In una lunga intervista al Corriere della sera Berlusconi ha espresso il proprio apprezzamento per il nuovo governo, un esecutivo composto da tecnici di elevata competenza, al quale però ha deciso di non lasciare carta bianca su tutto. L’ex premier ha intenzione di dire di no ad eventuali misure recessive e appoggiare tutte le iniziative per promuovere lo sviluppo. Un argomento che é al centro delle discussioni in questi giorni é la potenziale reintroduzione dell’ICI, rimodulata secondo nuovi parametri.
ICI
L’ICI sulla prima casa potrebbe tornare, contrario il Pdl
La campagna elettorale di quello che è poi diventato il IV Governo di Silvio Berlusconi è stata fondata al 60-70% sullo slogan dell’abolizione dell’Ici sulla prima casa. La pressione della crisi economica però ha costretto a rivedere tutta la strategia del Governo anche se di Ici sulla prima casa non si era effettivamente più parlato; attualmente invece ritorna sul tavolo delle discussioni la possibilità di un re-inserimento della tassa sulla prima abitazione che era stata eliminata dando seguito alle promesse pre-elettorali del Pdl.
A distanza di tempo però possiamo rilevare una cosa; se si è arrivati a dover anche solo pensare alla reintroduzione dell’Ici che era stato tolto allora è evidente che qualcuno ha fatto male i conti facendo il passo più lungo della gamba per star dietro alle promesse fatte in precedenza. Questo infatti non sarebbe dovuto succedere se chi ha preso il provvedimento avesse pensato al bene del Paese non nel breve ma nel lungo periodo, cercando la soluzione per re-integrare la mancata entrata di cassa con soluzioni e proposte.
Rogito notarile: caratteristiche e accorgimenti
Si sente parlare diffusamente del rogito notarile in ambito immobiliare, ma forse in pochi ne conoscono il reale funzionamento e le caratteristiche: si tratta, in pratica, dell’atto che conclude in maniera definitiva la compravendita di un edificio, in quanto il suo scopo è proprio quello di dare concretezza al passaggio di proprietà al momento della stipula del contratto. La consegna delle chiavi dell’abitazione rappresenta la conseguenza principale di questo atto. Come si può pagare in questo caso? Ovviamente, bisogna far riferimento alla banca che ha garantito il mutuo, dunque si potranno sfruttare gli assegni circolari più che i contanti. Il contratto di rogito viene disciplinato dal codice civile in un articolo ben preciso, il 1350: come spiega chiaramente tale testo, la stipula deve avvenire necessariamente in forma scritta, alla presenza di un notaio che avrà il compito della redazione, oppure, in alternativa, avvalendosi di una scrittura privata autenticata.
Bankitalia: le tasse sono troppe ma forse tornerà l’ICI
a una parte l’elevata pressione fiscale in Italia rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea, dall’altra la necessità di fornire nuova liquidità alle casse dello Stato, diminuire il debito pubblico e affrontare meglio questo crisi che infierisce sugli stati del Vecchio Continente. Sul piatto della bilancia quindi due scelte: la pressione fiscale è troppo alta e sbilanciata, frena la crescita, bisognerebbe rimodellare le aliquote e i tributi agevolando quelli sul lavoro, si potrebbe ripensare quindi a reintrodurre l’ Ici sulla prima casa, oltre a inasprire la lotta all’ evasione, anche con il potenziamento di redditometro e denaro elettronico. É l’osservazione della Banca d’Italia che ieri, nel corso di un’ audizione in Parlamento del capo economista Daniele Franco, ha messo sotto osservazione la manovra varata a metà agosto per anticipare e accelerare il riequilibrio dei conti pubblici.
Ici: per la Cassazione paga sempre il comproprietario
La Cassazione si è occupata di materie fiscali circa due mesi fa, ma la pubblicazione della sentenza in questione ci viene resa noto solo dopo questo lungo periodo di tempo: il riferimento va, infatti, a una pronuncia dello scorso 6 luglio, quando i giudici di Piazza Cavour sono dovuti intervenire in relazione all’Imposta Comunale sugli Immobili (Ici). Nel dettaglio, è stato riconosciuto di fatto che il versamento di questo tributo deve essere realizzato sempre da quel soggetto che svolge il ruolo di comproprietario dell’edificio. Più precisamente, la Suprema Corte ha dovuto chiarire la casistica in base alla quale l’immobile stesso va assegnato in maniera completa al familiare del contribuente, qualora si tratti di una vera e propria separazione. Tutto è nato da un edificio che, per l’appunto, era di proprietà di due fratelli, ma che poi era stato assegnato alla cognata del contribuente coinvolto dalla separazione. È stato proprio quest’ultimo a ricorrere contro le imposizioni della nostra amministrazione finanziaria, ritenendo inopportuno e ingiustificato l’avviso di accertamento fiscale relativo alla propria comproprietà.
Aliquota ICI e calcolo dell’imposta
L’Imposta Comunale sugli Immobili (Ici) è una tassa che deve essere pagata da chi é proprietario di un immobile, nello specifico fabbricati, aree fabbricabili e terreni presenti nel territorio italiano, qualunque sia l’uso a cui sono destinati. Nata come Imposta straordinaria sugli immobili, ha preso la forma attuale con il dl del 30/12/1992, n. 504. Negli anni questa imposta ha rappresentato una delle più consistenti entrate per lo Stato. L’imposta era dovuta da tutti i proprietari, ma da alcuni anni è stata introdotta l’esenzione per coloro che utilizzano la proprietà quale abitazione principale.
Stabilimenti balneari: l’Ici non vale su tutte le aree in concessione
La Corte di Cassazione torna a far sentire chiara e forte la propria voce in ambito fiscale: Piazza Cavour è infatti intervenuta in merito al trattamento tributario che deve essere riservato agli edifici e agli immobili che sorgono in delle aree poste in concessione, più specificamente gli stabilimenti balneari. In effetti, spesso le costruzioni che sorgono all’interno di questi ultimi e su un’area demaniale appunto in concessione non subiscono alcun tipo di assoggettamento all’Imposta Comunale sugli Immobili (Ici). Come bisogna comportarsi allora? Anzitutto, bisogna ricordare che l’edificazione su queste aree demaniali è una delle fattispecie che comporta come conseguenza un diritto di natura reale.
Ici, ancora pochi giorni per il ravvedimento
I contribuenti ritardatari e distratti dovranno osservare con molta attenzione il calendario delle scadenze fiscali, visto che non manca molto al termine ultimo fissato per il ravvedimento dell’Ici: la data del prossimo 17 gennaio è stata infatti scelta dall’Agenzia delle Entrate per venire incontro a quei soggetti, in particolare coloro che posseggono degli immobili o che sono titolari di diritti reali di godimento su di essi, che ancora non hanno regolarizzato il pagamento relativo al saldo dell’Imposta Comunale sugli Immobili. Il versamento in questione si riferisce al periodo d’imposta 2010 e si suddivide in due casistiche, ovvero il pagamento non effettuato in maniera totale o effettuato in modo non sufficiente entro la scadenza dello scorso 16 dicembre.
La Cina è pronta a introdurre la propria tassazione sugli immobili
Nel nostro paese i principali dibattiti a carattere fiscale e tributario sono incentrati sul programma federalista e sui possibili risvolti relativi alle imposte sugli immobili; non deve stupire nessuno, però, se gli stessi discorsi saranno ascoltati anche in territorio cinese, visto che l’ex Impero Celeste è fortemente intenzionato a varare una sorta di rivoluzione impositiva, introducendo una apposita tassazione sulla casa che dovrebbe ricalcare piuttosto fedelmente il modello dell’Imposta Comunale sugli Immobili. Quali sono i dettagli di questo specifico progetto? Anzitutto, c’è da precisare che l’introduzione appena citata riguarderà, come “primo assaggio”, la municipalità di Chongqing, il più esteso distretto della Repubblica Popolare, nella parte sud-occidentale della nazione asiatica. L’indiscrezione è giunta direttamente dall’agenzia statale Xinhua, la quale ha fatto sapere che la nuova tassa comincerà a produrre i propri effetti soltanto nell’ipotesi in cui il Parlamento locale fornirà il proprio assenso al rapporto del governo di Pechino.
Milano: il sindaco Moratti preme per il federalismo fiscale
Il federalismo fiscale comincia a fare proseliti, almeno per quel che concerne il territorio lombardo: Letizia Moratti, sindaco di Milano, ha infatti espresso il suo desiderio di vedere applicato in tempi brevi il provvedimento tanto sognato dalla Lega, un desiderio che è dettato soprattutto da motivi finanziari. In effetti, volendo considerare esclusivamente l’Imu, la nuova tassa unica sugli immobili che ha sostituito l’Ici, il comune meneghino riuscirebbe a incassare in tal modo ben 169 milioni di euro in più, una vera e propria boccata di ossigeno per le proprie casse. La priorità milanese è dunque il federalismo, una volta attuato il quale si procederà con i programmi relativi al lavoro. L’intervista della Moratti è stata molto chiara in questo senso: le stime sono più che positive secondo il sindaco, ma il federalismo può rappresentare una sorta di incentivo benefico.
Ici e Iscop, ancora quattro giorni per la trasmissione ad Entratel
I comuni italiani, gli agenti di riscossione e le Poste avranno tempo fino al prossimo 31 ottobre per adempiere al versamento di due importanti dati fiscali: si tratta, nello specifico, dell’invio elettronico mediante il canale Entratel degli incassi generati dall’Ici (Imposta Comunale sugli Immobili) e dall’Iscop (Imposta di Scopo per la realizzazione di opere pubbliche), tenendo ovviamente conto di sanzioni pecuniarie e di interessi. I versamenti sono quelli che sono stati posti in essere entro lo scorso 31 luglio, pertanto non ha importanza che il denaro sia relativo ad altre annualità diverse da quella attuale. Tutte le modalità che devono essere seguite, comunque, sono elencate in un’apposita nota del Dipartimento delle Finanze. Tra l’altro, sono ormai due anni che si provvede a questo invio nello stesso modo, quindi appare scontato il rinvio alle due note pubblicate dallo stesso dipartimento a ottobre 2009 e marzo 2010.
Ifel, il contributo deve essere versato da tutti i Comuni
La sigla Ifel identifica nel nostro paese l’Istituto per la Finanza e l’Economia Locale, vale a dire la fondazione che ha attribuito ai comuni italiani l’obbligo di fornire adeguate attività accertative e processi telematici: una sentenza di circa un mese fa da parte della Corte dei Conti della regione Piemonte ha chiarito alcuni aspetti fiscali relativi proprio a questo ente. Si tratta, in effetti, della delibera 52 dello scorso 22 settembre, la quale ha precisato che anche quei comuni che si trovano in regime di riscossione diretta hanno l’obbligo di versare il contributo relativo all’Ifel. Questo contributo ammonta tendenzialmente allo 0,8 per mille del gettito dell’Imposta Comunale sugli Immobili, ma spesso ha dato luogo a diversi dubbi concernenti l’interpretazione.
Esenzioni Ici alla Chiesa, l’Unione Europea indaga sugli sconti
La Commissione Europea ha deciso di dichiarare la propria guerra personale agli sconti fiscali di cui beneficiano gran parte degli enti ecclesiastici presenti nel nostro paese, soprattutto quelli di tipo non commerciale: l’inchiesta dell’Ue si riferisce, in particolare, all’esenzione dell’Ici che lo Stato italiano concede agli edifici in questione, visto che vengono nutriti seri dubbi sulla compatibilità tra le norme del Vecchio Continente e le agevolazioni tributarie. L’Italia potrà rispondere all’indagine entro e non oltre i prossimi due mesi, ma occorre precisare che un atteggiamento simile da parte della stessa Commissione si era già verificato in passato; tra l’altro, molti comuni ed enti hanno dovuto dibattere una tematica così spinosa in più occasioni.
Ici americana: a Naples è previsto un incremento del 10%
Ici e Napoli, “il matrimonio non s’ha da fare”, si potrebbe dire, citando una celebre frase manzoniana: ma non ci stiamo riferendo alla splendida città campana, bensì a Naples, la contea più ricca di tutta la Florida, la quale deve questo nome al suo paesaggio per certi versi simile a quello partenopeo. In effetti, il comune statunitense deve fare i conti con gli attuali problemi del comparto immobiliare e i suoi relativi e alti costi. La crisi è divenuta una realtà da due anni a questa parte, ma una ricetta risolutrice, seppur impopolare, sembra essere stata trovata; in effetti, si è pensato di aumentare l’imposta sulla proprietà (si tratta dell’Ici a stelle e strisce) di almeno dieci punti percentuali rispetto al livello che era stato raggiunto poco prima del momento negativo.