Le accise e le imposte che gonfiano i prezzi dei carburanti

 I rincari recenti dei carburanti italiani sono sotto gli occhi di tutti: benzina e gasolio hanno viaggiato a ritmi impressionati e si sono anche superati i due euro al litro, una soglia davvero pericolosa. L’aumento delle tariffe in questione si spiega con la loro particolare formazione, visto che nel nostro paese è in vigore una doppia tassazione indiretta, con le accise e l’Imposta sul Valore Aggiunto a farla da padrona, visto che sono proprio queste ultime a rappresentare il 60% del valore finale che poi si è costretti a pagare.

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Stampa e vendita di libri in proprio: la disciplina fiscale

 Quando si vendono in maniera abituale e mediante un’apposita libreria delle opere che sono scritte e stampata personalmente si produce un reddito di impresa che è utile approfondire ai fini delle imposte dirette: spesso può sorgere il dubbio che un’attività simile non possa essere equiparata a quella peculiare di lavoro autonomo. Ebbene, un riferimento importante in questo senso è senza dubbio il Testo Unico delle Imposte sui Redditi (Tuir, il Dpr 917 del 1986), il cui cinquantatreesimo articolo è molto chiaro.

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Esenzione Iva: la scadenza della dichiarazione d’intento

 Il prossimo 17 settembre non rappresenta solamente il termine entro cui va versata la seconda rata dell’Imu: in effetti, fra meno di due settimane bisognerà provvedere anche alla comunicazione dei dati delle cosiddette “dichiarazioni di intento” per quel che riguarda le operazioni realizzate senza applicare alcuna imposta. In pratica, si tratta di quelle operazioni che poi hanno finito per confluire nella liquidazione periodica dell’Imposta sul Valore Aggiunto dello scorso mese di agosto. Il termine in questione deve essere rispettato dai soggetti che sono fornitori di abituali esportatori e che hanno intenzione, allo stesso tempo, di realizzare gli acquisti e le importazioni senza applicare l’Iva.

Aumento IVA scongiurato?

 Il documento chiamato “spending review” approvato in via definitiva l’8 agosto scorso con 371 voti a favore, 86 contrari e 22 astenuti ha come fine ultimo quello di scongiurare l’aumento dell’IVA al 23% già programmato da mesi dal Governo Monti. Con la scusa di perseguire questo obiettivo i tagli ed i sacrifici richiesti sono molti e nel caso in cui non basteranno, secondo il Governo, a scongiurare l’aumento dell’IVA al 23% allora il Paese potrebbe richiedere aiuti esterni.

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Il trattamento fiscale dei campioni omaggio

 I campioni omaggio dei più svariati prodotti commerciali sono messi a disposizione soprattutto da farmacie e profumerie, ma non solo. La vendita di un bene di questo tipo, in particolare quando il valore economico non è poi molto alto, può anche non essere soggetta all’Imposta sul Valore Aggiunto, ma occorre rispettare determinati requisiti. In particolare, il contribuente può chiedersi se è sufficiente o meno la presenza di una etichetta, come accade nella maggior parte dei casi, che rechi la dicitura “campione omaggio”.

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L’Iva agevolata per le pubblicazioni destinate ai non vedenti

 I recenti aumenti dell’Imposta sul Valore Aggiunto fanno spesso sperare in alcune agevolazioni e riduzioni per quel che riguarda la sua aliquota: in alcuni casi, poi, questi benefici sono più che dovuti, viste le situazioni particolari che si affrontano. Ad esempio, bisogna capire se l’aliquota ridotta dell’Iva che è valida per le pubblicazioni che sono destinate ai soggetti diversamente abili può essere applicata anche nell’ipotesi in cui gli acquisti non siano posti in essere dal soggetto beneficiario in maniera diretta.

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La Cassazione si esprime sull’accertamento induttivo dell’Iva

 L’accertamento induttivo dell’Imposta sul Valore Aggiunto, vale a dire quel metodo valido solamente in presenza di determinate circostanze ed eventi, mantiene la sua efficacia anche nel caso in cui i prezzi siano esposti al pubblico e la contabilità dell’azienda coinvolta è regolare dal punto di vista formale. Questo vuol dire che perfino le presunzioni semplici possono essere considerate legittime. Si tratta della sintesi di una recente sentenza della Corte di Cassazione, la quale risale a meno di una settimana fa.

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La partita Iva dell’amministratore di condominio

 Il ruolo dell’amministratore di condominio è fondamentale per questo tipo di comunione ed è sancito dall’articolo 1129 del codice civile: ma questo stesso soggetto ha l’obbligo di aprire in ogni caso una partita Iva oppure vi sono delle deroghe? Quando si ha a che fare con un esercizio di tipo abituale e professionale relativo alla gestione dei condomini, si deve necessariamente parlare di attività di lavoro autonomo.

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Le mostre culturali e l’imponibilità Iva

 L’Imposta sul Valore Aggiunto fa davvero sbizzarrire i contribuenti per quel che riguarda le domande, i dubbi e le perplessità: ad esempio, ci si può chiedere se esistono o meno anche delle mostre a forte caratterizzazione culturale che non sono imponibili ai fini del tributo in questione. La risposta è presto detta e ovviamente per ottenerla bisogna far riferimento al cosiddetto “Decreto Iva”, il Dpr 633 del 1972. Secondo quanto previsto dal ventiduesimo numero del decimo articolo (vale a dire quello che elenca le operazioni che sono esenti dall’imposta), possono essere ricomprese nel novero delle “privilegiate” solamente quelle mostre a carattere culturale e sociale che siano in grado di dimostrare dei requisiti ben precisi.

Scoperta a Napoli una maxi-frode carosello dell’informatica

 A Napoli Agenzia delle Dogane e Fisco sono riuscite a unire in maniera proficua le loro forze, contribuendo a stanare ben ventisei milioni di euro di imponibile e altri cinque di Imposta sul Valore Aggiunto evasa: si tratta delle somme recuperate in seguito alla scoperta di una frode carosello piuttosto massiccia, la quale ha coinvolto il capoluogo partenopeo e si è caratterizzata per fatture e operazioni false nell’ambito del settore informatico. Che cosa è successo di preciso? Il meccanismo funzionava in modo ingegnoso: in effetti, la frode veniva realizzata attraverso il coinvolgimento di aziende fittizie, grazie soprattutto a un vero e proprio stravolgimento a causa dell’acquisto di ogni quota societaria possibile.

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Aprire partita Iva all’estero con residenza in Italia

 Una tipica situazione che può capitare a un contribuente italiano è quella di svolgere la propria attività professionale in un paese diverso dal nostro, mantenendo allo stesso tempo la residenza in patria: come ci si regola con la fattura e quindi con la partita Iva? Quanto appena descritto significa che la ditta individuale italiana ha trasferito la propria attività all’estero, conservando però la residenza fiscale nel nostro paese. Un trasferimento di questo tipo, comunque, non pregiudica in alcun modo la residenza dal punto di vista tributario.

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Piattaforme elevatrici: Iva al 4% per le cessioni

 L’Imposta sul Valore Aggiunto è l’assoluta protagonista delle ultime disposizioni del Fisco: in effetti, oltre alle precisazioni sui parquet flottanti, la nostra amministrazione fiscale si è soffermata anche sul trattamento fiscale delle cessioni di piattaforme elevatrici. Queste ultime hanno la possibilità di sfruttare l’aliquota del 4% per quel che concerne l’Iva, ma è necessario che tali impianti siano costruiti nel rispetto totale della normativa per il superamento delle barriere architettoniche (si tratta della Legge 13 del 1989) e posseggano determinate caratteristiche tecniche. L’Agenzia delle Entrate ha precisato il tutto attraverso un apposito documento, la risoluzione 70/E.

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Il parquet flottante sconta l’Iva al 21%

 Che tipo di Imposta sul Valore Aggiunto bisogna applicare su un parquet che viene definito come flottante? Anzitutto, bisogna precisare che questo termine identifica un pavimento che non ha bisogno di alcun tipo di collanti per posa; non si tratta di un chiarimento come un altro, visto che la definizione appena fatta ci fa capire come tale parquet non sia un bene finito, dunque l’Iva da applicare in tal senso è quella ordinaria, senza alcuna possibilità di agevolazione per quel che concerne l’acquisto. Se fosse stato un bene finito, l’aliquota sarebbe stata quella ridotta del 10%, mentre si deve fare riferimento a quella massima (21%), come accade per tutti i materiali di rivestimento.

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Rimborso IVA 2011

 Con il provvedimento del 17 Gennaio scorso sono stati approvati i modelli relativi all’imposta sul valore aggiunto, tra cui quello della richiesta di rimborso dell’IVA. La richiesta di rimborso IVA dal 2011 (con riferimento al periodo 2010) può essere effettuata solamente on-line, con il riquadro dedicato VR presente anche nel modello base.

La richiesta di rimborso dovrebbe in sostanza risultare più semplice; l’inserimento diretto nella dichiarazione dei redditi fa’ si che buona parte dei dati siano già presenti e nel riquadro VR non resta che da scrivere i contenuti più specifici; nella prima casella VR1 viene inserito l’importo chiesto a rimborso. Nella casella due dello stesso quadro invece l’importo da liquidare mediante procedura semplificata. La procedura semplificata consiste in sostanza in una liquidazione diretta da parte dell’Agenzia delle Entrate per un importo che andrà a fare cumulo con le compensazioni annuali ed infrannuali fino al limite di 516.456,90 euro.

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