I contribuenti lombardi e laziali possono ragionevolmente sentirsi i più vessati d’Italia: in effetti, come è emerso da una recente indagine della Cgia di Mestre (la confederazione che raggruppa gli artigiani e le piccole imprese), Equitalia si scaglia soprattutto contro queste due regioni, ma il risultato deve essere contestualizzato in maniera migliore. La spa romana, partecipata al 51% dalla nostra amministrazione finanziaria e per il restante 49% dall’Inps, opera come è noto nell’ambito della riscossione dei tributi, ma il fatto che sia più attiva in alcune zone piuttosto che in altre dipende da diversi fattori. Ad esempio, bisogna considerare che la Lombardia vanta il maggior numero di abitanti nel nostro paese: questo vuol dire che vi sono molti più contribuenti che altrove, i quali tra l’altro percepiscono i salari migliori dello stivale, e pertanto non ci si deve stupire più di tanto se il gettito tributario in questione è molto vicino ai due miliardi di euro (per la precisione, 1,8 miliardi).
Imposte
Tassa di soggiorno: anche il comune di Grosseto dice di no
L’elenco di sindaci che non sono del tutto convinti o contrari all’introduzione della cosiddetta tassa di soggiorno si allarga ancora: stavolta è il turno del comune di Grosseto, con il sindaco Emilio Bonifazi che ha proposto un’alternativa del tutto diversa a questo tributo così tanto discusso sin dalla sua introduzione. In effetti, tutte le municipalità che fanno parte della provincia toscana dovrebbero, secondo l’idea di Bonifazi, beneficiare di un’area libera da vincoli fiscali, una zona “tax free” in grado di rendere davvero attuale la questione turistica all’interno delle varie amministrazioni. Il sindaco grossetano ha voluto anche interpretare il pensiero della classe imprenditoriale locale: quest’ultima, infatti, sarebbe più propensa a nuove opportunità di investimento nel comparto in questione, ma soprattutto dei servizi pubblici degni di questo nome e una imposizione tributaria non eccessiva.
Piccoli contribuenti, nessuna verifica dalle Direzioni Regionali
I piccoli contribuenti possono finalmente esultare, se non altro per il trattamento che verrà loro riservato dalle Direzioni Regionali dell’Agenzia delle Entrate. La differenza tra piccoli e grandi contribuenti dipende, in particolare, dal volume d’affari o dai ricavi che si riescono a conseguire, con le imprese di maggiori dimensioni che beneficiano di un parametro pari a cento milioni di euro da qualche mese a questa parte. Ebbene, le Direzioni Regionali della nostra amministrazione finanziaria non possono porre in essere delle verifiche tributarie nei confronti dei soggetti medio-piccoli: ciò vuol dire che tali organizzazioni non sono affatto autorizzate a emettere degli atti di tipo consequenziale nei loro riguardi, visto che tale compito spetta soltanto verso i contribuenti maggiori. Si tratta, in pratica, dell’applicazione concreta delle nuove normative sul controllo fiscale.
Ungheria: l’Alta Corte annulla la tassa sulla liquidazione
L’Alta Corte di Budapest ha deciso di annullare nel corso della giornata odierna la tassa imposta in modo retroattivo dal governo ungherese sulla liquidazione del settore pubblico: si tratta della seconda volta che tale imposta, la quale prevede un’aliquota del 98%, subisce questa sorte, anche se altre modifiche controverse dal punto di vista tributario (soprattutto in relazione alle pensioni) sembrano improbabili. Il periodo a cui ha fatto riferimento questa sentenza è il quinquennio che va dal 2005 al 2009 e si sa già che chi ha versato il relativo contributo dovrà essere rimborsato. Da quanto emerge, inoltre, l’applicazione della tassa sui redditi del 2010 sarebbe stata possibile soltanto mediante un’apposita legislazione; in assenza di essa, non c’è alcun motivo di introdurre il tributo, mentre gli effetti continueranno a essere prodotti per tutta la durata del 2011. Il partito magiaro Fidesz si è già scagliato contro la pronuncia in questione, affermando che quest’ultima è contraria agli interessi nazionali.
Svizzera: duty free esentasse anche per i passeggeri in arrivo
È ormai imminente l’introduzione in Svizzera di un’importante norma che andrà a regolare i duty free presenti all’interno degli aeroporti elvetici: a partire dal 1° giugno, infatti, sarà allargato anche ai passeggeri in arrivo l’acquisto esentasse dei prodotti di questi specifici esercizi commerciali, così come è stato espressamente previsto dal Consiglio Federale del paese europeo. Dunque, i principali scali nazionali, tra cui possiamo annoverare Zurigo, Berna, Basilea, Ginevra e Lugano, saranno interessati da questa innovazione di carattere tributario. Cosa succederà esattamente? L’esenzione fiscale in questione ha ragione di esistere solamente quando le merci vengono comperate in un negozio che si trova in una zona franca (quale appunto l’aeroporto), con una conseguente esportazione dal territorio doganale; la legislazione si riferisce a prodotti come alcool e tabacco, sui quali non viene in pratica applicata l’Imposta sul Valore Aggiunto.
Il Regno Unito è pronto a intervenire sulla tassa aeroportuale
La Gran Bretagna è pronta a seguire l’esempio di Grecia e Irlanda per quel che riguarda la cosiddetta “airport tax”, la tassa aeroportuale: si tratta di una misura che si è ormai resa necessaria per sostenere adeguatamente il turismo, in particolar modo il settore in questione, così duramente colpito dalla crisi economica e dal conseguente calo dei passeggeri. È proprio per questi motivi che molte nazioni stanno provvedendo a ridurre, se non ad eliminare, questo specifico tributo. In altri casi, invece, gli interventi sono stati improntati al rialzo. Volendo essere più precisi, c’è da dire che la Grecia ha adottato tale restrizione fiscale da circa un mese e che il provvedimento rimarrà in vigore per tutta la durata del 2011. In Germania, invece, è stato l’ambiente a giustificare l’intervento, visto che l’Aviation Tax Act rappresenta un’imposta turistica finalizzata a contrastare gli effetti dell’inquinamento del trasporto aereo (si va da una tariffa minima di otto euro fino a un massimo di quarantacinque).
Basilicata: la regione impugna la tassa sulle disgrazie
La particolare denominazione di “tassa sulle disgrazie” è stato affibbiato a uno dei tanti provvedimenti che sono stati inseriti nel cosiddetto Decreto Milleproroghe: nello specifico, questa imposizione fiscale prevede che le accise sui carburanti vengano aumentate nell’ipotesi di una calamità naturale (da qui il nome così curioso ma anche incisivo). La scelta del governo sembra andare contro le esigenze più naturali dei cittadini, e quindi non deve stupire più di tanto l’ultima iniziativa adottata a tal proposito dalla Regione Basilicata. In effetti, la regione meridionale ha impugnato questo stesso tributo di fronte alla Corte Costituzionale, adducendo come motivo principale la violazione di ben quattro articoli della nostra Costituzione. L’associazione tra la tassa e la Basilicata è dovuta al fatto che lo scorso 1° marzo si è verificata proprio in questa zona una forte alluvione, la quale ha provocato danni considerevoli per tutto il metapontino.
Edilizia: i vantaggi della ritenuta ridotta al 4%
La ritenuta d’acconto relativa a quelle somme che sono incassate da chi esegue ristrutturazioni e pone in essere il risparmio energetico dal punto di vista edilizio potrebbe essere ridotta dal 10 al 4%: la percentuale attuale è stata fissata ormai la scorsa estate, quando la novità è stata introdotta in relazione ai due bonus tipici del settore, vale a dire quello del 36% (detrazione sulle ristrutturazioni) e del 55% (il bonus energetico appunto). La ritenuta stessa viene trattenuta dagli istituti di credito nel momento in cui diventa obbligatorio pagare le spese esclusivamente con dei bonifici bancari. L’applicazione, quindi, non ha alcuna ragione di esistere se il contribuente che beneficia delle detrazioni è un’impresa. Tra l’altro, bisogna anche precisare che la banca non può conoscere l’importo esatto dell’Imposta sul Valore Aggiunto relativo al bonifico ed è per questo motivo che la nostra amministrazione finanziaria ha deciso di delineare alcuni chiarimenti in merito alla base imponibile.
Cedolare secca: la disciplina delle case a uso foresteria
Si è parlato tanto in questi giorni della cosiddetta cedolare secca sugli affitti, ma manca ancora un tassello per completare questo interessante quadro fiscale: si tratta delle case a uso foresteria e di quelle che vengono affittate a una società, a sua volta affittuaria. Cosa accade in queste ultime due ipotesi? Anzitutto, c’è da ricordare che l’inquilino non deve presentare un requisito soggettivo specifico, quindi esso può assumere le sembianze di una persona fisica, ma può anche essere una società o un’impresa. Quando la locazione si riferisce a una società che poi non utilizza in modo diretto l’immobile, ma lo affitta direttamente a uso residenziale a dei soggetti terzi, la cedolare secca non ha ragione di esistere, in quanto si tratta di una fattispecie per la quale essa va esclusa; l’Agenzia delle Entrate ancora non si è pronunciata a tal proposito, ma il motivo addotto per l’esclusione dovrebbe essere il mancato utilizzo del fabbricato come abitazione.
Ungheria: una tassa speciale per le case farmaceutiche
Le compagnie farmaceutiche presenti in Ungheria sono pronte ad accettare una nuova tassa speciale che vada a colpire i loro introiti, una notizia che è trapelata qualche giorno fa e che si sta arricchendo di nuovi particolari nelle ultime ore: la motivazione di una scelta di questo tipo deve essere rintracciata nel consistente calo subito dall’indice azionario magiaro, il Bux, il quale ha messo in luce le difficili condizioni dell’economia di Budapest. Questo indice, tra l’altro, comprende proprio tali colossi del settore, tra cui Gedeon Richter, la maggiore società del paese che è riuscita a perdere anche tre punti percentuali nel corso dell’ultima settimana, indebolendosi fino a quota 38,130 fiorini, il livello più basso di aprile. Egys Nyrt, invece, ha fatto registrare un calo pari al 2,1%, mettendo a segno una preoccupante serie nella stessa direzione. L’imposta in questione è stata accettata soltanto a condizione che i profitti extra delle aziende saranno utilizzati per aumentare gli stipendi di dottori e infermieri, così come è stato specificato dall’Hungarian Association of Drugmakers.
PepsiCo: i tagli fiscali possono favorire l’occupazione
Le compagnie americane potrebbero licenziare un numero maggiore di dipendenti nell’ipotesi in cui gli Stati Uniti dovessero tagliare le principali imposte dal denaro che esse traggono dalle sussidiarie estere: la constatazione tributaria è giunta direttamente da PepsiCo, celebre multinazionale attiva nella produzione e commercializzazione di bevande, e dal suo ceo Indra Nooyi. Alcuni profitti aziendali vengono “intrappolati” direttamente nelle nazioni straniere a causa delle imposte troppo alte a livello domestico. Il rimpatrio fiscale del denaro, poi, beneficia di un’aliquota pari al 15%, il quale deve poi essere confrontato con il 35% societario, un modo che può essere definito creativo per indirizzare la disoccupazione senza aggiungere ulteriore pressione al deficit. Il presidente Barack Obama e altri legislatori hanno fatto riferimento a livelli minori per quel che concerne la cosiddetta “corporate tax”, anche perché l’obiettivo principale di politica economica è quello di ridurre il tasso di disoccupazione, attualmente all’8,8%.
Tassa di soggiorno: a Roma previsti 71 milioni di introito
Non sono ancora terminate le discussioni in merito alla cosiddetta “tassa di soggiorno”: il Comune di Roma ha già quantificato i possibili ricavi che potranno essere ottenuti grazie a questo specifico tributo, circa 71,30 milioni di euro che andranno a rimpinguare le casse del Campidoglio e che sono già stati inseriti prontamente nella manovra di bilancio relativa a quest’anno. Il sindaco Gianni Alemanno e l’assessore Carmine Lamanda sono stati i promotori di questo importante annuncio. In realtà, bisogna precisare che le modalità e i termini di applicazione della tassa in questione non hanno ancora una definizione ben precisa, si può dire se ne conosce con certezza soltanto la denominazione ufficiale. Il riferimento normativo principale è però il decreto attuativo del Federalismo Municipale, il quale fa intendere che l’imposta verrà ad essere inserita nella forma più congeniale per i sindaci e le municipalità.
Accise su carburanti: il Tesoro pubblica le nuove aliquote
Il sito web del Ministero dell’Economia e delle Finanze ha provveduto a pubblicare le aliquote che devono essere applicate a benzina e gasolio per il tipico utilizzo in qualità di carburanti: si tratta, nello specifico, del provvedimento dell’Agenzia delle Dogane, un documento che risale esattamente a quattro giorni fa, ma cosa ha deliberato nel dettaglio? Di fatto, le accise in questione hanno subito degli incrementi in merito alle aliquote d’imposta, un dato che può essere apprezzato in maniera ancora migliore grazie ad Assonime (Associazione fra le Società Italiane per Azioni), la quale ha precisato in una nota che benzina, gasolio e benzina con piombo subiranno questi rialzi in modo da coprire gli oneri che sono scaturiti dagli interventi a sostegno del mondo della cultura (Decreto Legge 34 dello scorso 31 marzo).
Ryanair alza le proprie tariffe e annuncia due nuove tasse
Quando si parla di Ryanair si pensa immediatamente alla compagnia aerea low cost per eccellenza: eppure, secondo alcuni questa bella favola sarebbe giunta al suo termine, se non altro per le nuove iniziative intraprese dal vettore irlandese. In effetti, nono sono soltanto previsti dei rincari importanti per quel che concerne le tariffe delle tratte, ma è stato annunciato il lancio imminente di due nuove tasse di cui dovranno farsi carico i passeggeri. Non è ancora dato sapere che tipo di imposizione tributaria verrà applicata, ma qualche indiscrezione sta già trapelando in tal senso. Quella che viene definita come “trovata fiscale” dovrebbe seguire molto da vicino il debutto della tassa di due euro relativa a una settimana fa, un tributo che è volto, in particolare, a finanziare i prezzi che vengono sostenuti per le cancellazioni o i ritardi dei voli.