scientifica e universitaria, sostegno della ricerca sanitaria, sostegno di attività sociali e sostegno delle associazioni sportive dilettantistiche.

 

Dichiarazione dei redditi: il modello Unico in modalità Web

 Molti contribuenti che per il 2009, relativamente ai redditi percepiti lo scorso anno, presentano delle situazioni semplificate per la presentazione della dichiarazione dei redditi, possono usufruire direttamente on line di un applicativo in modalità Web che permette la compilazione e la trasmissione del modello senza che sia necessario scaricare ed installare alcun software sul proprio personal computer. Nel dettaglio, i contribuenti che non devono presentare quest’anno il modello IVA, non hanno percepito redditi da partecipazione, e non rientrano nell’ambito dell’applicazione degli studi di settore, possono usufruire degli applicativi on line “UnicoWEB” e “UnicoWEB mini”; al primo accesso, viene richiesta l’installazione del certificato di protezione sia per utenti Macintosh, sia per quelli Windows. Grazie a delle domande predefinite, il contribuente sarà indirizzato sulla scelta tra i due applicativi in base ai dati sui redditi da presentare.

Finalmente approvato il modello per la dichiarazione Ici 2008

 Il modello Ici relativo all’anno 2008 è finalmente pronto, essendo stato approvato con decreto del direttore generale delle Finanze. La presentazione del documento è divenuta ormai obbligatoria solamente in alcuni casi: in effetti, è già da tempo effettivo l’interscambio di informazioni relative ai dati catastali, grazie al quale i Comuni possono ora avere accesso direttamente ai dati informativi che sono contenuti nel catasto stesso. Quali sono dunque i casi in cui si può provvedere alla presentazione del modello? Anzitutto, esso va presentato quando gli immobili godono di una riduzione di imposta: tipici esempi in questo senso sono i fabbricati che sono dichiarati inagibili e anche non utilizzati o i terreni agricoli che sono gestiti da coltivatori diretti o da quei soggetti che sono imprenditori agricoli a titolo principale.

 

Dichiarazione dei redditi: il modello 730 integrativo

 Il 30 aprile scorso sono scaduti i termini relativi alla presentazione del modello 730/2009 al sostituto di imposta. Per tutti coloro che si sono avvalsi del datore di lavoro per presentare la dichiarazione dei redditi, e si sono dimenticati magari di chiedere le detrazioni sui farmaci, o sono presenti errori di calcolo e/o di compilazione, c’è ancora tempo per “mettersi in regola” apportando le opportune modifiche e rettifiche al modello. Nello specifico, in caso di errori di calcolo e/o di compilazione il contribuente con tempestività deve rivolgersi all’intermediario o al sostituto di imposta al fine di redigere un “Modello 730 rettificativo” nei tempi utili affinché vengano riconosciuti al lavoratore o al pensionato i conguagli dovuti sul cedolino della pensione o in busta paga. Di conseguenza, tutti coloro che entro la fine dello scorso mese di aprile hanno presentato il modello 730/2009, sono invitati a ricontrollare il tutto e, nel caso in cui emergessero errori di compilazione o di calcolo, procedere di conseguenza.

L’Agenzia delle Entrate pubblica gli elenchi definitivi del 5 per mille 2009

 Gli elenchi relativi ai beneficiari del cinque per mille 2009 sono finalmente diventati definitivi: c’è stato tempo, dalla versione provvisoria dello scorso 28 aprile, per aggiornare il novero con altri 43 potenziali soggetti rientranti nel beneficio, tra enti e associazioni. Il nuovo elenco, ormai non più modificabile e rivisitabile, è presente come al solito sul sito dell’Agenzia delle Entrate. C’è da dire anzitutto che le variazioni di cui stiamo parlando non riguardano in alcun modo quelle strutture che operano nella ricerca sanitaria: sono state invece apportate anche modifiche relative agli errori commessi nella precedente fase di iscrizione degli enti. I quattro elenchi del cinque per mille contano ora 38.261 beneficiari, dunque, come detto, 43 soggetti in più rispetto alle liste provvisorie di aprile: per essere più precisi, gran parte di questo totale (31.884 beneficiari) sono ricompresi nell’ambito del volontariato, 5.861 sono le associazioni sportive dilettantistiche, 423 gli enti di Università e ricerca.