La manovra estiva varata dal Governo ha messo in luce alcune novità di rilievo per quel che riguarda la correlazione tra i comuni del nostro paese e l’accertamento fiscale posto in essere dal cosiddetto redditometro: in particolare, bisogna subito sottolineare come l’articolo 18 del testo normativo in questione (si tratta del Decreto Legge numero 78 del 2010) abbia rivisto completamente questo ambito tributario. Anzitutto, l’Agenzia delle Entrate deve necessariamente provvedere all’invio di una segnalazione ai comuni in cui si trova il domicilio fiscale dei soggetti passivi coinvolti, una operazione che deve avvenire ancora prima degli avvisi di accertamento. Una volta conclusa questa fase, sarà allora compito dello stesso comune comunicare dati utili alla determinazione del reddito: in questo caso, si ha tempo fino a sessanta giorni dal momento in cui è stata ricevuta la segnalazione stessa.
Imposte
Cgia di Mestre: calo delle imposte locali negli ultimi dieci anni
L’ultima analisi fiscale della Cgia di Mestre (si tratta, come è noto, dell’associazione che raggruppa gli artigiani e le piccole imprese della città veneta) ha preso in esame l’andamento delle entrate tributarie a livello centrale degli ultimi dieci anni: che cosa è emerso da uno studio relativo a un arco temporale così prolungato? Ebbene, gli introiti in questione hanno subito un calo leggero di 1,5 punti percentuali, mentre quelli che si riferiscono agli enti locali hanno beneficiato di un sostenuto incremento pari al 25,2%. Come ha voluto sottolineare la stessa Cgia, l’aumento fiscale risulta essere molto più contenuto se viene confrontato con il periodo immediatamente precedente, nel quale si era addirittura arrivati a sfiorare livelli del 100%. Secondo Giuseppe Bortolussi, segretario dell’associazione, si tratta di dati che rappresentano una normale conseguenza della stabilizzazione degli importi avanzati come richiesta dagli enti, oltre che dell’abolizione dell’Imposta Comunale sugli Immobili relativa alla prima casa, due fattori che hanno influenzato in larga misura la frenata della crescita.
Lotta alla mafia, ampi accertamenti fiscali per stroncare il fenomeno
La criminalità organizzata, i sequestri di persona, lo sfruttamento della prostituzione e la falsificazione commerciale possono essere stroncati in maniera più efficace grazie a delle indagini fiscali, economiche e patrimoniali molto accurate: in effetti, come è previsto dalla legge 136 del 2010 pubblicata di recente in Gazzetta Ufficiale (recante appunto “Piano straordinario contro le mafie, nonché delega al governo in materia di normativa antimafia”), anche l’ambito tributario può svolgere un ruolo fondamentale in questo senso, senza limitarsi esclusivamente alla focalizzazione sugli indiziati di associazione di stampo mafioso. In particolare, è stato completamente modificato l’articolo 25 della legge 646 del 1982, la quale concerneva gli accertamenti del fisco nei confronti di soggetti condannati per determinati tipi di reato; l’indagine in questione era finora prevista soltanto nel caso in cui vi fosse una condanna o un provvedimento cautelare per quel che riguarda l’affiliazione a organizzazioni come la mafia, la camorra e quant’altro.
Gran Bretagna: per gli sconti fiscali aumentano i contribuenti single
Essere sposati, soprattutto in Gran Bretagna, sembra non convenire più a gran parte dei contribuenti, almeno da quanto emerge da una recente indagine della Audit Commission: in effetti, sono ben dieci milioni i soggetti che versano le imposte in territorio britannico e che risultano essere senza alcun legame di tipo sentimentale. Come si può spiegare questa correlazione così particolare? L’esame dei flussi e del gettito tributario, oltre all’andamento della cosiddetta council tax, l’imposta proprietaria da versare agli enti locali, ha messo in luce una serie impressionante di anomalie, tra cui proprio quella relativa allo status coniugale di troppi cittadini residenti appunto in Gran Bretagna. La situazione può essere spiegata col fatto che i proprietari single beneficiano solitamente di un beneficio fiscale pari al 25%, quindi è molto semplice pensare che il matrimonio venga appositamente dimenticato per godere di un trattamento tributario migliore e vantaggioso.
Fisco britannico e arte italiana: niente imposta di successione
La pittura e l’arte del nostro paese non sono mai state così vicine al mondo tributario di Sua Maestà la regina: in effetti, trasferendo all’erario la proprietà di un’opera d’arte del nostro paese si può ottenere una vantaggiosa estinzione del versamento fiscale dell’imposta di successione, ma non si tratta dell’unica tassa coinvolta in questo senso. Cerchiamo di comprendere meglio la vicenda. Il contribuente interessato avrà, anzitutto, la possibilità di non pagare la tassa in questione e potrà farlo impegnandosi a cedere in una data futura un determinato bene artistico di sua proprietà. L’opera, poi, seguirà un iter del tutto particolare, visto che verrà destinato all’amministrazione finanziaria e poi alle autorità pubbliche che ne faranno richiesta, come ad esempio i musei e le gallerie d’arte. L’intento è abbastanza evidente, si vuole consentire di apprezzare un bene così pregiato a tutti, interrompendo la fruizione esclusivamente di tipo privato.
Usa, dall’8 settembre una tassa turistica per i visitatori
Coloro che sono interessati ad effettuare un viaggio negli Stati Uniti devono cerchiare in rosso la prossima data dell’8 settembre: sarà infatti questo il primo giorno in cui verrà data applicazione a una contestata ma necessaria (per lo stesso governo americano) imposta turistica. Entrando nel dettaglio di tale novità fiscale, c’è da dire che tra pochi giorni l’ingresso in territorio a stelle e strisce non sarà più lo stesso, visto che i turisti che appartengono a una lista di trentasei nazioni (tra cui anche l’Italia) avranno l’obbligo di versare i quattordici dollari relativi a questa tassa; il pagamento in questione, inoltre, dovrà essere posto in essere nel momento in cui si provvederà a compilare l’Esta, l’Electronic System for Travel Authorisation (altro non è che lo specifico sistema che viene adottato per ottenere l’ingresso negli Stati Uniti facendo a meno del visto). Le stime delle autorità fanno comprendere le dimensioni finanziarie del fenomeno. In effetti, ci si attende il finanziamento del 50% delle attività di promozione turistica grazie proprio al nuovo gettito tributario che ne deriverà.
Assicurazioni estere, le Entrate illustrano il modello fiscale
La risoluzione 80/E che l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a pubblicare tre giorni fa è entrata nel merito della disciplina fiscale da applicare per un determinato tipo di imposta: si tratta infatti del tributo che è dovuto sui premi incassati mensilmente dalle imprese operanti nel campo dell’assicurazione, sia quelle del nostro paese che quelle estere. In particolare, il documento dell’amministrazione finanziaria ha approfondito le specifiche modalità con cui si potranno denunciare e versare le somme in questione. La novità rilevante consiste proprio nella citazione delle società che operano all’estero, visto che non hanno l’obbligo di nominare un apposito rappresentante fiscale per portare a termine queste operazioni. Tra l’altro, bisogna anche ricordare che risale ormai a qualche mese fa l’approvazione del nuovo modello per la denuncia dell’imposta sulle assicurazioni (il cosiddetto F23), il quale deve necessariamente fruire della modalità elettronica (è possibile fare ricorso a degli intermediari abilitati).
Imu: il Federalismo introduce una tassa di compravendita
La principale novità che riguarda la nuova imposta comunale sugli immobili si riferisce sostanzialmente alla sua bipartizione; in effetti, in aggiunta al consueto prelievo sul possesso dell’immobile stesso, i Municipi potranno ricavare del gettito tributario anche da una innovativa tassa sulle compravendite, con un’aliquota che varierà dal 3% (nell’ipotesi della prima casa) fino al 7% (nel caso degli altri immobili). L’introduzione appena descritta è stata sancita dall’ultimo testo relativo al Federalismo fiscale dei comuni del nostro paese, un provvedimento che, tra l’altro, verrà discusso proprio oggi in seno al Consiglio dei Ministri. Ma cerchiamo di comprendere nel dettaglio le novità fiscali del decreto in questione. Anzitutto, sarà creato un apposito fondo quinquennale, la cui alimentazione dipenderà dalle entrate di diversi tributi, tra cui l’imposta di registro, quella di bollo, le tasse ipotecarie e l’Irpef sui redditi di tipo fondiario. Inoltre, quando si provvederà a iscrivere al catasto i cosiddetti immobili “fantasma”, il gettito in sovrappiù spetterà ai Comuni, con una compartecipazione pari al 50% per quel che concerne i ricavi derivanti dalla lotta all’evasione.
Cedolare secca affitti: favorisce solo i proprietari con redditi alti
La cedolare secca sugli affitti messa a punto dall’attuale Governo in carica andrà a favorire solamente i proprietari di immobili che hanno dei redditi alti. Ad affermarlo è il Sunia, il Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari, sottolineando in particolare come la manovra economica e finanziaria dell’Esecutivo non contenga, sui consumi connessi all’abitazione, sul fisco, ma anche sulla tematica abitativa, alcuna norma che possa avere un’incidenza positiva e rilevante. Innanzitutto, il Sindacato degli Inquilini e degli Assegnatari mette in risalto come con la manovra economica e finanziaria permanga il taglio al fondo sociale, così come mancano i provvedimenti per la tracciabilità dei canoni di locazione, e le detrazioni fiscali a favore degli inquilini che possano contribuire a creare quel sano conflitto di interessi tale da far emergere le tante locazioni in nero. Per il Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari la cedolare secca sugli affitti, così come è stata messa a punto dal Governo, è solo a conti fatti un’operazione mediatica che non apporterà nulla di significativo nella lotta all’evasione fiscale, ed anzi contribuirà a generare ulteriori incertezze e confusione nel mercato delle locazioni.
Evasione fiscale: Comune di Montebello Jonico, alleanza con le Entrate
Continuano ad aumentare nella Regione Calabria i Comuni che hanno stretto l’alleanza anti-evasione con l’Agenzia delle Entrate. L’ultima new entry in ordine di tempo, in accordo con quanto reso noto dalla Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate della Calabria, è il Comune di Montebello Jonico che quindi collaborerà attivamente con il Fisco sulla base di principi che, nell’ambito della lotta all’evasione fiscale, sono quelli dell’efficienza, dell’economicità e della collaborazione a livello amministrativo; il tutto con il vantaggio non indifferente, a favore del Comune di Montebello Jonico, di poter incassare, in ottemperanza alla norme contenute nella Legge numero 22 del 29 luglio scorso, il 33% delle maggiori somme tra imposte, sanzioni ed interessi che il Fisco recupererà a titolo definitivo dall’invio delle segnalazioni qualificate inerenti situazioni potenzialmente evasive.
Gli italiani e le tasse: il canone Rai è la più evasa
Che fosse una delle tasse meno amate dai cittadini e dai contribuenti italiani era piuttosto noto, ma ora vi sono delle conferme inequivocabili: il canone della Rai rappresenta l’imposta più odiata in questo senso, vista la larga evasione fiscale che la coinvolge, così come è emerso da un’interessante ricerca di KRLS Network of Business Ethics, ente che ha condotto l’indagine per conto dell’Associazione Contribuenti Italiani. Come si è giunti a questi risultati? L’evasione a livello famigliare ha già raggiunto quota 41%, anche se bisogna sottolineare che il fenomeno assume dei contorni preoccupanti in diverse regioni dell’Italia meridionale (in particolare la Calabria, la Campania e la Sicilia), in cui vi sono picchi dell’87% (a livello imprenditoriale si sfiora addirittura il 100% di evasori). Si tratta di stime che parlano da sole, ma che meritano comunque un approfondimento. In effetti, il fenomeno risulta essere in progressivo aumento, tanto che si è passati dal 22% di cinque anni fa fino alle dimensioni attuali (la media dell’Europa è nettamente inferiore, 8%), ma la spinta verso l’alto non sembra essersi arrestata.
Il Paraguay attenderà il 2013 per introdurre l’Irp
Dunque, il Paraguay ha deciso di rimandare in via definitiva l’applicazione delle proprie novità fiscali, in particolare quella relativa all’introduzione della legge sull’Irp, acronimo che sta indicare uno specifico tributo, l’Imposta dei Redditi Personali: che cosa ha portato a questo ennesimo rinvio, dopo che già il Senato della nazione sudamericana si era espresso in questi termini? Lo scorso mese di aprile era stato caratterizzato dalla decisione della Camara Alta (si tratta appunto del senato paraguaiano) in merito a tale imposta e dopo tre mesi abbondanti anche la Camera dei Deputati, la quale ha formalmente approvato un rinvio fino al 2013 per quel che concerne l’entrata in vigore del provvedimento normativo. C’è da dire che erano comunque in molti ad attendersi un’efficacia del tributo, sia in modo parziale che progressivo, a partire da quest’anno, magari nel corso del prossimo mese di ottobre e occorre sottolineare che ci sono molte polemiche in seno al governo di Asuncion per quel che concerne la scelta fiscale definitiva.
Equitalia e Confcommercio insieme per le imprese
Nella giornata di ieri, mercoledì 28 luglio 2010, la Confcommercio da un lato, ed Equitalia dall’altro, hanno siglato un importante accordo quadro, della durata di due anni, che attiva un filo diretto tra le imprese del commercio e la società pubblica di riscossione. Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, e Attilio Befera, Presidente di Equitalia, hanno infatti firmato un‘intesa che getta di conseguenza le basi per andare ad attivare una collaborazione in linea con quanto già avviene da tempo con le altre realtà del mondo produttivo in Italia. Nel dettaglio, l’accordo permetterà di fornire assistenza alle imprese e di attivare a livello territoriale e locale degli accordi in materia di formazione, di informazione, di consulenza e di altri servizi. Al fine sia di rimuovere le criticità, sia di andare a monitorare i risultati raggiunti con l’accordo, Equitalia e la Confcommercio organizzeranno degli incontri specifici. Secondo quanto messo in risalto da Equitalia con una nota, l’iniziativa rientra nell’ambito di quelle azioni finalizzate sia a poter ascoltare il contribuente, sia a adottare nuovi strumenti di relazione che sono ancor più importanti quando le imprese ed i cittadini si trovano in difficoltà.
La pubblicità di una ditta è sempre imponibile, anche come sponsor
La pubblicità che viene realizzata con ogni tipo di comunicazione e che sia idonea a far conoscere alla gente acquirenti e clienti con nomi e recapiti deve essere sempre soggetta all’imposta sulla pubblicità: l’indicazione in questione giunge direttamente dalla Corte di Cassazione, la quale ha accolta un ricorso del Fisco con una sentenza che risale ormai a un mese fa. Che cosa è successo con esattezza? La pronuncia si è resa necessaria alla luce di una faccenda che ha visto coinvolta una spa; in pratica, questa stessa società ha impugnato tre avvisi di accertamento, visto che il suo acronimo era stato utilizzato sui capannoni aziendali e tale elemento ha portato all’assoggettabilità al tributo locale. La spa si è scagliata contro tale trattamento fiscale, chiarendo che la scritta pubblicitaria era stata utilizzata per consentire l’atterraggio ad alcune mongolfiere sportive.