Auto di lusso: Fisco scopre frode Iva a Forlì

Con il classico schema truffaldino della cosiddetta “frode carosello”, nel cesenate un rivenditore di auto di grossa cilindrata sfruttava operazioni inesistenti per andare ad effettuare in maniera indebita delle detrazioni sull’imposta sul valore aggiunto (Iva). A rivelarlo è stata l’Agenzia delle Entrate, Direzione regionale dell’Emilia-Romagna, a seguito delle indagini che il Fisco, avvalendosi della collaborazione dell’Agenzia delle Dogane, ha effettuato con i propri “007” negli anni dal 2005 al 2007; da queste indagini effettuate dai funzionari dell’Amministrazione finanziaria dello Stato è emersa una maxi-frode Iva per un controvalore totale di evasione pari a ben 19 milioni di euro. Si è trattato, quindi, di un vero e proprio “carosello” truffaldino di auto di lusso andando a maturare crediti Iva attraverso delle fatture false. Ebbene, la truffa non solo è stata scoperta a Forlì-Cesena dall’Agenzia delle Entrate, ma la Commissione tributaria provinciale di Forlì ha confermato che gli accertamenti mossi e condotti dagli “007” del Fisco risultano essere fondati.

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Contribuenti minimi: per il regime italiano proroga di tre anni

Ora l’Italia potrà contare anche sul fondamentale via libera della Commissione Europea per quel che concerne il cosiddetto regime dei contribuenti minimi (si tratta, come è noto, dei piccoli imprenditori e professionisti): in effetti, quei soggetti che solitamente riescono a porre in essere un fatturato che non supera i 30.000 euro potranno beneficiare di una fondamentale proroga in relazione alla data di emanazione della direttiva che disciplinerà questa specifica categoria (il nuovo termine è previsto tra tre anni, nel 2013). Come mai si è deciso in tal senso? L’Unione Europea si è espressa con favore in merito all’autorizzazione per il nostro paese riguardo al mantenimento di questo regime dei soggetti passivi (bisogna ricordare che il calcolo si riferisce sempre ai ricavi, oppure ai compensi), almeno fino al momento in cui non verrà finalmente posto in essere un testo normativo in grado di apportare le necessarie modifiche in merito alle modalità da seguire per beneficiare del regime in questione.

Crediti Iva inesistenti: vittoria del Fisco in Campania

Nella Regione Campania il Fisco ha incassato una nuova vittoria in materia di imposte, stavolta dinanzi alla Commissione tributaria provinciale di Napoli per un importo pari a ben 63 milioni di euro costituiti, in particolare, da crediti sull’imposta sul valore aggiunto (Iva) inesistenti. A darne notizia è stata la Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate nel far presente come siano stati considerati legittimi, a scapito di una società che opera nel comparto dei metalli ferrosi, gli avvisi di accertamento che sono stati emessi dall’Ufficio Grandi contribuenti dell’Agenza delle Entrate della Regione Campania proprio per le detrazioni indebite che sono state effettuate sull’imposta sul valore aggiunto (Iva); inoltre, sempre dinanzi alla Commissione tributaria provinciale di Napoli, sono stati altresì disconosciuti anche i rilievi procedurali che sono stati sollevati dai contribuenti nell’impostare la loro difesa.

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Iva: la fatturazione europea diventa ancora più semplice

Negli ultimi giorni il Consiglio Europeo si è sentito in dovere di introdurre qualche importante modifica alla normativa di riferimento per quel che concerne l’esecuzione degli adempimenti contabili nell’ambito della fatturazione dell’Imposta sul Valore Aggiunto: l’obiettivo principale in questo senso è quello di rendere tale operazione fiscale il più semplice possibile, riducendo i costi e ricorrendo in larga misura ai servizi telematici, in modo anche da velocizzare i tempi di esecuzione. Le registrazioni sono volte a monitorare in maniera costante gli scambi di beni e servizi tra i vari paesi che fanno parte dell’Unione Europea; non deve stupire, quindi, l’alto grado di dettaglio e la volontà di ricercare la chiarezza estrema. Di quali novità si tratta per la precisione? La direttiva di riferimento è la numero 45 e risale proprio a quest’anno (la data di entrata in vigore è lo scorso 13 luglio), la quale ha arricchito i contenuti di un precedente testo risalente a quattro anni fa sempre sul sistema di fatturazione dell’imposta.

Il governo giapponese avvia una consultazione sull’Iva

L’economia del Giappone ha bisogno di impulsi e sostegni efficaci in questo momento: il risanamento del debito pubblico è una delle priorità fondamentali del nuovo premier Naoto Kan, il quale, tra l’altro, ricopriva il ruolo di ministro dell’Economia durante l’esecutivo Hatoyama (suo predecessore). L’intenzione, dunque, è quella di focalizzare l’attenzione sugli incrementi da adottare in relazione all’Imposta sul Valore Aggiunto: si vuole riportare all’attenzione generale la questione fiscale, proponendo dei prelievi alternativi all’attuale aliquota del 5% dell’imposta. Si parlava del debito nipponica in precedenza e occorre sottolineare che, al momento, esso può essere ancora gestito grazie al risparmio domestico e ai bassi tassi di interesse. Inoltre, la nazione asiatica sta continuando in maniera decisa i propri investimenti nell’Unione Europea, terzo mercato a livello internazionale per quel che concerne le importazioni e le esportazioni.

Rimborsi Iva: frode carosello sull’asse Bologna – San Marino

Attraverso il classico sistema truffaldino delle cosiddette frodi carosello, una società con sede a Bologna è riuscita ad accumulare, avvalendosi di società compiacenti, la bellezza di oltre 650 mila euro in crediti IVA, maturati in maniera indebita, attraverso la vendita di telefonini che, venduti da Bologna a San Marino poi ripercorrevano la stessa strada in direzione opposta. Questo è quanto rivela la Direzione Regione dell’Agenzia delle Entrate dell’Emilia-Romagna nel sottolineare come a carico della società bolognese il Fisco abbia scoperto ben 1,3 milioni di euro di rimborsi fiscali non dovuti. In pratica la società di Bologna, operante nel ramo della vendita al dettaglio di apparecchi audio-video, cedeva telefoni cellulari per un controvalore pari a svariati milioni di euro a delle imprese di San Marino con il duplice obiettivo di truffare il Fisco e di vincere la concorrenza.

Evasione fiscale edilizia con le compensazioni indebite

A Ravenna l’Agenzia delle Entrate ha stanato un’impresa che utilizzava il Fisco come un Bancomat andando a portare in compensazione crediti inesistenti e, di conseguenza, andando ad accumulare nel tempo un vero e proprio tesoretto. L’evasione fiscale scoperta, comprendendo le imposte non versate, le sanzioni e gli interessi, ammonta a ben due milioni di euro che quindi ora l’impresa ravennate, operante nel settore dell’edilizia, dovrà restituire al Fisco a conclusione dei controlli avviati dalla Direzione Provinciale delle Entrate. In particolare, secondo quanto si legge in una nota emessa dalla Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate della Regione Emilia-Romagna, l’indagine a carico dell’impresa edile è partita nel 2007 con gli “007” del Fisco che hanno rilevato come la ditta da un lato non versava le ritenute sui debiti da lavoro dipendente, e dall’altro andava a portare in compensazione crediti inesistenti sull’imposta sul valore aggiunto (Iva) andando a creare un doppio danno all’Erario visto che poi il Fisco, in base alle somme che risultavano dalle compensazioni illecite, doveva andare a riversare gli importi agli enti previdenziali.

Iva gas caldaie: class action del Sunia

In Italia esiste un divario del 10% in termini di Iva applicata sul gas consumato per gli impianti centralizzati rispetto a quelli autonomi. Per l’impianto autonomo, infatti, si paga l’Iva ridotta al 10%, mentre per quello centralizzato scatta l’Iva al 20%; a mettere in evidenza questa disparità è il Sunia, Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari, che al riguardo ha reso noto l’avvio di una class action contro l’Agenzia delle Entrate. Questo perché la differenza relativa all’applicazione dell’Iva non viene effettuata e valutata in funzione del consumo medio di gas da parte dell’utente finale, ma in relazione alla tipologia di impianto per la produzione di acqua calda. Per questo il Sunia, nel far presente come il riscaldamento per le famiglie italiane sia il più tassato del Vecchio Continente, con la class action punta a fare in modo che l’Agenzia delle Entrate provveda a modificare un orientamento che a carico degli utenti finali non solo è penalizzante, ma anche palesemente anomalo.

L’Ecofin dà il via libera alla fatturazione elettronica dell’Iva

L’ultima riunione dell’Ecofin (con questa sigla si intende il Consiglio di Economia e Finanza che raggruppa i ministri di tale settore dei ventisette stati membri dell’Unione Europea) ha previsto delle novità rilevanti anche nell’ambito della lotta all’evasione fiscale a livello internazionale: per essere più precisi, l’Ue è concorde nel ricercare degli appositi strumenti che siano i più efficaci possibili in questo senso. Che cosa è stato deciso allora? Uno dei punti più interessanti relativi a questa discussione si riferisce alla fatturazione mediante la modalità elettronica dell’Imposta sul Valore Aggiunto, un meccanismo da applicare ovviamente a livello europeo. Bruxelles ha dunque assistito all’adozione, da parte dei titolari dei vari dicasteri economici (tra cui Giulio Tremonti in rappresentanza dell’Italia), di una direttiva molto dettagliata sull’argomento, la quale andrà a disciplinare tutti gli obblighi relativi a questa fatturazione tributaria.

 

Ires ed Iva: evasione massiccia negli autotrasporti abruzzesi

Il Fisco è riuscito a recuperare con una tempistica davvero eccezionale imponibili fino a 85 milioni di euro, somma che era stata evasa in maniera piuttosto ingegnosa: la vicenda si riferisce all’Ires (la cui evasione ammonta a 71 milioni) e all’Iva (14 milioni), dato che gli accertamenti posti in essere dall’ufficio abruzzese di Chieti dell’Agenzia delle Entrate è riuscito a scoprire i mancati versamenti tributari in relazione al comparto degli autotrasporti. Che cosa è successo di preciso? Due compagnie, collegate in senso commerciale tra di loro, sono state le principali protagoniste in questo senso, anche perché entrambe provvedevano a svolgere la stessa attività di trasporti a livello internazionale di merci e persone. Entrando nel dettaglio dell’evasione fiscale, c’è da dire che una delle società aveva concesso in maniera del tutto fittizia degli automezzi in comodato alla seconda società ed è stata proprio quest’ultima a ricevere le fatture con l’Imposta sul Valore Aggiunto detraibili e con una successiva fatturazione, senza applicazione dell’imposta, in relazione alla clientela facente parte della Comunità Europea.

 

Paradisi fiscali: obbligo comunicazione telematica operazioni

A partire dallo scorso 1 luglio 2010, per le transazioni effettuate con i Paesi appartenenti alla cosiddetta “black-list”, ovverosia quelli a fiscalità privilegiata, scatta l’obbligo di comunicazione attraverso uno specifico canale telematico. A farlo presente nella giornata di ieri, martedì 6 luglio 2010, è stata l’Agenzia delle Entrate nel sottolineare come siano pronte le indicazioni e tutte le specifiche tecniche per poter trasmettere le operazioni relative a prestazioni, acquisto e vendita di servizi con quei paesi in  “black-list” individuati da appositi Decreti del maggio del 1999 e del novembre del 2001 del Mef, il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Occorre quindi trasmettere un modello dedicato anche se con questi Paesi, ed in particolare con operatori economici che risultano essere domiciliati o residenti nei Paesi e nei territori a fiscalità privilegiata, viene effettuata una sola operazione.

Iva tassa rifiuti: Roma la cancella, ma ci sono i rincari

In linea con quanto preannunciato nelle scorse settimane dall’Amministrazione capitolina, a Roma i cittadini e le imprese non pagheranno più l’imposta sul valore aggiunto (Iva) sulla tariffa dei rifiuti urbani. A confermarlo è proprio il Comune di Roma dopo che, con 30 voti favorevoli, ed otto contrari, la Giunta della Capitale ha approvato il nuovo regolamento che da un lato cancella l’Iva al 10%, ma dall’altro stabilisce dei rincari pari al 9,8% per le utenze domestiche, e del 12,5% per quelle commerciali. A conti fatti, quindi, le utenze domestiche pagheranno all’incirca tanto quanto, mentre per le imprese scatta un rincaro del 2,5%. La cancellazione dell’IVA sulla bollette della Ta.Ri., lo ricordiamo, è legata alla sentenza della Corte Costituzionale che ha sancito come la tariffa rifiuti abbia una valenza tributaria e non tariffaria, ragion per cui, se due più due fa quattro, l’Iva al 10% applicata sulla tassa è illegittima.

Acquisto veicoli: Iva agevolata per i disabili

A favore dei disabili il Fisco tende la mano, con un’imposta sul valore aggiunto  (Iva) agevolata, pari al 4% e senza limite di importo, per l’acquisto di mezzi di locomozione aventi una cilindrata non superiore ai duemila centimetri cubici in caso di alimentazione a benzina, mentre il limite sale a ben 2.800 centimetri cubici nel caso in cui l’alimentazione è diesel; l’Iva al 4% è concessa dal Fisco alle persone con disabilità sia per l’acquisto di mezzi di locomozione nuovi, sia usati. A ricordare tutto ciò è la Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate dell’Emilia-Romagna che ha predisposto una guida sulle agevolazioni fiscali e non a favore dei disabili, i quali, inoltre, relativamente all’acquisto di mezzi di locomozione, senza limiti da rispettare sulla cilindrata, possono andare a detrarre dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) il 19% della spesa fatto salvo il limite di 18.075,99 euro.

Lista nera Ocse: dal 1° luglio via alla comunicazione delle transazioni

Mancano soltanto cinque giorni dal momento in cui comincerà a essere effettivo l’obbligo di comunicazione di quelle transazioni che vedono coinvolti i clienti e i fornitori degli stati che figurano nella cosiddetta “black list dell’Ocse (i paradisi fiscali più “tenaci” in questo senso): in effetti, dal prossimo 1° luglio, l’Agenzia delle Entrate dovrà ricevere i modelli telematici che sono stati predisposti mediante l’apposito provvedimento dello scorso 28 maggio. L’ambito di riferimento di questi adempimenti è molto vasto e riguarda sostanzialmente ogni operazione che è rilevante ai fini dell’Imposta sul Valore Aggiunto e che è stata posta in essere da soggetti che risiedono, che hanno il domicilio o che si sono stabiliti in uno dei paesi sopracitati. I dubbi e le perplessità sono comunque ancora moltissimi. In pratica, l’obbligo in questione si riferisce alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi che hanno avuto qualche contatto con operatori appartenenti alla black list: gli elementi da indicare in questo senso sono diversi, tra cui il codice fiscale, l’importo delle operazioni (distinguendo tra quelle imponibili e quelle non imponibili), ma anche l’importo complessivo dell’imposta.